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L'eredità gentile e creativa del Duca Bianco torna in "Andy & The Bowieness"

Lo spettacolo concerto ideato e realizzato da Andrea Fumagalli rende omaggio a David Bowie e alla sua poliedricità. Il 2o gennaio a Firenze

di GIOVANNI BALLERINI -
19 gennaio 2024
Andy & The Bowieness 2

Andy & The Bowieness 2

La trasgressione, la poliedricità e l’eleganza del Duca Bianco si apprezzano ancora di più se riproposte con gentilezza e curiosità. Andrea 'Andy' Fumagalli, l’iconico co-fondatore (insieme a Morgan) dei Bluvertigo è protagonista di Andy & The Bowieness, uno spettacolo – concerto che rende omaggio alla poliedrica creatività di David Bowie, di cui ripropone l’immenso talento attraverso capolavori di varie stagioni musicali, da "Station to station" a "Space Oddity", da "Stay" a "Ashes to Ashes", da "Ziggy Stardust" a "Heroes".
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Andrea Fumagalli e, sullo sfondo, un'immagine del compianto David Bowie (Ph. Raffaella Vismara)

La gentilezza come antidoto e risorsa

Ma lo storyteller e polistrumentista monzese, classe 1971, sta sperimentando anche in altre direzioni, cercando di arginare l’arroganza imperante con una gentilezza non formale, ma diffusa e taumaturgica. "Credo che, a livello curativo e relazionale, che la gentilezza sia una risorsa rara e molto preziosa – dice Andy –. È un riferimento anche per le mie nuove canzoni in cui tratto molto spesso di quello che succede in questo periodo drammatico e divisivo". Gentilezza come antidoto e difesa anche dal bullismo? "Certo. È una cosa che porto avanti nella mia vita di sempre, di tutti i giorni: sono convinto che la gentilezza sia una risorsa dimenticata e invece è straordinariamente preziosa anche per arginare le prepotenze di qualsiasi tipo. È una convinzione che ho fortificato anche grazie alla conoscenza di Franco Battiato, che è per me un esempio da portare avanti, un uomo di una piacevolezza gentilezza straordinarie".
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Fumagalli al sax durante lo spettacolo-concerto

Ha mai scritto canzoni contro la violenza di genere? "No, ma ho partecipato, suonando il sax, a Codice Rosso, un progetto che mi è piaciuto molto. È uno dei temi, anche statisticamente impressionante, che vale la pena stigmatizzare, mettere a fuoco, per come si sta alzando l’asticella. Nei brani che sto scrivendo ci sono molti temi sociali velati da giochi di parole, da figure retoriche: sono molto attento a quello che succede nel mondo e talvolta mi esprimo anche a livello performativo. È capitato a Monza, dove ho messo in scena una performance con due acrobati in cui si rifletteva sull’esperienza dello scienziato e ricercatore giapponese Masaru Emoto, che sperimentava con l’acqua. Ha dimostrato, congelandola, che i cristalli prendevano delle forme differenti a seconda delle emozioni, delle vibrazioni, con cui erano stati trattati. Per me, come dicevo, la vibrazione giusta è quella della gentilezza".

Andy & The Bowieness

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Uno spettacolo che rende omaggio alla poliedrica creatività artistica di Bowie

Tornando ad Andy & The Bowieness, lo spettacolo fa tappa sabato 20 gennaio al Teatro Cantiere Florida di Firenze. In questa serata, a cura di Versiliadanza, Andy, alla voce, sax, synth e chitarra, avrà al suo fianco Alberto Linari alle tastiere, Alessandro De Crescenzo alla chitarra, Andrea Squizzato alla batteria, Paola Zadra al basso, Nicole Pellicani a cori e armonizzazioni e Lillya ai synth. E interagirà con Daniela Maccari e Ivan Ristallo, due danzatori della Lindsay Kemp Company, che interverranno sul palco in un tributo allo storico live "Ziggy Stardust & The Spiders from Mars" (quando nel 1972 sul palco del Rainbow Theatre di Londra Bowie si esibì accanto al celebre danzatore e coreografo britannico Lindsay Kemp) e in altri momenti del live. Come è nata la scaletta che proponete in concerto? "Ho scelto le canzoni che amavo di più e le più significative, non per forza le più famose. È un repertorio talmente complesso e variegato, che è difficile scegliere: quella che proponiamo è una scaletta che, col passare degli anni si sta costantemente migliorando.
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Lo storyteller e polistrumentista monzese

Dal 2016 a oggi, abbiamo creato un bel clima fra noi. Mi piace portare avanti il progetto, in amicizia, con dei musicisti assolutamente all’altezza e appassionati, come me, delle canzoni di Bowie. Che ci manca molto". Lei, come Bowie, è anche un artista visivo? "Lui era un fantastico artista totale che, oltre a creare quadri e sculture, ha sempre curato personalmente anche le scenografie e le visioni dei suoi stage. Io ho sempre percorso le due strade parallelamente, come faceva anche lui, che mi ha sempre ispirato molto, spingendomi a osare, a ricercare sempre di più. Affrontare il suo repertorio e studiarlo per riportarlo in scena mi ha insegnato tanto, ha spronato a delineare con maggiore personalità la mia figura di frontman, che ora è diversa rispetto ai miei inizi, in cui spesso ero una spalla". Come va la carriera solista? "Con i miei nuovi pezzi non uscirò sulle solite piattaforme musicali, ma solo su Bandcamp, che sento come la mia bancarella, il mio negozio digitale. Lo farò anche con i brani che sto realizzando in duo con Eugene, un nuovo progetto elettronico che, sotto la sigla NDGN, sta partorendo brani interessanti.
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Andrea Fumagalli è stato uno dei co-fondatori dei Bluevertigo

Altri li realizzo da solo e man mano li pubblicherò su questa piattaforma. Sto vivendo la mia terza età facendo tesoro di quello che ho imparato. Ho la fortuna di tirare avanti con quello che amo fare. Non seguo più il vortice discografico o manageriale, ma una passione veicolata in progetti che variano dalla produzione artistica, come la Biennale che sto curando a Vigevano, alle mostre d’arte, ai progetti di design, art design, colonne sonore, anche per la danza. Mi piace fare il drone nei contesti più diversi, mi ritengo un artigiano della curiosità e sto mettendo a frutto in maniera diversa le esperienze che ho fatto, anche quelle con i Bluvertigo".