Nina Zilli: "Scartata da un lavoro perché ero incinta al quarto mese"

La cantante, dopo che i conduttori di “Viva Rai2!” rivelarono la sua presunta gravidanza, è stata rifiutata come ospite per una festa. E rincara: "Compensi delle artiste inferiori del 30%"

di GIORGIA BORGIOLI -
10 ottobre 2023
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Essere una madre, in Italia, nel 2023 non è ancora questione facile. Essere poi una madre che vuole lavorare sembra una missione quasi impossibile e la recente vicenda di cui stata protagonista la cantante Nina Zilli non fa altro che confermare questa tesi. Cantante, personaggio televisivo e radiofonico, e soprattutto madre felice, la 43enne piacentina sarà presente il prossimo 21 ottobre sul palco del Salone dei Cinquecento di Palazzo vecchio, in occasione del terzo “Festival Luce!” insieme a tanti altri ospiti (clicca qui per partecipare)

Calo della natalità e occupazione femminile

Stando ai dati Istat, già nei primi cinque mesi dell'anno si è registrato un calo della natalità dell’1,4%, con 148.249 nati, contro i 150.315 dello stesso periodo del 2022. Per forza, verrebbe da dire, se pensiamo che una giovane donna dai 25 anni in su deve prepararsi a sentirsi ripetere ad ogni colloquio "Ha in mente di fare figli"? Mentre una donna con almeno 30 anni probabilmente non arriva neanche alla fase di colloquio, perché scartata prima. E una incinta non viene ritenuta in grado di lavorare, qualsiasi lavoro essa faccia. Sono situazioni che milioni di ragazze in tutta Italia si trovano ad affrontare ogni giorno e che recentemente ha affrontato un volto noto dello spettacolo italiano: la cantautrice e conduttrice radiofonica Maria Chiara Fraschetta, meglio conosciuta come Nina Zilli.
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La cantante avrebbe dovuto partecipare a una festa come ospite ma quando gli organizzatori hanno saputo della sua gravidanza hanno fatto sapere al suo team di non avere più bisogno di lei

Nina Zilli e la gravidanza

Lo scorso gennaio infatti, i conduttori di “Viva Rai2!” Fiorello e Fabrizio Biggio, annunciarono durante una puntata la presunta gravidanza dell'artista piacentina, prima ancora che l'interessata lo rendesse noto al pubblico La rivelazione, non solo avrebbe fatto restare molto male la cantante, la quale confessa ora che avrebbe voluto essere lei la prima ad annunciare la sua gravidanza, ma le avrebbe anche provocato un danno economico e soprattutto morale non di poco conto, che mai avrebbe pensato di dover affrontare. In quei giorni infatti, lo staff di Zilli era in contatto con gli organizzatori di un evento privato a cui la cantante avrebbe dovuto partecipare. Dopo la soffiata dei due conduttori del programma su Rai2, tali organizzatori avrebbero inviato al team della 43enne una mail inequivocabile: "Abbiamo saputo che è incinta. Faremmo a meno di lei, grazie". Il senso dei messaggi, racconta la cantante, è solo uno: "Chiaramente la signora non ce la farà a tener fede all’impegno e noi cerchiamo qualcun altro".
 
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Lo scambio tra questi ultimi e lo staff della Zilli sarebbe comunque filtrato: "Meno male – spiega l'artista – ero al quarto mese e mi toglievano il lavoro perché ero incinta come fosse la cosa più naturale del mondo. Che gentilezza, che premura: si riposi. Hanno ritirato la proposta senza nemmeno sentire se davvero temessi di non farcela", continua amareggiata.

La disparità di trattamento

La storia di Nina Zilli è l’ennesima dimostrazione di quanto sia necessario attuare un cambio di rotta quando si parla di donne, madri e lavoro. Ancora di più la vicenda della cantante fa riflettere se si pensa che stiamo parlando di musica, un settore basato sull’arte e che, per questo, dovrebbe risultare ancora più aperto e progredito rispetto a alla maggior parte degli ambiti professionali esistenti.
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Nina Zilli con la figlia Anna Blue in vacanza questa estate (Instagram)

La cantante, in un’intervista al Corriere della Sera racconta tra l'altro che a due settimane dal parto e col via libera del medico, sarebbe salita sul palco mentre a casa il compagno Daniele Lazzarin, in arte Danti, stava dando il biberon alla figlia Anna Blue. "Pronta o non pronta, signori, avrei dovuto dirlo io: o no?", puntualizza la Zilli. Quando si parla di discriminazioni e sessismo sul lavoro la strada fare è ancora molta. "I compensi delle artiste sono inferiori del 30% rispetto ai maschi, eppure io faccio un lavoro da maschi: spesso nel gruppo sono l’unica donna. Un percussionista (andava pure fuori tempo) mi guardava con sufficienza: è carina, canta, non vorrà mica anche suonare. Ho sentito di tutto".