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Associazione Quartotempo, la diversità vissuta come una ricchezza per la vita

Salvatori e Fazzini in coro: "Tutti possono giocare". E la nazionale non vedenti, rappresentata in larga parte dalla realtà fiorentina, ottiene dei grandi risultati ai mondiali di Birmingham

di EDOARDO MARTINI -
24 agosto 2023
Una delle squadre giovanili del Quartotempo

Una delle squadre giovanili del Quartotempo

Un luogo aperto a tutti, in cui la diversità viene insegnata e vissuta come grande ricchezza per la vita di ogni singolo atleta. E' questa l'Associazione sportivo dilettantistica Quartotempo, nata il 6 settembre del 2001 dalle ceneri di un progetto sociale ed educativo cresciuto all'interno della Cooperativa Sociale Matrix Onlus. 
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La realtà sportivo-dilettantistica nata nel 2011

Tutte le attività dell'Associazione Quartotempo

Calcio a 5, visiball, il calcio visionario creato da questa realtà con tre vedenti e due non vedenti per squadra, calcio a 5 non vedenti, con un portiere vedente e quattro non vedenti, Fiorentina special, il campionato della Divisione calcio paralimpico e sperimentale Figc. Poi basket, giochi vari per favorire la partecipazione e la costruzione di relazioni tra bambini con difficoltà medio gravi, progetti e laboratori nelle scuole e nei centri estivi, ma anche 'Quartotempo a Scuola!', il laboratorio sportivo che mira a valorizzare le capacità relazionali degli alunni mettendoli al centro di proposte che creino divertimento e nuove forme di relazioni nella classe. Sono tutte le attività proposte da questa bellissima associazione che cerca di valorizzare il gioco e lo sport, due strumenti per conoscersi in modo differente, per trasformare le dinamiche relazionali al fine di creare benessere e facilitare l'inclusione e per vedere le reciproche diversità come ricchezza attraverso esperienze dirette. E chi ce ne poteva parlare meglio se non Giorgia Salvatori, responsabile di eventi e sviluppo e il presidente e responsabile dell'area sportiva, nonché allenatore di calcio Coni-Figc, Uefa B e Calcio a 5, Matteo Fazzini che hanno deciso di raccontarsi a Luce!.

Salvatori, partiamo dal principio. Com'è nata l'idea dell'associazione, che quest'anno ha compiuto 12 anni di attività?

"L'idea è partita da Matteo che insieme agli altri due fondatori faceva parte di un centro di socializzazione per persone con disabilità. Insieme avevano messo appunto un modello educativo-sportivo particolare che poi è stato alla base della nascita di Quartotempo".

"Questo tiene insieme la parte sportiva con la parte psicologico-educativa dell'inclusione perché a Quartotempo il motto è 'Tutti possono giocare' e infatti in ogni categoria giocano sia bambini normodotati (anche se stiamo rivedendo la terminologia) sia bambini con disabilità, però abbiamo anche una ragazza che è in carrozzina che gioca e si allena".

"La particolarità sta proprio nel metodo: in campo durante gli allenamenti e le partite, è presente un team composto dall'allenatore, dall'educatore e dallo psicologo perché proprio durante l'allenamento si tengono insieme questi aspetti della crescita del ragazzo. Sia la parte tecnica, sia la parte psicologica, sia il lavoro di squadra".

"E' un modello che non esiste nelle altre scuole calcio. E' una particolarità e sul tema della disabilità Quartotempo è un riferimento proprio per questo".

Possiamo dire che nel nome Quartotempo è rappresentato tutto il vostro lavoro che è quello di accompagnare la persona nel proprio percorso di vita quotidiana?

"Esatto. Il Quartotempo è il dopo terzo tempo del rugby. E' il tempo in cui avviene quest'esperienza. C'è l'esperienza dell'incontro, l'esperienza della diversità e l'esperienza della crescita".
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'Quartotempo a Scuola!', il laboratorio sportivo che mira a valorizzare le capacità relazionali degli alunni

Nella vostra realtà sono presenti diversi gruppi di attività. Come funziona il 'reclutamento' dei ragazzi?

"Chi si avvicina alla nostra realtà, inizialmente fa un colloquio conoscitivo con tutto il team educativo. Da lì capiamo in quale categoria può essere inserito il ragazzo che ad esempio vuole giocare a calcio". "Nel caso fosse presente una maggiore difficoltà, viene fatto un colloquio più approfondito in modo tale che il ragazzo possa fare un percorso adeguato. Questo è l'avvicinamento autonomo. Inoltre abbiamo anche una convenzione con la Società della Salute per cui anche i servizi inviano i ragazzi con difficoltà certificate a Quartotempo". Non siete attivi solo nel settore sportivo, ma anche nella parte "food". Anche in questo caso il vostro scopo è quello di fornire un'opportunità di formazione e di inserimento lavorativo per tutti? "Abbiamo realizzato questo progetto con il circolo Arci Dino Manetti a Campi Bisenzio. Insieme a loro, che curano la parte ristorativa ed insieme alla fondazione 'Il Cuore si scioglie', abbiamo realizzato questa bellissima iniziativa chiamata 'Social Food, riuscendo a formare i ragazzi sia in cucina sia in sala". "Alcuni di loro, soprattuto quelli con una disabilità cognitiva, danno una mano a servire e in cucina. E l'obiettivo è quello di implementare questo progetto". Avete fatto due campionati Figc di serie C2 concludendo lo scorso anno con una bella vittoria all'ultima giornata. Tra poco si apriranno le porte del prossimo torneo, siete pronti?   "Quello che posso dire è che il nostro è un bel gruppo che si fa sentire anche sul campo. L'ultima vittoria è stata sia il frutto di un lavoro grosso fatto in allenamento sia proprio di vita dell'associazione. Quindi credo che i ragazzi siano molto carichi per l'inizio della prossima avventura".
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Il presidente e l'allenatore di Quartotempo Matteo Fazzini

Matteo Fazzini

Adesso è il turno dell'allenatore nonché presidente di Quartotempo Matteo Fazzini che ci ha parlato anche dell'avventura di alcuni dei suoi ragazzi che hanno fatto parte della nazionale non vedenti B1 durante i mondiali di Birmingham.

Fazzini lei è presidente ma anche allenatore della squadra di calcio a 5 del Quartotempo. Quanto è difficile la gestione di entrambi i ruoli?

"Partiamo dal presupposto che unire le due cariche è un'occasione per far sì che entrambe le parti possano funzionare al meglio perché anche stare in campo ti fa capire delle situazioni che servono nelle scelte che poi devi portare avanti con il compito istituzionale". "Stare in campo a me piace tantissimo e in Quartotempo è stimolante perché la nostra missione, che è quella di includere persone con difficoltà e farle giocare insieme a tutte le altre, comporta una grossa riflessione su come portare avanti l'attività in modo da renderla allenante per tutti". "Non è difficile se non per mole di lavoro che è tanta. La fortuna è di avere una squadra solida che ti aiuta e ti sostiene". Ma veniamo ai Mondiali. Come funziona la preparazione? Quanti allenamenti hanno dovuto fare i nostri ragazzi?  "Cominciamo col dire che al Mondiale ci sono tre giocatori di movimento, tra cui il capitano di Quartotempo Jacopo Lilli, Damiano Giunta, Valerio Arancio Febbo e il portiere vedente Andrea Chellini. Oltre a loro come secondo allenatore abbiamo Giovanni Avallone, anche lui di Quartotempo". "La preparazione è stata quindi una preparazione che ha risentito della metodologia di lavoro della nostra realtà. Inizialmente si sono allenati con schede individuali nelle rispettive società prima di unirsi con la nazionale a Roccaraso".
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L'esultanza dei nostri azzurri dopo il goal del 3-2 segnato alla Thailandia ai mondiali di Birmingham

Per una debuttante nel torneo come l'Italia, che ha dominato il girone e ha perso soltanto ai quarti di finale contro la corazzata Argentina, vice campione del mondo e argento alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, e contro l'Iran ai rigori fallendo così la qualificazione alle prossime Paralimpiadi, quanto è orgoglioso di questo?

"Innanzitutto la nostra nazionale ha colmato un gap enorme con le altre. E' stato un mondiale positivo, soprattutto per il fatto di dare luce a questo movimento. Quindi sì mi inorgoglisce tanto anche perché cerco di entrare il più possibile in quello che provano i giocatori". "Questo tipo di possibilità sportiva è molto gratificante per chi si è dedicato a questo sport. L'orgoglio è legato alla loro gioia e al fatto che se la son potuta godere. Ma la soddisfazione maggiore è a Quartotempo che è ben rappresentato".

Quali saranno i vostri prossimi obiettivi?

"Per il mondo non vedente il fatto di poter far arrivare nelle case l'informazione che noi esistiamo e che questo tipo di sport può essere uno sport che altre persone possano praticare". "L'altro obiettivo è di far arrivare il progetto del calcio visionario nelle scuole. Pensare che i ragazzi con difficoltà visive durante l'ora frustante di educazione fisica possano giocare e divertirsi insieme ad altri compagni. Poi mi viene in mente tutto il resto: partecipare ai Campionati Italiani e alla Coppa Italia".