Laurie Nunn, dalla cui mente è nata "Sex Education", può ritenersi soddisfatta del suo operato e dire così addio agli spettatori dell'amatissima serie televisiva teen britannica. La prima stagione dello show queer più colorato del piccolo schermo ha fatto il suo esordio nel gennaio 2019, un anno prima dello scoppio della pandemia da Covid 19, assicurandosi fin da subito un posto privilegiato nei gusti di più di 40 milioni di utenti in tutto il mondo.
La serie teen che insegna l'inclusione
Otis, sua madre Jean, Eric e Maeve hanno portato adolescenti e non a riflettere sui complessi temi della società odierna, come la sessualità, l’identità di genere, l’orientamento sessuale, l’aborto, ma anche la disabilità, il bullismo e le molestie. Parola d’ordine della serie:"inclusione". Perché nella narrazione proposta dai variegatissimi personaggi il riconoscimento e l’accettazione della diversità sono gli elementi senza i quali una realtà scolastica, e più in generale una società, non dovrebbe essere degna di esistere. Parlare di adolescenti è difficile, trattare dei problemi legati all’adolescenza in modo realistico e profondo senza cadere nella banalità lo è ancora di più e la creatrice della teen comedy più acclamata degli ultimi anni sembra aver superato la prova a pieni voti. Anche per quanto riguarda il tema della sessualità, portato sugli schermi in senso non solo di intrattenimento ma anche educativo. "Sex Education", partendo proprio dal titolo, si è distinta per avere raccontato in modo puntuale e progressista molte questioni che riguardano sesso e sessualità.Facendo addirittura un lavoro migliore di quello che si fa (o meglio, nel nostro Paese non si fa) in molte scuole con l'educazione sessuale. Le sessuologhe Debra Dudek e Giselle Natassia Woodley sostengono infatti che la teen comedy è un importante strumento di rappresentazione positiva della sessualità adolescenziale. In tutte le sue forme ed esperienze, come dovrebbe essere promossa negli ambienti scolastici. Qui, invece, quando se ne parla lo si fa spesso in termini di promozione dell'astinenza o dell'eteronormatività. "Sex Education" non solo spiega come avere rapporti di qualsiasi tipo in sicurezza, ma insegna a parlare di piacere (argomento mostrato e trattato durante le puntate), una questione che invece lascia tendenzialmente spazio in classe alla procreazione o alla prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili. Serviva una serie tv per affrontare con i più giovani il tema dell'orgasmo? Evidentemente sì!Visualizza questo post su Instagram
Il preservativo gigante in Argentina
E se di prevenzione si parla, indubbiamente di grande impatto la campagna di promozione della quarta stagione di "Sex Education" in Argentina.Per pubblicizzarne l'uscita Netflix ha messo un gigantesco preservativo rosa su un obelisco nella capitale Buenos Aires, in Palza de la Repùblica. Non una novità, visto che era già accaduto in passato in occasione della Giornata mondiale della lotta contro l’Aids. Ma sicuramente l’iniziativa di marketing, realizzata dallo studio creativo Vertex, è stata di grande impatto, in particolare perché resa possibile dalla tecnologia 3D.@buenosaires.ar @Netflix Latinoamérica lo hizo de nuevo !!! ☝🏻 Animación virtual para #SexEducation ♬ sonido original - Buenos Aires / Tincho