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Ecoansia, Godano dei Marlene Kuntz: “Io ne soffro da anni, dobbiamo fare tutti qualcosa"

In attesa nell'inizio del tour con il gruppo per il rilancio dell'album "Catartica", Cristiano Godano parla di "Canto d'acqua" con Telmo Pievani e della sua paura per il futuro

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI -
16 marzo 2024
Cristiano Godano, frontman Marlene Kuntz

Cristiano Godano, frontman Marlene Kuntz

Che quella contemporanea sia un’epoca travolta da ansie di vario genere, più o meno gestibili, è cosa ormai arcinota. Le cause sono moltissime e quasi tutte legate a uno sviluppo che, come specie, sembriamo non essere stati in grado di governare. Di tutte le ansie, ne esiste una che, probabilmente più delle altre, è figlia di un atteggiamento umano del tutto privo di empatia nei confronti dell’ecosistema in cui è inserito: l’ecoansia. Tradotta in parole molto meno tecniche, si tratta della paura di un futuro assediato dalla crisi climatica.

Cos’è l’ecoansia?

Una patologia di cui soffrono moltissimi giovani, ma che travolge anche gli adulti, talvolta senza neanche che ne siano consapevoli. Qualcuno, però, se ne dice esente, tanto da negare addirittura l’esistenza di ogni qualsivoglia pericolo ambientale. Una negazione del reale che, secondo Cristiano Godano, frontman dei Marlene Kuntz, non potrà che essere generatrice di un futuro difficile da affrontare. Un timore, quello di Godano, che si è fatto arte. Per un anno, in compagnia di Telmo Pievani, l’artista ha portato in giro per l’Italia “Canto d’acqua”, uno spettacolo totalmente dedicato ad alluvioni, siccità e altre conseguenze del climate change. Un progetto di cui sentiva forte la necessità per dare libero sfogo al sentimento crescente di paura da cui si sentiva sopraffatto. Un’ansia di cui ha dichiarato di soffrire da circa quindici anni e che, spesso, lo ha portato a constatare l’incapacità da parte di - più di - qualcuno di comprenderne le cause, fino addirittura a deriderla.

I Marlene Kuntz si esibiranno all’Alcatraz di Milano il prossimo 14 marzo (Cristiano Godano è il terzo da sinistra nella foto)
I Marlene Kuntz si esibiranno all’Alcatraz di Milano il prossimo 14 marzo (Cristiano Godano è il terzo da sinistra nella foto)

In una recente intervista, Godano ha fatto sapere che, vivendo a Cuneo, ha ben presenti gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici. Nei luoghi in cui, fino a qualche anno fa, da novembre fino a Pasqua si poteva sciare, oggi c’è addirittura da sperare che in inverno cada qualche fiocco di neve. Un clima impazzito, che fa fiorire le primule in febbraio e che non accenna a placare la propria corsa.

L’impegno ambientale del musicista

Per fare la propria parte, il musicista ha intrapreso la strada dell’impegno nelle battaglie ambientali, a suo modo di vedere un dovere civico per un personaggio pubblico. Una responsabilità che sente forte e che onora mettendo la possibilità che ha di raggiungere il pubblico al servizio della scienza. Una forma di divulgazione alternativa e sicuramente efficace. “Canto d’acqua” è stato uno spettacolo estremamente semplice, senza struttura o scenografia. Pievani e Godano, sul palco, hanno messo a disposizione del pubblico competenze e sensibilità, tra canzoni, racconti e approfondimenti scientifici.

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Al centro, tre tragedie, reali o possibili, legate all’acqua e alla crisi climatica, tre accidenti capitati o futuribili nei quali l'umanità rischierà sempre di più di imbattersi, stando a ciò che la scienza afferma. I finali sono magistrali: il crollo del saracco sulla Marmolada, l’annegamento di un migrante naufragato nel Mediterraneo o qualcuno che muore di caldo. Una narrazione oggettiva e di certo non pessimista, una proiezione nel futuro di cose che già esistono ma che in troppi fanno fatica a vedere. L’auspicio è suscitare riflessioni e - magari - azioni, la reazione immediata è sconvolgente, la concreta speranza è che ciascuno spettatore decida di fare qualcosa per salvare la casa comune.

Un filone, quello ambientale, che da tempo accompagna Godano. L’ultimo album dei Marlene Kuntz, “Karma Clima”, parlava proprio di questo tema e lo faceva in un tempo in cui farlo era roba per pochi. Oggi, il frontman attende l’inizio di una nuova tournée con il gruppo dedicata al rilancio del disco d’esordio “Catartica” e, pur non avendo altre date in programma di “Canto d’acqua”, non ne esclude qualche riproposizione.

Una cosa è certa: l’arte può essere un veicolo importante di verità e uno strumento attraverso cui attivare percorsi di sensibilizzazione mainstream. Quello di Godano è un piccolo passo per la musica, ma un grande passo per il movimento ambientalista. Se sempre più artisti decidessero di parlare di ecoansia, quando necessario palesando i propri personalissimi timori, sicuramente molto potrebbe cambiare. D’altronde, “le grandi rivoluzioni fanno molta paura come molta paura fa fare grandi rivoluzioni”.