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Woody Allen, J.K Rowling e Roman Polanski
L’analisi dei “mostri” comincia con una lista: Roman Polanski, Woody Allen, Bill Cosby, Ezra Pound e tutti coloro che si sono macchiati di colpe e crimini più o meno efferati ma che hanno anche firmato opere d’arte uniche nel loro genere. Claire Dederer apre così il suo saggio, pubblicato per la prima volta nel 2023 e arrivato in Italia grazie all’edizione di Iperborea e Il Post, per sondare a fondo il dilemma entro cui, particolarmente dall’inizio del #Metoo, accomuna i fan di tutte le età e di tutti i luoghi: come trattare le biografie degli artisti “mostruosi”? Evitarle e tapparsi le orecchie per non macchiare l’idea del genio in questione oppure lasciare che anche l’opera venga sporcata dei modi discutibili che hanno caratterizzato le loro vite private?
![Claire Dederer](https://luce.lanazione.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/ZWFlMTQ4ZDMtNzBlNi00/0/claire-dederer.webp?f=3%3A2&q=1&w=1560)
L’analisi di Claire Dederer in “Mostri”
Il lungo saggio di Dederer non parte dal suo bagaglio professionale perché la scrittrice non vesti i panni della critica cinematografica e letteraria ma della spettatrice, come ognuno di noi, che difficilmente evita il giudizio sull’artista. Polanski, che è uno dei primi che Dederer prende in considerazione, è l’incarnazione perfetta delle due parti contrapposte: “Non c’è altra figura contemporanea che sappia mantenere in perfetto equilibrio due forze così contrastanti, una mostruosità assoluta e un genio assoluto” scrive la giornalista.
Ma per “genio” cosa intendiamo se non uno status che contraddistingue chi può fare ciò che vuole? Una parola “fantasmatica” e “sacra” che “diamo al nostro amore quando non vogliamo discuterne e quando vogliamo che la nostra opinione diventi un dato di fatto”.
L’analisi della giornalista americana si prefigge l’obiettivo opposto, ovvero quello di provare a dare una risposta a un dilemma universale da cui anche le artiste donne non ne sono esenti. JK Rowling o le madri che abbandonano, come Doris Lessing Joni Mitchell e Sylvia Plath, fanno parte anch’esse della galleria di ritratti che Dederer prende in considerazione per dare una visione universale nonostante le risposte non siano mai nette e per questo, per la scrittrice, “preziose e soddisfacenti”.
Il fenomeno del Me too e l’omologo francese al Festival di Cannes
L’analisi di Dederer, culminata in “Mostri”, nasce da un pezzo pubblicato sulla Paris Review nel 2017 mentre fuori imperversava il fenomeno #Metoo, che negli anni non solo non si è mai fermato ma ha visto le file dei “mostri” ingrossarsi sempre di più. E proprio mentre le star e i registi si apprestano a calcare il red carpet del 77esimo Festival di Cannes, il fenomeno del #Metoo sbarca anche sulla Croisette dove Judith Godrèche mette in scena gli episodi e le storie di violenza che hanno coinvolto le donne dello spettacolo francese con il suo Un Certain Regard, atteso per il 15 maggio.