Polanski, Allen, Rowling & co. Distinguere o non distinguere i “Mostri” dagli artisti?

È possibile giudicare un film come “Manhattan” senza tenere in considerazione i misfatti di Woody Allen? O emozionarsi di fronte a un quadro di Picasso nonostante le sue parole sul genere femminile? Il tormento dei fan raccontato nel saggio di Claire Dederer

di MARIAROSA MAIOLI -
14 maggio 2024
Woody Allen, J.K Rowling e Roman Polanski

Woody Allen, J.K Rowling e Roman Polanski

L’analisi dei “mostri” comincia con una lista: Roman Polanski, Woody Allen, Bill Cosby, Ezra Pound e tutti coloro che si sono macchiati di colpe e crimini più o meno efferati ma che hanno anche firmato opere d’arte uniche nel loro genere. Claire Dederer apre così il suo saggio, pubblicato per la prima volta nel 2023 e arrivato in Italia grazie all’edizione di Iperborea e Il Post, per sondare a fondo il dilemma entro cui, particolarmente dall’inizio del #Metoo, accomuna i fan di tutte le età e di tutti i luoghi: come trattare le biografie degli artisti “mostruosi”? Evitarle e tapparsi le orecchie per non macchiare l’idea del genio in questione oppure lasciare che anche l’opera venga sporcata dei modi discutibili che hanno caratterizzato le loro vite private?

Claire Dederer
Claire Dederer

L’analisi di Claire Dederer in “Mostri”

Il lungo saggio di Dederer non parte dal suo bagaglio professionale perché la scrittrice non vesti i panni della critica cinematografica e letteraria ma della spettatrice, come ognuno di noi, che difficilmente evita il giudizio sull’artista. Polanski, che è uno dei primi che Dederer prende in considerazione, è l’incarnazione perfetta delle due parti contrapposte: “Non c’è altra figura contemporanea che sappia mantenere in perfetto equilibrio due forze così contrastanti, una mostruosità assoluta e un genio assoluto” scrive la giornalista.

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Ma per “genio” cosa intendiamo se non uno status che contraddistingue chi può fare ciò che vuole? Una parola “fantasmatica” e “sacra” che “diamo al nostro amore quando non vogliamo discuterne e quando vogliamo che la nostra opinione diventi un dato di fatto”.

L’analisi della giornalista americana si prefigge l’obiettivo opposto, ovvero quello di provare a dare una risposta a un dilemma universale da cui anche le artiste donne non ne sono esenti. JK Rowling o le madri che abbandonano, come Doris Lessing Joni Mitchell e Sylvia Plath, fanno parte anch’esse della galleria di ritratti che Dederer prende in considerazione per dare una visione universale nonostante le risposte non siano mai nette e per questo, per la scrittrice, “preziose e soddisfacenti”.

Il fenomeno del Me too e l’omologo francese al Festival di Cannes

L’analisi di Dederer, culminata in “Mostri”, nasce da un pezzo pubblicato sulla Paris Review nel 2017 mentre fuori imperversava il fenomeno #Metoo, che negli anni non solo non si è mai fermato ma ha visto le file dei “mostri” ingrossarsi sempre di più. E proprio mentre le star e i registi si apprestano a calcare il red carpet del 77esimo Festival di Cannes, il fenomeno del #Metoo sbarca anche sulla Croisette dove Judith Godrèche mette in scena gli episodi e le storie di violenza che hanno coinvolto le donne dello spettacolo francese con il suo Un Certain Regard, atteso per il 15 maggio.