Sex Education 4, il gran finale della serie che ha saputo parlare di sesso agli adolescenti

La teen comedy di Netflix che meglio è riuscita a trattare l'inclusione della diversità, della disabilità, dei diversi orientamenti e delle identità di genere è giunta al termine. Per ora...

di GIORGIA BORGIOLI
27 settembre 2023
sexed

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Laurie Nunn, dalla cui mente è nata "Sex Education", può ritenersi soddisfatta del suo operato e dire così addio agli spettatori dell'amatissima serie televisiva teen britannica. La prima stagione dello show queer più colorato del piccolo schermo ha fatto il suo esordio nel gennaio 2019, un anno prima dello scoppio della pandemia da Covid 19, assicurandosi fin da subito un posto privilegiato nei gusti di più di 40 milioni di utenti in tutto il mondo.

La serie teen che insegna l'inclusione

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Abby e Roman sono una coppia di ragazz* transgender

Otis, sua madre Jean, Eric e Maeve hanno portato adolescenti e non a riflettere sui complessi temi della società odierna, come la sessualità, l’identità di genere, l’orientamento sessuale, l’aborto, ma anche la disabilità, il bullismo e le molestie. Parola d’ordine della serie:"inclusione". Perché nella narrazione proposta dai variegatissimi personaggi il riconoscimento e l’accettazione della diversità sono gli elementi senza i quali una realtà scolastica, e più in generale una società, non dovrebbe essere degna di esistere. Parlare di adolescenti è difficile, trattare dei problemi legati all’adolescenza in modo realistico e profondo senza cadere nella banalità lo è ancora di più e la creatrice della teen comedy più acclamata degli ultimi anni sembra aver superato la prova a pieni voti. Anche per quanto riguarda il tema della sessualità, portato sugli schermi in senso non solo di intrattenimento ma anche educativo. "Sex Education", partendo proprio dal titolo, si è distinta per avere raccontato in modo puntuale e progressista molte questioni che riguardano sesso e sessualità.
 
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Facendo addirittura un lavoro migliore di quello che si fa (o meglio, nel nostro Paese non si fa) in molte scuole con l'educazione sessuale. Le sessuologhe Debra Dudek e Giselle Natassia Woodley sostengono infatti che la teen comedy è un importante strumento di rappresentazione positiva della sessualità adolescenziale. In tutte le sue forme ed esperienze, come dovrebbe essere promossa negli ambienti scolastici. Qui, invece, quando se ne parla lo si fa spesso in termini di promozione dell'astinenza o dell'eteronormatività. "Sex Education" non solo spiega come avere rapporti di qualsiasi tipo in sicurezza, ma insegna a parlare di piacere (argomento mostrato e trattato durante le puntate), una questione che invece lascia tendenzialmente spazio in classe alla procreazione o alla prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili. Serviva una serie tv per affrontare con i più giovani il tema dell'orgasmo? Evidentemente sì!

Il preservativo gigante in Argentina

E se di prevenzione si parla, indubbiamente di grande impatto la campagna di promozione della quarta stagione di "Sex Education" in Argentina.
@buenosaires.ar @Netflix Latinoamérica lo hizo de nuevo !!! ☝🏻 Animación virtual para #SexEducation ♬ sonido original - Buenos Aires / Tincho
Per pubblicizzarne l'uscita Netflix ha messo un gigantesco preservativo rosa su un obelisco nella capitale  Buenos Aires, in Palza de la Repùblica. Non una novità, visto che era già accaduto in passato in occasione della Giornata mondiale della lotta contro l’Aids. Ma sicuramente l’iniziativa di marketing, realizzata dallo studio creativo Vertex, è stata di grande impatto,  in particolare perché resa possibile dalla tecnologia 3D.

La quarta e ultima stagione di Sex Education

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Eric e Otis in una scena dell'ultima stagione della serie teen britannica scritta da Laurie Nunn

I suoi personaggi sono cresciuti e si sono evoluti negli anni con lei, fino ad arrivare allo scorso 21 settembre quando Netflix ha presentato al suo pubblico la quarta e ultima stagione della serie. La stessa Nunn non ha saputo che “la sua creatura” stava volgendo verso la fine fino a che, finendo di scrivere la quarta sceneggiatura, non si è resa conto che anche le storie dei suoi personaggi stavano giungendo naturalmente alla loro conclusione. Lo ha ammesso in un post publicato su Instagram qualche giorno prima dell’uscita dell’ultima stagione: “Nella mia mente ho sempre avuto la sensazione di poter scrivere le storie di questi personaggi per sempre. Lasciarli andare è stato doloroso e penso che lo sto ancora elaborando. Ma è successo in modo molto organico: quando abbiamo messo insieme la stanza degli scrittori per la quarta stagione, non avevamo previsto che sarebbe stata quella finale.
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La dottoressa Jean Milburn, madre di Otis e della piccola Joy

Qualcosa ha iniziato ad accadere durante il processo di scrittura e mi sono resa conto che, quando siamo arrivati all’episodio finale, non c’erano più ostacoli e tutto si era risolto da solo. Quindi ho avuto la sensazione che se avessi lasciato i personaggi lì, mi sarei sentita felice per loro e fiduciosa per il loro futuro. Ed è così che volevo lasciare la serie e penso che sarebbe stato sbagliato continuare a portare avanti la storia, quando la storia era giunta naturalmente alla fine". Come spesso avviene, sono stati proprio Otis, Jean, Maeve, Eric e tutti gli altri che, una volta preso forma il loro personaggio, hanno agito, hanno scelto le mosse che hanno abitati le diverse puntate e, infine, ne hanno determinato anche la fine. Per il momento perciò, resta solo da sperare che questo scatenatissimo gruppo di adolescenti e non abbiano voglia di comparire nuovamente sui nostri schermi.