
Sia Kate Isobelle Furler
Sia ha l'autismo. Due anni dopo essersi scusata per la sua rappresentazione nel film "Music" (2020), la cantante australiana, 47 anni, ha rivelato che le è stato diagnosticato un disturbo dello spettro autistico. A spingerla verso gli accertamenti necessari non è stato il manifestarsi di sintomi, quanto il senso di liberazione derivato dall’aver compreso davvero se stessa.
Ospite di Rob Cesternino a "Rob Has a Podcast" lo scorso 26 maggio, la cantautrice e attrice Sia Kate Isobelle Furler, conosciuta semplicemente come Sia, ha raccontato i recenti sviluppi personali, dichiarando: "Per 45 anni ho pensato: 'Devo indossare la veste umana'. Solo negli ultimi due sono diventata pienamente me stessa".
Questa sensazione descritta dalla donna di dover interpretare il ruolo di un umano, piuttosto che esistere semplicemente come tale, si allinea con la cosiddetta "maschera autistica". Chiamata anche camuffamento, è definita come l'atto di sopprimere consciamente o inconsciamente i comportamenti autistici per confondersi con gli individui neurotipici. Sebbene possa essere individuato nella prima infanzia, la natura dello spettro lascia spazio anche a diagnosi tardive. "Sono nello spettro, e sono in fase di reinserimento professionale e tutto il resto - ci sono un sacco di cose", ha detto nel podcast, dove ha anche rivelato che ora è sobria.

La cantante e attrice australiana nella copertina del suo singolo "Unstoppable" (Instagram)
La maschera autistica
"Indossavo una maschera, avevo segreti e vivevo nella vergogna". Durante l'intervista alla trasmissione radiofonica, la 47enne australiana ha rivelato per la prima volta di aver ricevuto la diagnosi di autismo.
La cantautrice ha rivelato che per 45 anni è stata costretta a "indossare la veste di essere umano"
"Nessuno può conoscerti o amarti quando sei pieno di segreti e vivi nella vergogna. E quando finalmente ci sediamo in una stanza piena di estranei e raccontiamo loro i nostri segreti più profondi, oscuri e vergognosi, e tutti ridono con noi, e non ci sentiamo pezzi di spazzatura per la prima volta nella nostra vita, e ci sentiamo visti per la prima volta nella nostra vita per quello che siamo veramente, allora possiamo iniziare ad andare nel mondo e semplicemente agire come esseri umani con un cuore e non fingere di essere qualcosa".

15 anni fa usciva "Some people have real problems"
Il film e le polemiche
La confessione ha suscitato molte reazioni tra i suoi fan, che sono rimasti sconvolti dalla sua rivelazione anche in riferimento alle feroci polemiche che le erano state rivolte nel 2021 per aver scritto, prodotto e diretto il suo primo film, "Music". Maddie Ziegler, nei panni della protagonista, è una bambina autistica non verbale di cui si prende cura la sorellastra spacciatrice (Kate Hudson). Le critiche rivolte all'artista erano incentrate sul fatto che un'attrice neurotipica (ballerina che ha collaborato a molti video della Furler) avesse interpretato quel ruolo delicato. In una scena, si vede il personaggio della Ziegler tenuto in una controversa posizione prona mentre subisce una sovrastimolazione sensoriale.
Sia rivela che dopo la diagnosi si è sentita "pienamente libera di essere se stessa"