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Alessandro Gattafoni sul suo kayak
Saranno "125 miglia per un respiro". E' questa l'impresa dell'atleta Alessandro Gattafoni, marchigiano, classe 1986, affetto da fibrosi cistica, che è alla sua terza traversata in kayak. Partirà il 19 giugno dalla Corsica e raggiungerà le coste toscane il 23 giugno, con una tappa intermedia a Marina di Campo all'Isola dell'Elba, insieme ai maestri Francesco Amore e Giuseppe De Bernardi. Un'iniziativa promossa dalla Lega italiana fibrosi cistica, di cui Alessandro è testimonial, in collaborazione con Lifc Toscana e presentata al Campus Meyer di Firenze. In mare è tornato a respirare: l'acqua è diventata il suo elemento. "Questo sport - racconta l'atleta - mi ha dato la possibilità di uscire allo scoperto e di spiegare la mia condizione". È un messaggio di speranza il suo: "chi è malato può avere una vita normale".
"Quando facevo attività sportiva a livello agonistico, come calcio e poi pugilato, non ho mai parlato della mia condizione di partenza per non ledere i miei principi sportivi: non volevo sconti da nessuno, volevo essere come tutti gli altri". "Quando ho abbandonato l'agonismo e ho scoperto il kayak, qualche anno fa, ho deciso di mettermi a nudo e parlare della mia condizione con l'obiettivo di puntare un riflettore su questa malattia che non viene vista per portare a galla le difficoltà e le problematiche che i pazienti con questa patologia vivono ogni giorno". La traversata per Alessandro è anche una sfida per dimostrare a se stesso e agli altri che "si possono compiere imprese sportive straordinarie" anche se affetti da questo male.
Una patologia "invisibile"
"È una malattia invisibile perché addosso non lascia segni, ma in realtà chi ne è affetto deve fare i conti con il respiro che manca, infezioni frequenti, terapie", spiega Alessandro Gattafoni.![fibrosi-cistica-gattafoni-kayak](https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2023/06/Fibrosi-cistica-Gattafoni-Alessandro.jpg)
Alessandro Gattafoni, testimonial della Lifc
È un grande segnale quello che l'atleta marchigiano lancia dal suo kayak in mare: "Cerco di dare speranza a quelle famiglie che devono affrontare questa malattia genetica: quando scoprono che il proprio figlio di pochi mesi ne è affetto e che oggi l'aspettativa di vita, nonostante i grandi passi avanti nella ricerca scientifica rispetto al passato quando la mortalità infantile era molto più elevata, si stima non superare i 40 anni". "Oggi uscire in mare, spingersi oltre i propri limiti - racconta Alessandro - dimostra che la vita va avanti oltre la malattia, dando sollievo a queste famiglie".Visualizza questo post su Instagram