Doppiaggio con l'intelligenza artificiale? Luca Ward: "Copyright sulla mia voce"

L'attore e doppiatore Luca Ward esprime perplessità sull'utilizzo dell'IA per il doppiaggio: "Un algido software non può esprimere le sfumature dei sentimenti"

di GUIDO GUIDI GUERRERA -
29 ottobre 2023
Rai Uno - Presentazione ''Tale e quale show''

Rai Uno - Presentazione ''Tale e quale show''

Si chiama intelligenza artificiale generativa ed è un emergente aspetto della contemporanea tecnologia applicata al settore del doppiaggio vocale. Si tratta di un software studiato ad hoc capace di sfruttare algoritmi del cosiddetto ‘deep learning’ permettendo doppiaggi in tempo reale. Una tipologia applicativa che sta letteralmente spopolando soprattutto in Inghilterra dove ormai tende ad essere preferito al doppiaggio tradizionale, che oltre ad avere costi non indifferenti, presuppone l’impiego del doppiatore più idoneo per ogni contenuto. Inoltre i tempi di registrazione e di produzione comportano spesso tempi assai lunghi, in qualche caso si parla di diversi mesi, mentre l’apprendimento veloce della IA permette la riproduzione istantanea dei più disparati modelli vocali. In poche parole è possibile realizzare il doppiaggio di voci note in qualsiasi lingua mantenendo una incredibile aderenza all’originale. In diversi canali social come Tik Tok è possibile, ad esempio, ascoltare attori famosi come Carlo Verdone, il trio Aldo Giovanni e Giacomo, Lino Banfi esprimersi in inglese senza perdere la loro peculiare ‘vis comica’.

L'intelligenza artificiale si insinua nel doppiaggio

E’ dunque un campo emergente di indiscusso interesse che però come tutte le innovazioni, come ogni cosa al suo nascere, non manca di suscitare perplessità e qualche atteggiamento scettico, specialmente tra gli addetti ai lavori. Tra questi, Luca Ward, una delle voci più conosciute e apprezzate del panorama artistico, famoso per aver fatto esprimere nella nostra lingua, con rara efficacia, grandi star del cinema hollywoodiano come Russel Crowe, Samuel L. Jackson, Keanu Reeves ,Tom Hanks, Antonio Banderas e tantissimi altri. In questa intervista rilasciata la Luce!, Ward, nel frattempo impegnato con le prove del musical ‘Matilda’ di Massimo Romeo Piparo il cui debutto è previsto il 7 dicembre prossimo, esprime la propria posizione e racconta segreti, meccanismi, limiti e vantaggi del mondo del doppiaggio con impareggiabile competenza. L’elaborazione, attraverso un’attenta analisi, di un settore dello spettacolo che, se ancora non a rischio, dovrà prima o poi misurarsi con la questione controversa legata alle nuove tecnologie. C’è veramente da temere che ‘la macchina’ possa arrivare a sostituire l’uomo mettendo in pericolo una professione altamente specializzata per la quale come sostiene Luca Ward è indispensabile una seria formazione attoriale? Immaginando le note suadenti della sua voce, dai toni caldi e profondi, sarà come ascoltare il suo pensiero.

Cosa ne pensano gli addetti ai lavori

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L'attore e doppiatore Luca Ward

Luca, qual è la sua opinione riguardo al fenomeno dell'intelligenza artificiale applicata al doppiaggio? “Sarò sincero: da quello che raccolgo in giro nessuno ha davvero voglia di guardare un film doppiato da uno strumento artificiale. Tutte le opinioni da me ascoltate sono concordi nell’affermare che la voce deve essere espressione di un artista, tanto uomo che donna, insomma un essere umano in carne ed ossa. A tal proposito mi vengono in mente certi esperimenti risalenti ad alcuni anni fa di voli senza il pilota in cabina, mi pare che furono un paio. In entrambi i casi quelli che avevano aderito a quel tipo di prova restarono comunque scettici, sicuri del fatto che una presenza umana a bordo fosse sempre preferibile. Per non parlare dei disastri provocati delle automobili che andavano da sole. Quindi tornando al nostro argomento e prendendo come esempio i videogiochi, espressione tipica di elaborazioni artificiali: sono certo che a molti sfugge che dietro quelle elaborazioni c’è un film girato da attori. No, non credo proprio che le sfumature dei sentimenti, la gamma dei mille stati d’animo come il sorriso o il pianto possano essere mai espressi da un algido software, per quanto sofisticato. E’ terribile considerare come oggi si possa fare un film con Russell Crowe , tanto per dire, senza che lui abbia mai messo piede sul set.” Come immaginerebbe la sua voce clonata per doppiare artificialmente Massimo Decimo Meridio? “Non credo possa mai accadere per il semplice fatto che la mia voce è neutra e quindi molto difficilmente duplicabile. Inoltre per aver doppiato una sfilza quasi infinita di personaggi del cinema, ritengo a maggior ragione un’operazione simile davvero molto ardua. Comunque per tutelarmi ho posto un rigido copyright sulla mia voce in modo tale che se a qualcuno venisse in mente l’idea si tradurrebbe senz’altro in un colpo di fortuna per me.”

"Il doppiaggio non è più quello di una volta"

doppiaggio-artificiale-ward Qual è oggi la qualità del doppiaggio tradizionale? Perché spesso musica ed effetti speciali penalizzano la nitidezza dei dialoghi? “Il doppiaggio non è più quello di un tempo e questa non è solo una mia opinione. I mix cinematografici non sono più fatti con cura e in più vengono preferiti gli effetti speciali che prevalgono spesso sui dialoghi: e questo danneggia il prodotto finale. Ma al di là di questi aspetti tecnici tengo ad evidenziare il grave problema determinato dal fatto che i giovani sono lasciati a se stessi, senza mai avere l’occasione di lavorare con un doppiatore d’esperienza al suo fianco. Un giovane lasciato solo in sala di doppiaggio che possibilità ha di imparare bene il mestiere? Molti sono convinti che basti avere una bella voce, questa è una sciocchezza bella e buona. I vari Amendola, Locchi, Colizzi restituivano per intero l’anima dei personaggi, grazie alle loro raffinate qualità interpretative. Quindi a mio avviso occorre essere prima ottimi attori per sperare di diventare dopo buoni doppiatori.” Si può vivere di solo doppiaggio? “Senza dubbio. E’ in molti casi la scelta di tanti attori stanchi di fare teatro, perché a lungo andare è una professione faticosa. Se vivi in una città come Roma il doppiaggio ti permette di dedicare più tempo a te stesso e alla famiglia. Quindi, certo che si può vivere facendo doppiaggio purché si punti verso una professionalità sempre più alta che, ahimè, manca alle nuove generazioni carenti di una adeguata formazione. Con questi presupposti è prevedibile che l’intelligenza artificiale li supererà facilmente.” Il suo parere è che l’IA possa alterare un mestiere che implica notevole professionalità o è comunque in grado di aprire nuovi, interessanti, scenari? “Io non ho niente contro ogni forma di progresso, compresa l’IA. Dico soltanto che certe applicazioni vanno benissimo in certi ambiti, come la medicina o i settori legati alla mobilità, ma che nel doppiaggio non ce le vedo proprio. Una scena di pianto in cui è necessaria una grande dose di immedesimazione, di empatia non è riproducibile artificialmente, semplicemente perché alle macchine manca il cuore.”

Servono maggiori tutele contro gli abusi

La vostra categoria è a suo giudizio ben tutelata? “E’ indispensabile che tutti i governi del mondo inizino a legiferare seriamente a riguardo in maniera precisa, puntuale e importante. Sono misure irrimandabili che riguardano tutti e non solo noi del settore. Mi spiego: noi come ANAD, che è la nostra associazione di categoria, abbiamo portato all’attenzione del parlamento di Bruxelles un esperimento a titolo esemplificativo dai contenuti sconcertanti. Manipolata dall’intelligenza artificiale, abbiamo fatto ascoltare la voce di un ministro che ringraziava un tizio per una mazzetta ricevuta. Tutto falso, ovviamente, ma fortemente esplicativo di come certe tecnologie se non attentamente regolamentate possano degenerare in abusi. Le cronache quotidiane ci informano già di truffe ben architettate con questi metodi, quindi è realmente ora di intervenire con leggi appropriate. Pare che proprio da Bruxelles stiano arrivando segnali incoraggianti.”