Elena Gigliotti nei panni di Carmen, una tigre chiusa in una gabbia

Protagonista del film di Vittorio Moroni "L'invenzione della neve" ci restituisce un ritratto della complessità femminile nelle sue mutevoli sfaccettature

di GIOVANNI BOGANI -
20 settembre 2023
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Una donna potente, sconvolgente. Imprevedibile. È un ritratto di donna come raramente se ne sono viste nel cinema italiano, quello che disegna Elena Gigliotti nel film "L’invenzione della neve", presentato a Venezia alle Giornate degli Autori, e in questi giorni nelle sale italiane – ieri presentato a Firenze, dalla protagonista insieme al regista e a parte del cast. È il ritratto di una donna ferita, istintiva, manipolatrice, seduttrice, prepotente, forte e fragile.
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Gigliotti nei panni di Carmen nel film "L'invenzione della neve"

Una donna che ha tatuata sulla schiena una tigre – e l’attrice se l'è tatuata davvero, legando vita e cinema – e che reagisce in maniera selvaggia, ferina al dramma, alla tragedia che sta vivendo: dopo una separazione, le è permesso di vedere la figlia solo una volta ogni quindici giorni. Ma la situazione può ancora peggiorare: la sua instabilità psicologica, la mancanza di un lavoro stabile, il suo continuo oscillare fra la dolcezza e gli scatti d’ira.

La protagonista Elena Gigliotti

Elena Gigliotti ha una formazione teatrale: ha studiato recitazione al Teatro Stabile di Genova, poi ha proseguito attraverso laboratori con Giancarlo Sepe, Valerio Binasco, Emma Dante, Gabriele Vacis. È stata scelta da Vittorio Moroni al termine di un casting quasi ossessivo, con provini infiniti. Poi il regista ha chiesto a lei, come agli altri attori, di "mescolare il loro Dna con quelli del personaggio". Tradotto: mettere nel personaggio molto di sé, fino ad appropriarsene, fino a rendere carne viva la pagina della sceneggiatura. Lei lo ha fatto. Ha creato la sua Carmen: una donna che fa cose discutibili, spiacevoli, sgradevoli. Eppure, riusciamo a vedere anche con i suoi occhi: fa paura, Carmen, quando sembra fuori controllo. Ma stai dalla sua parte, quando capisci che sono gli altri a cercare di tenerla lontano, di renderla "inoffensiva".
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La protagonista interpreta una donna complicata e seducente, fragile ma allo stesso tempo combattiva come la tigre che ha tatuata sulla schiena

È un film strano, caotico e affascinante, "L’invenzione della neve". Mescola un realismo spietato e toni fiabeschi, con alcuni intermezzi in cui letteralmente "vediamo" i pensieri della protagonista, con le immagini di animazione di Gianluigi Toccafondo, un fuoriclasse dell’animazione italiana, con le sue figure fluttuanti.

Il film: un ritratto sulla complessità femminile

Le riprese sono state effettuate in appena 18 giorni, e si compongono di sei lunghissimi piani sequenza. Senza stacchi, senza tagli. Anche l’errore doveva diventare un’opportunità per gli attori: l’importante era non fermarsi, non uscire da quella intensità, da quella tensione che Elena Gigliotti mantiene in tutto il film, e fa vivere a noi spettatori.
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Gigliotti e le animazioni di Toccafondo

"Carmen è complessa, difficile da giudicare", dice l'attrice. "Abbiamo lavorato molto sull’essere ‘animale’ di questa donna, partendo dalla figura della tigre che ho tatuato realmente sulla mia schiena. Faccio fatica, adesso, a capire dove finisce Carmen e dove finisce Elena. Carmen è una tigre chiusa in una gabbia: ma quando esce si difende". Ci sono delle scene possenti, disturbanti, che vanno dritte dentro la storia del cinema recente più coraggioso: come il lungo dialogo in cui Carmen mette sotto pressione la nuova compagna del marito, in un misto di complicità, minacce, rivelazioni, finte carinerie, perfidie. "L’invenzione della neve" è un film fatto di contraddizioni e il personaggio di donna che ci consegna è un omaggio sontuoso, e drammatico, alla complessità femminile.