Valeria Golino a Cannes: “Racconto una donna poco edificante, che non ha senso del limite”

“L’arte della gioia”, serie di Sky Original che debutta al festival ed è tratta dall’omonimo romanzo di Goliarda Sapienza, mette al centro una figura ribelle e percepita come scandalosa solo perché avanti nei tempi

di GIOVANNI BOGANI -
23 maggio 2024
FRANCE CANNES FILM FESTIVAL 2024

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Ritratto di giovane donna scandalosa, libera, al di là del bene e del male. Ritratto di giovane donna ribelle, che cresce analfabeta in un paesino della Sicilia, all'inizio del Novecento, con un padre che abusa di lei. Ritratto di giovane donna che muore e rinasce mille volte, che cerca sesso e amore dove lo trova. Che ruba la gioia, dovunque si trovi. È la protagonista de “L'arte della gioia”, la serie Sky Original che Valeria Golino ha diretto, e che ha presentato oggi in prima mondiale a Cannes. Prima di approdare sulla piattaforma, la serie in sei puntate approderà al cinema con Vision distribution, divisa in due parti: la prima dal 30 maggio, la seconda dal 13 giugno. Incontriamo Valeria Golino e il cast del suo film a Cannes, nello spazio italiano dell'hotel Majestic.  

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“Il personaggio del film è una donna nuova, diversa: avanti rispetto agli anni '70, quando il libro di Goliarda Sapienza fu scritto, avanti rispetto agli anni '90, quando finalmente fu pubblicato, postumo. Avanti anche rispetto al presente”, dice Valeria Golino. “E' una donna poco 'edificante', una donna che ha anche difetti, colpe, che si prende la gioia a morsi, che non ha senso del limite”. Tutto nasce dal romanzo di Goliarda Sapienza, nata 100 anni fa, uscito postumo e diventato un bestseller, “L'arte della gioia”. Goliarda e Valeria si sono incontrate, seppure in un passato lontano, in quella che anche a Valeria sembra un'altra vita: “Avevo meno di vent'anni, stavo per interpretare uno dei miei primi film, 'Storia d'amore' di Francesco Maselli. Goliarda fu per due mesi la mia coach di dizione. Capii subito che era una persona speciale. Lessi anche il suo libro, ma fui turbata dalla sua 'scabrosità', ho dovuto aspettare una seconda lettura per sentirne la sua forza, per esserne rapita”. Ad interpretare Modesta, la giovanissima Tecla Insolia, vent'anni e già un solido passato di cantante: nata a Varese da genitori siciliani, cresciuta a Livorno, nel 2020 ha vinto Sanremo giovani. E poi il self tape per i provini de “L'arte della gioia”. “La vediamo, scopriamo la sua intensità: le facciamo un provino dal vivo, e rimaniamo tutti a bocca aperta”, dice Valeria Golino. “Poi mi dicono che questa ragazza sa cantare. Le chiedo di farlo. Intona, a cappella, 'Mi sono innamorata di te', e ho capito che non c'era più bisogno di cercare altrove”.  

FRANCE CANNES FILM FESTIVAL 2024
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Jasmine Trinca, che nel film è la madre superiore sensuale, divorata dal desiderio, che accoglie in convento Modesta, riflette sul personaggio della protagonista, più che sul proprio. E riflette su Tecla: “Mi ha colpito molto accorgermi che per Tecla il suo personaggio non è un personaggio 'di rottura', scoprire che per lei è normale. Siamo noi, le donne della mia generazione, che rimaniamo sconvolte ed estasiate vedendo questa donna, finalmente non solo 'perbene'. E allora, ho pensato che questo personaggio può davvero far fare un passo avanti a tutti noi. Questo personaggio può rappresentare il completamento acquisito del racconto al femminile. E mi auguro che anche agli uomini possa svelare un altro orizzonte”.