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A Prato un centro ippoterapico per ogni tipo di disabilità: "I cavalli fanno bene al corpo e all'anima"

Il centro ippoterapico è un'idea del noto mercante d'arte Fabrizio Moretti. L'ingresso è gratuito per chi non può permetterselo

di GUIDO GUERRERA -
16 settembre 2023
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Porta il suo stesso nome la fondazione costituita da Fabrizio Moretti, mercante d’arte famoso nel mondo, che a Prato, sua città di origine, ha dato vita a un Centro Ippoterapico dedicato alle persone di ogni età, ma soprattutto ai bambini con problemi di disabilità psichica, sensoriale e fisica. Un progetto di sostegno sociale all’avanguardia sviluppato in sinergia con importanti collaborazioni scientifiche e che si evidenzia per autorevoli modelli di specializzazione e la sua natura spiccatamente inclusiva. Il Centro, inaugurato di recente, è gestito dalla associazione a carattere dilettantistico ‘Cavalli e Carrozze’ e si impegna a garantire l’accesso alle persone portatrici di disabilità anche a titolo gratuito qualora si trovino in situazioni economiche disagiate. La struttura all’avanguardia è dotata di maneggi al chiuso e all’aperto, di scuderie e di spogliatoi con otto box dedicati ai cavalli.
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La struttura: maneggi al chiuso e all’aperto, scuderie e spogliatoi con otto box dedicati ai cavalli

Il progetto del centro ippoterapico

L’idea della Fondazione, come racconta lo stesso Fabrizio Moretti, parte da lontano ed è attiva dal 2009 : ma il sogno di vedere realizzato quel centro di riabilitazione grazie alla ippoterapia, consigliata perfino dal padre della medicina greca Ippocrate come rimedio all’ansia e all’insonnia, prende forma solo dopo che Moretti riesce a finanziare il Centro con due fortunate aste benefiche organizzate da Sotheby’s. Oggi Fabrizio è un uomo felice perché quanto aveva vagheggiato da giovane mentre frequentava i maneggi e si dedicava ai concorsi equestri, lui perdutamente innamorato dei cavalli già in età precoce, è vivo davanti ai suoi occhi ed è la materializzazione vivida di un’opera che lo riempie di orgoglio. Fabrizio, persona elegante, dall’eloquio affabile e misurato, lascia indovinare dalle incrinature della voce la commozione che accompagna il suo racconto. “Ho giurato a me stesso che se la vita fosse stata generosa con me avrei provveduto a dare agli altri” .

Una passione dietro l'idea

Fabrizio, da cosa è motivato il suo interesse per l’ippoterapia? “Ho montato a cavallo sin da giovanissimo e sono sempre rimasto attratto dai risultati sbalorditivi dell’ippoterapia come cura di molte forme di disabilità, cosa che mi ha fatto capire quanto fosse benefico il rapporto con questo straordinario animale. Così un giorno mi sono ripromesso di dar vita a un centro ippico se la vita fosse stata generosa con me: lo è stata prima del previsto grazie alla mia attività di mercante d’arte e così questa idea ha cominciato a trasformarsi in realtà quattordici anni orsono. I lavori già terminati da qualche tempo hanno subito qualche ritardo per via della pandemia, poi grazie all’Onlus ‘Cavalli e Carrozze’ siamo riusciti a ripartire e a raggiungere felicemente il nostro traguardo.” Il centro di riabilitazione equestre si occupa principalmente dei problemi inerenti alla disabilità. C’è un suo coinvolgimento emotivo di tipo speciale in tutto questo?  “Erano i lontani anni 90 e tutte le volte che mettevo piede in un ippodromo mi accorgevo quanti e quali incredibili benefici potesse produrre lo stretto contatto di una persona affetta da una qualche patologia con il cavallo. Il nostro programma di oggi è fondato sulla inclusione assoluta dei diversi soggetti da trattare, per esempio non prescindendo da certi comportamenti anomali nei giovani causati da un disagio epocale crescente.
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Benefici dell'ippoterapia anche sui disagi comportamentali

Sono tanti i ragazzi ad avere problemi in famiglia, che si comportano male a scuola alimentando il fenomeno del bullismo: anche in questi casi di disadattamento sociale l’ippoterapia mostra di possedere incredibili risorse riabilitative e rieducative.

Il centro è gratuito per chi non può permetterselo

In che modo è possibile accedere al maneggio? Liberamente per chiunque ne abbia bisogno oppure c’è una retta da pagare? “L’Onlus che gestisce il centro richiede il pagamento delle spese dell’istruttore a chi ha disponibilità economica. Discorso diverso per chi non può permetterselo: in questo caso verrà certamente assicurata la possibilità di montare a cavallo gratuitamente.” Cos’è per lei il concetto di inclusione. Che significato speciale ha per lei questo termine? “Un grande sogno irrealizzabile in modo completo. Il mondo è destinato a nascere diverso e morire diverso, quindi occorre lottare per riuscire a rendere possibile l’attuazione di questo ideale almeno in parte. È necessario lavorare ogni giorno perché le persone vengano educate nel modo più opportuno in questa direzione e che la scuola inizi a orientarsi nella maniera più corretta per fare le cose giuste. E’ essenziale che i giovani vengano formati in modo adeguato per imparare i valori di educazione e rispetto”. Quello che ha realizzato è un grande progetto, ma c’è un sogno più grande, uno che vorrebbe concretizzare? “Per il momento voglio godermi la soddisfazione di aver realizzato questo mio importante sogno. E su questo posso edificarne un altro: quello di riuscire a proseguire su questa strada, perché il mantenimento dello stato delle cose è ancora più difficile della loro edificazione.
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Fabrizio Moretti all'interno della struttura

Comunque non escludo che nel futuro possano venirmi altre idee e così ampliare ulteriormente i miei orizzonti e quelli di questo centro.” Un uomo come lei, protagonista nel mondo dell’arte, ritiene possibile ricondurre il cavallo a una dimensione artistica? “Il cavallo è senza dubbio un’opera d’arte: lo stesso Leonardo ne era ossessionato. E’ di fatto uno degli animali più nobili esistenti, e questa nobiltà speciale la evidenzia proprio nel ‘sentire’ le difficoltà di chi si avvicina a lui mettendosi totalmente a disposizione. I cavalli possiedono una sensibilità fuori dal comune, prerogativa che molto spesso difetta negli esseri umani. Solo chi riesce a stabilire un rapporto corretto con questi animali può comprenderne le qualità straordinarie e imparare lezioni che forse nessun libro può assicurare. Montare un cavallo implica rispetto, equilibrio e misura e esserne amico stabilisce un legame che fa bene al corpo e all’anima. E questo è motivo di cura, ragione di benessere e fonte di salutare armonia.”