Punkreas: "La nostra musica per un futuro migliore"

La più celebre punk e ska punk band italiana in tour a Firenze e Roma. "Pensiamo che un altro mondo è possibile e ci diamo da fare perché ciò accada"

di GIOVANNI BALLERINI
21 aprile 2023

I Punkreas, la più celebre punk e ska punk band italiana

La musica punk e ska per un futuro migliore dei Punkreas. Con tredici album di inediti, due raccolte e due dischi dal vivo alle spalle, oltre trent’anni di carriera e tanti, tantissimi concerti a perdifiato, i Punkreas, la più celebre punk e ska punk band italiana, presentano dal vivo i loro successi e i brani del nuovo sorprendente album "Electric Déjà-vu", il quattordicesimo della loro produzione, recentemente pubblicato da Edizioni Canapa Dischi - Virgin Music LAS Italia / Universal Music.

La band in tour

I prossimi concerti vedono il gruppo nato a San Lorenzo di Parabiago, in provincia di Milano, nel 1989, protagonista venerdì 21 aprile al Viper di Firenze e sabato 22 aprile al Largo Venue di Roma. Cippa alla voce, Paletta al basso e alla voce, Noise alla chitarra e alla voce, Gagno alla batteria ed Endriù alla chitarra, saluteranno i loro fan con un sound elettrico, forse più ricco, ma sempre deflagrante, che vede la band confermare il ruolo leader nell’underground tricolore. Brividi no future, di una potenza e di una freschezza devastanti, ma anche attenzione a nuovi suoni, senza per questo scivolare nella freddezza dell’elettronica. E questa la ricetta del gruppo milanese, che con grinta e un’ironia dissacrante non manca di dire la sua su un mondo che vede sempre più alla deriva, non manca di sferzare il senso di inadeguatezza che capta e fa indignare la loro coscienza non dormiente. Noise, finalmente siete tornati ai suoni elettrici? "Nel periodo della pandemia abbiamo fatto l’esperimento dei concerti in acustico perché ci sembrava un ossimoro far stare la gente seduta durante un nostro scatenato live elettrico. Nei nostri concerti non c’è la distinzione fra artista e pubblico, sono un po’ una festa, l’evento lo facciamo tutti insieme. Ci piace che il pubblico che partecipa, che poga, che sale sul palco con noi, che si diverte. Sono queste le caratteristiche fondamentali della vera festa Punkreas". Sarà così anche nei prossimi concerti? "Adesso che siamo tornati a suonare elettrico per la nostra gente ci sarà da divertirsi. Noi proporremo un perfetto cocktail fra le nuove canzoni e le pietre miliari del nostro repertorio. Uno spettacolo che ci sembra particolarmente riuscito che ha sinora esaltato anche i nostri fan, che hanno ballato tutto il tempo". Una festa riuscita? "E’ un momento liberatorio per noi e per la gente che viene a vederci perché altrimenti non sarebbe sempre così tanta. Li faremo divertire con buona parte del disco nuovo e tanti nostri successi, creando ancora una volta una serata imperdibile, da vivere collettivamente con gioia".
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I Punkreas, la più celebre punk e ska punk band italiana

La musica impegnata del gruppo

Siete rimasti fra i pochi a proporre una musica scatenata con testi impegnati? "Noi siamo in qualche maniera eredi della prima ondata punk italiana degli anni Ottanta. La nostra maniera di vedere il punk è un po’ diversa rispetto a quello originario degli Usa e in Inghilterra, che era totalmente nichilista. Il 'no future' di chi non accettava il futuro e voleva vivere al massimo un giorno solo non ci appartiene. Noi vogliamo un futuro migliore. Siamo molto legati a questo modo energico e schietto di vedere e vivere la musica, è questo il nostro modo di fare punk. Per noi i temi che si riscontrano, il sociale, il politico, sono fondamentali: pensiamo che un altro mondo è possibile e ci diamo da fare perché ciò accada". Non è il caso di generalizzare, ma alcune giovani scene musicali considerano oggi l’impegno come un surplus evitabile. Voi che ne pensate? "Ci sembra un atteggiamento rinunciatario, un po’ troppo egocentrico, concentrato su se stesso. Per quanto ci riguarda, ci sembra una cosa abbastanza assurda. Rispetto a quando abbiamo iniziato noi a suonare la situazione economica, sociale e politica oggi è addirittura peggiore. Sono stati smantellati una serie di capisaldi sul diritto e del lavoro, che è diventato sempre più precario. Siamo condizionati dagli algoritmi o comunque da una precarietà che non permette di organizzarsi una vita di lungo periodo. E sono sempre di più quelli che non sanno nemmeno se avranno mai una pensione. E’ una situazione in cui i giovani d’oggi non hanno responsabilità, ma ce l’hanno le generazioni precedenti".
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Il tour del gruppo il 21 aprile fa tappa al Viper di Firenze

Voi rispondete a questo in maniera punk? "Sì, nel senso che prendiamo il microfono e ci urliamo dentro le nostre frustrazioni, la nostra rabbia. Pretendiamo i nostri diritti, lo diciamo con la nostra musica, la nostra arte. Tirare qualche calcio metaforico sul sedere di chi ha dato luogo a questo stato di cose non è secondo noi solo legittimo, ma quasi necessario. Ci siamo poi accorti che certe dinamiche tendono a ripetersi in maniere abbastanza simile. Nel corso della storia si assiste a situazioni che richiamano avvenimenti precedenti paragonabili a circostanze del periodo attuale. Politica, economia, cultura, lotta sociale: si ripetono come un eterno ritorno, mostrando come la storia tenda a vivere in un continuo déjà-vu. Da questo è nato il titolo del disco". Che rapporto avete nelle vostre canzoni con la società fluida, la fluidità di genere? «Abbiamo sempre pensato che ognuno in queste cose deve fare come gli pare, come si sente meglio. Non abbiamo ovviamente nessun tipo di preclusione e ognuno deve agire in modo da sentirsi realizzato. Ognuno ha il diritto di essere come meglio si crede, senza tanti moralismi di facciata".