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Home » Spettacolo » Lunga vita a Judi Dench: a 87 anni è la più anziana candidata agli Oscar della storia

Lunga vita a Judi Dench: a 87 anni è la più anziana candidata agli Oscar della storia

L'anziana attrice inglese, all'ottava nomination agli Academy Awards 2022, si è aggiudicata la statuetta nel 1999 con "Shakespeare in Love", nei panni della Regina Elisabetta I

Marianna Grazi
9 Febbraio 2022
Judi Dench

Judi Dench nominata agli Oscar miglior attrice non protagonista in Belfast

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A chi le chiede se abbia intenzione di ritirarsi risponde: “Andare in pensione non è una parola che si usa in casa mia”. E guai a dire che è troppo vecchia per continuare a recitare ai massimi livelli. Judi Dench martedì 8 febbraio ha ricevuto una nuova nomination agli Oscar, come miglior attrice non protagonista, il che la rende la più anziana candidata di sempre a 87 anni. L’attrice, veterana di Hollywood, è stata nominata per il suo ruolo di Granny in Belfast, il film di Kenneth Branagh. Riconosciuta praticamente ovunque come una delle più significative interpreti del cinema e del teatro inglese, per Dench si tratta dell’ottava nomination agli Academy Awards, la prima delle quali è arrivata nel 1997, come miglior attrice per la sua interpretazione nel film Mrs Brown, mentre l’anno successivo, alle soglie del nuovo millennio, si è aggiudicata la preziosa statuetta per il suo ruolo della regina Elisabetta I in Shakespeare in Love. La 94ª edizione dei premi Oscar si terrà a Los Angeles al Dolby Theatre il 27 marzo 2022.

In Belfast Dench interpreta la Granny del protagonista Buddy (l’undicenne Jude Hill)

Belfast, di Kenneth Branagh

L’ultimo ruolo interpretato da Judi Dench la vede nei panni della nonna del giovane Buddy (l’undicenne Jude Hill) i cui genitori (Caitriona Balfe e Jamie Dornan) stanno lottando per decidere se rimanere a Belfast mentre la città precipita nel conflitto nordirlandese. Il film, semi-autobiografico in bianco e nero, è ambientato nel 1969 ed è ispirato alla prima infanzia del regista Branagh, cresciuto in Irlanda del Nord durante i disordini. La pellicola ha anche ottenuto la candidatura nell’ambita lista per il premio al ‘miglior film’, dimostrandosi tra le protagoniste nella lunga stagione dei premi. Dopo la vittoria nella categoria ‘miglior sceneggiatura’ ai Golden Globes, infatti, Belfast ha ottenuto anche la nomination come miglior regista per Kenneth e come attore non protagonista per Ciarán Hind ai più ambiti riconoscimenti del cinema. Sir Kenneth, appresa la notizia, ha voluto ringraziare i membri dell’Academy per il loro “generoso riconoscimento”. “È un lungo viaggio dalle strade di Belfast agli Academy Awards. Oggi penso a mia madre e mio padre, e ai miei nonni – quanto erano orgogliosi di essere irlandesi, quanto questa città significasse per loro. Sarebbero stati sopraffatti da questo incredibile onore, come lo sono io”.

La pellicola è in lizza per i premi come “Miglior film”, “miglior regia” e per i migliori attori non protagonisti Dench e Ciarán Hinds

La carriera infinita di Judi Dench

Judi Dench, 87 anni, è un’anziana attrice teatrale e cinematografica inglese

Celebre interprete teatrale nella Royal Shakespeare Company, da metà anni Ottanta l’attrice britannica diventa nota anche sul grande schermo, grazie alla sua incisiva carica comunicativa, interpretando ruoli di donne eccentriche o vendicative in film di successo. Sono sette le nomination agli Academy Awards ricevute nel corso degli anni dalla Dench prima di quella per Belfast. In ordine è stata candidata ‘miglior attrice’ per Mrs Brown (1997) dove interpretava la Regina Vittoria; ‘miglior attrice non protagonista’ per Shakespeare in Love (1998), nei panni della sovrana Elisabetta I – per il quale si è aggiudicata la statuetta – e in Chocolat (2000); e poi di nuovo ha ricevuto nomination per il ruolo di interprete femminile in Iris (2001), Mrs Henderson Presents (2005), Notes on a Scandal (2006) e il film del 2013 Philomena. Nove candidature ai Golden Globes, con la vittoria per La Mia Regina nel 1998.

Nella sua carriera Dench ha ricevuto 8 nomination agli Oscar vincendo una statuetta

Da attrice teatrale qualsiasi si è trovata catapultata a Hollywood con un Oscar in mano, grazie a solo 5 minuti scarsi di apparizione al cinema nei panni di colei che ha messo fine al legame fra William Shakespeare e il suo primo vero amore, Lady Viola. Straordinaria interprete, Dench sa sfruttare al meglio il linguaggio della recitazione per arrivare al cuore degli spettatori e, a volte, far riflettere sui problemi dell’anima. Impegnate anche nel sociale, l’87enne sostiene da molti anni Survival International, l’organizzazione che difende i diritti dei popoli indigeni di tutto il mondo.

La notizia dell’ennesima candidatura è arrivata dopo che Judi ha ribadito, in un’intervista al Daily Mail in occasione della prima di Belfast, che “non ha assolutamente intenzione di fermarsi“. Andare in pensione non è una parola usata in casa mia”, ha insistito la Dench. Inoltre, si è detta entusiasta di lavorare con il giovane attore Jude Hil (il protagonista della pellicola): “Oh, è adorabile, quel ragazzo! – ha detto, aggiungendo poi “Era molto timido, ma non al punto da non essere in grado di fare la parte. C’è una meravigliosa, vera, genuina dolcezza in lui. È un ragazzo delizioso”.

E se la sua celebre battuta, che le è valsa il massimo riconoscimento come attrice, recita “Ciò che Dio ha unito, neanche la Regina può dividere”, non rimane molto da dire, ma la metafora viene facilmente alla luce: l’attrice e le scene (del teatro e del cinema) sono e rimarranno unite per sempre. E allora lunga vita alla regina Dench!

 

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
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In Belfast Dench interpreta la Granny del protagonista Buddy (l'undicenne Jude Hill)

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La pellicola è in lizza per i premi come "Miglior film", "miglior regia" e per i migliori attori non protagonisti Dench e Ciarán Hinds

La carriera infinita di Judi Dench

Judi Dench, 87 anni, è un'anziana attrice teatrale e cinematografica inglese
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Nella sua carriera Dench ha ricevuto 8 nomination agli Oscar vincendo una statuetta
Da attrice teatrale qualsiasi si è trovata catapultata a Hollywood con un Oscar in mano, grazie a solo 5 minuti scarsi di apparizione al cinema nei panni di colei che ha messo fine al legame fra William Shakespeare e il suo primo vero amore, Lady Viola. Straordinaria interprete, Dench sa sfruttare al meglio il linguaggio della recitazione per arrivare al cuore degli spettatori e, a volte, far riflettere sui problemi dell'anima. Impegnate anche nel sociale, l'87enne sostiene da molti anni Survival International, l'organizzazione che difende i diritti dei popoli indigeni di tutto il mondo. La notizia dell'ennesima candidatura è arrivata dopo che Judi ha ribadito, in un'intervista al Daily Mail in occasione della prima di Belfast, che "non ha assolutamente intenzione di fermarsi". Andare in pensione non è una parola usata in casa mia", ha insistito la Dench. Inoltre, si è detta entusiasta di lavorare con il giovane attore Jude Hil (il protagonista della pellicola): "Oh, è adorabile, quel ragazzo! – ha detto, aggiungendo poi "Era molto timido, ma non al punto da non essere in grado di fare la parte. C'è una meravigliosa, vera, genuina dolcezza in lui. È un ragazzo delizioso". E se la sua celebre battuta, che le è valsa il massimo riconoscimento come attrice, recita "Ciò che Dio ha unito, neanche la Regina può dividere", non rimane molto da dire, ma la metafora viene facilmente alla luce: l'attrice e le scene (del teatro e del cinema) sono e rimarranno unite per sempre. E allora lunga vita alla regina Dench!  
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