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Cherilyn Sarkisian LaPierre, in arte Cher (Ansa)
L’età è solo un numero, ma l’amore non conosce matematica. Cher lo aveva detto due anni fa, al momento di ufficializzare la sua relazione con il produttore musicale Alexander Edwards, tra i due ci sono 40 anni di differenza. A breve, fra due giorni per la precisione, la star statunitense festeggerà il suo 78esimo compleanno e qualche settimana fa, ospite dello show condotto da Jennifer Hudson, ha spiegato il perché preferisca frequentare uomini più giovani di lei.
Non che ci sia motivo di spiegare una scelta del genere, né di giustificarsi. Dopotutto Cher, pseudonimo di Cherilyn Sarkisian LaPierre, ha sempre ignorato le critiche e le malelingue. E ha fatto bene.
“Il motivo per cui frequento uomini giovani è che quelli della mia età sono più vecchi… anzi, ormai alcuni di loro sono morti – ha detto la cantautrice, suscitando l’ilarità del pubblico – ma avevano sempre il terrore di avvicinarmi. Gli uomini più giovani...(sono più coraggiosi, suggerisce Hudson) sono stati cresciuti da donne come me” afferma Cher.
Cosa significa questo? Il senso lo troviamo in un discorso che l’icona del pop fece tanti anni fa, alla fine degli anni ‘90, quando disse che “gli uomini non sono una necessità, non hai bisogno di loro per vivere”. Ricordando un aneddoto con la madre raccontò: “una volta mi disse: un giorno dovrai sistemarti e sposare un uomo ricco. Io le risposi: mamma, sono io l’uomo ricco”.
Gli uomini più giovani, evidentemente, non sono intimoriti da una donna indipendente come Cher, perché non sono cresciuti (non tutti almeno) con quell’idea malsana che debba essere per forza l’uomo ad essere quello più ricco, più affermato della coppia, quindi ad avere il compito della cura economica. Una convinzione che nasce da un retaggio culturale che si sta via via affievolendo sempre di più (senza voler generalizzare), lasciando il posto ad un equilibrio, ad una concezione di relazione che prescinde da vecchi e superati giochi di ruolo e di potere, spesso e volentieri legati a uno status sociale ed economico. O almeno è quello che speriamo.