Sanremo, con Dargen sul palco il dramma dei migranti. Dietro quella stravaganza, c'è molto di più

Con la sua "Onda alta" sarà Dargen D'Amico la quota sociale di Sanremo quest'anno. L'aria goliardica e il ritmo ballerino rivelano profondità e un forte impegno sociale: "Siamo tutti nomadi in cerca di una casa"

di GIOVANNI BALLERINI -
2 febbraio 2024
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"Navigando verso Malta senza aver nuotato mai nell'acqua alta". Si chiude così "Onda alta". Il brano che Dargen D'Amico presenta alla settantaquattresima edizione del Festival di Sanremo parla delle rotte dei migranti e lo fa con grande ritmo e un pizzico di ironia, per speziare con nuove nuance un tema controverso e raccontare da un altro punto di vista questo esodo senza fine, il disagio di questi esseri umani costretti ad affrontare le sofferenze, le paure e le insidie dei relativi viaggi della speranza in mare:

L'onda alta su Sanremo

"Sta arrivando l'onda alta, stiamo fermi e non si parla e non si salta". E’ la sua seconda volta all’Ariston: nel 2022 il producer, rapper e autore milanese Jacopo D’Amico, in arte Dargen D’Amico, presentò "Dove si balla", che arrivò nona in classifica. Ci riprova con "Onda alta" probabilmente è il pezzo più veloce, dal punto di vista del ritmo, che sentiremo a questo Festival di Sanremo, ma anche una canzone urgente, che tratta temi importanti con grande contemporaneità. E quindi va ascoltata con attenzione, anche se le gambe scalpiteranno per ballarla. E, se nel 2022 Dargen cantava: "incubi mediterranei, che brutta fine fermi al confine", stavolta rincara la dose con: "siamo più dei salvagenti sulla barca. Sta arrivando sta arrivando l'onda alta, Non ci resta che pregare finché passa".
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Dargen D'Amico al Festival di Sanremo 2022

Emigrazione parte dell'esistenza

I problemi dei migranti, ieri come oggi, sono insomma sempre gli stessi, o quasi. "Il nomadismo è un tema che mi appartiene - racconta questo acuto quarantatreenne artista pochi giorni prima della manifestazione canora -. Quello familiare, per me che ho genitori originari della Sicilia, e quello che coinvolge gli altri. Perché tutti facciamo fatica a capire quale sia casa nostra. Nel 2023 gli arrivi dei migranti hanno superato 150.000 unità. L'emigrazione è parte imprescindibile dell'esistenza. Nessuno geneticamente è nato qui". Non è un caso che lo chiamino menestrello post-moderno o cantastorie del ventunesimo secolo, D'Amico si conferma uno dei più autoriali rapper italiani. Alla fine toccherà a questo cantautorap - come lui stesso ama definirsi – farsi carico a questo festival di sventolare la bandiera dell’impegno sociale. Di sicuro Dargen non si tirerà indietro, confermandosi uno dei rappresentanti più eclettici e poetici, ma anche autoironici della scena hip hop tricolore. Anche nel look, che lo vede sfoggiare perennemente occhiali scuri, che usa come segno distintivo e non abbandona mai. Ama insomma le battute nonsense, i ritmi danzerecci, ma non si sottrae all’impegno. Anzi rilancia sviluppando il tema dei migranti nell'intera settimana di Sanremo, con l'Edicola Dargen che ogni giorno alle 10 distribuirà un fumetto a puntate realizzato da Daniel Cuello e alle 18.30 ospiterà incontri con esperti del settore, come Cecilia Strada (ResQ Onlus) o Alessandro Porro (soccorritore SOS Mediterranee), ma che ha un suo sviluppo anche all'interno del nuovo album «Ciao America» (Island Records), da oggi sulle piattaforme.

"Ciao America"

"Ciao America è un titolo cumulativo - spiega Dargen D'Amico - Quando stavo lavorando ai brani ho notato che c'era una tendenza nello scrivere a riferimenti ai legami familiari. Ai miei, quando da ragazzino, con una certa leggerezza giovanile, chiamavo momento Ciao America, l'occasione in cui si leggevano le lettere dei parenti emigrati. Ma è anche una sintesi di quello che faccio io: musica italiana che si approfitta di alcuni stilemi musicali degli Usa, senza che lo stilema prevalga.
 
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E, infine, mi sembrava riassuntivo di questo momento che il mondo sta vivendo, con il passaggio dello scettro (economico) dall'Occidente all'Oriente, e quindi Ciao America. Una fotografia di un tramonto che fissa anche il nostro Paese, ormai in balia dell'immobilismo da almeno 30-40 anni". Il tema del nomadismo, della migrazione, sarà poi alla base anche della scelta per la serata delle cover a Sanremo: insieme alla BabelNova Orchestra omaggerà la musica di Ennio Morricone (The Crisis), con i testi dei suoi brani «Modigliani» (storia di un italiano che emigra all'estero, e anche primo pezzo - scartato - che ha presentato a Sanremo, «sono sempre stato curioso di capire come funzionava la macchina») e «Dove si balla». "È il tentativo di dare un altro punto di vista per raccontare con più profondità lo stesso tema".