Un’idea nata casualmente. Un’esigenza che non trovava risposte nella società. La volontà di garantire a tutti pari diritti. La voglia di non lasciare nulla al caso, mai. Da oltre 12 anni, Davide Leonardi, inserito tra le 100 persone più influenti nel Mondo dello Sport secondo la rivista Forbes, è il cuore pulsante di Insuperabili, una realtà che ha trasformato il calcio in un potente strumento di inclusione sociale.
Fondatore con Ezio Grosso e Attila Malfatti, nonché presidente di questa realtà, Leonardi ha dimostrato che lo sport può essere molto più di una competizione: è un linguaggio universale capace di abbattere barriere, superare pregiudizi e creare opportunità per persone con disabilità. “È nato tutto in maniera casuale nel 2012 quando abbiamo percepito una necessità impellente nel mondo dello sport. Stavo lavorando a un metodo di allenamento insieme ad Attila Malfatti e a Ezio Grosso ed è lì che è scattata l’idea. La nipote di Attila, una ragazza con sindrome di Down, veniva spesso a trovarci per vedere gli allenamenti e provare qualche esercizio. Così ci siamo chiesti: ‘E se creassimo un metodo per insegnare il gioco del calcio alle persone con disabilità?”, spiega Leonardi. Dodici anni dopo sono 18 le sedi in tutta Italia, con oltre 800 atleti coinvolti e una visione che si espande oltre il campo di gioco, Davide continua a ispirare nuove generazioni attraverso il suo impegno e la sua passione per un mondo più equo e inclusivo. In questa intervista, ci racconta i progetti futuri e le sfide che attendono Insuperabili nel 2025.
Davide, dopo oltre 12 anni di attività con Insuperabili, come vede il 2025 per il vostro progetto di calcio inclusivo?
“Il 2025 rappresenta per noi un nuovo capitolo, un anno in cui vogliamo crescere ancora e consolidare ciò che abbiamo costruito. Il nostro obiettivo è coinvolgere un numero sempre maggiore di atleti, famiglie e comunità, portando il calcio inclusivo in territori dove non siamo ancora presenti. Per noi, ogni atleta è una storia, un talento e una possibilità di dimostrare che lo sport è un linguaggio universale, capace di abbattere ogni tipo di barriera. Dal 2022, inoltre, con il Gruppo EcoEridania abbiamo creato la Fondazione EcoEridania Insuperabili: una sinergia fondamentale che ci sta permettendo di ampliare ulteriormente i nostri orizzonti e di pensare ancora più in grande”.
Come si concretizza questa visione inclusiva nello sport?
Partiamo dal campo, che è il nostro cuore pulsante. Qui lavoriamo per costruire un ambiente dove ogni atleta, indipendentemente dalla sua disabilità, possa sentirsi accolto, rispettato e valorizzato. Ma non ci fermiamo al calcio giocato: promuoviamo anche iniziative educative e di sensibilizzazione per cambiare la percezione della disabilità, dentro e fuori dallo sport. Inclusione significa creare opportunità, ma anche abbattere pregiudizi, e questo richiede il coinvolgimento di tutta la società”.
Avete già raggiunto risultati importanti. Quali sono le sfide principali per il futuro?
“Una delle sfide più grandi è fare in modo che il nostro messaggio raggiunga il maggior numero di persone possibile. Non vogliamo solo creare un modello di inclusione nel calcio, ma ispirare altre realtà sportive e aziendali a seguire il nostro esempio. Allo stesso tempo, dobbiamo garantire la sostenibilità dei nostri progetti e continuare a innovare, ampliando il nostro impatto sia in Italia che, un giorno, a livello internazionale”.
Il calcio femminile è stato al centro di alcune vostre iniziative recenti. Cosa rappresenta per voi questo tema?
“Per noi è fondamentale. La creazione della nostra Prima Squadra Women è stato un passo importante per dimostrare che il calcio è per tutti, a prescindere da genere e abilità. Vogliamo che sempre più donne si sentano rappresentate e che trovino nello sport uno spazio di espressione e crescita. Nel 2025 puntiamo a sviluppare ulteriormente questa realtà, affinché diventi un simbolo di ciò che significa inclusione nel senso più ampio. Proprio per questo, la decisione del Governo di tagliare i fondi destinati al professionismo mi lascia perplesso”.
Cosa spera di vedere realizzato entro la fine del prossimo anno?
“Spero di vedere una comunità ancora più ampia, dove i sogni dei nostri atleti diventano realtà. Vorrei che Insuperabili continuasse a essere un punto di riferimento, non solo per chi vive lo sport, ma anche per chi vuole credere in un futuro più inclusivo e giusto. Credo fermamente che la forza delle idee condivise possa cambiare il mondo, e sono certo che nel 2025 faremo passi importanti in questa direzione”.
Qual è il messaggio che vuole lasciare ai lettori?
“Non smettete mai di credere nel potere dello sport e della comunità. Ogni piccolo gesto, ogni passo verso l’inclusione, fa una differenza enorme. Il calcio può essere molto più di un gioco: è un mezzo per costruire un mondo dove nessuno è lasciato indietro. I limiti esistono per chiunque e sempre esisteranno, ma questo non è un motivo per non mirare all’eccellenza assoluta”.
Carlo Morizio