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La rivincita di Guya e il trionfo dell'allieva. La storia della cavallerizza insegnante

La 33enne fiorentina nel 2021 ha dovuto mollare la carriera nel salto a ostacoli a causa di un tumore al seno. Oggi che il peggio è passato lei torna in sella e si gode la soddisfazione da insegnante

di FRANCO MORABITO -
28 luglio 2023
Guya Maddii in concorso

Guya Maddii in concorso

Di ostacoli, Guya Maddii, ne ha superati tanti nel corso della sua lunga e brillante carriera nell'equitazione. Poi, però, uno particolarmente difficile ha costretto la fiorentina, 33anni, a fermarsi. O meglio, a cambiare lato del capo di gara.  La barriera da scavalcare, questa volta, era dentro di lei e aveva un nome che fa paura: tumore al seno. E così il salto a ostacoli invece di praticarlo ha iniziato a insegnarlo.

L'allieva di Guya campionessa italiana

Dal 2013 è però un'apprezzata istruttrice di giovani cavalieri e amazzoni, prima al Centro Ippico delle Cascine poi, da quattro anni, al Pegaso di Iolo, insieme alla 26enne Irene Morini, sua allieva che si occupa dei più piccoli.
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Guya Maddii e Irene Morini, 26enne sua allieva che la supporta anche nell'insegnamento con i bambini più piccoli

Ed è in questa veste che lo scorso weekend, a Cervia, ha messo un altro tassello importante al suo ricco palmarès. Portando proprio Morini alla conquista del titolo italiano istruttori, unica ad aver fatto dopo 3 giorni di gare l'en plein a percorso netto. Un successo ancor più significativo perché ottenuto su Gran Star, un cavallo acquistato insieme a Marco Giannini, il presidente del Centro, solo sei mesi fa.

La scoperta del tumore

Ma torniamo indietro, al 4 febbraio 2021, quando Guya Maddii era all’apice della carriera. Quando "Tornando a casa da un weekend di gare pieno di vittorie mi sono sentita un nodulo al seno e da lì è cominciato il mio calvario", racconta la fiorentina. E aggiunge: "Mi è sembrato che mi crollasse il mondo addosso. Io, che avevo iniziato equitazione a nove anni, invogliata da mio nonno che aveva cavalli da trotto, mi sono trovata improvvisamente a dover mollare tutto: sei mesi di chemio, persi i capelli e senza prospettive per il futuro".
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Guya Maddii con Irene (a destra) e una giovane amazzone. Morini ha conquistato il titolo italiano istruttori

Da cavallerizza a insegnante

A quel punto la ragazza ha tirato fuori tutto il suo coraggio: "Non potendo più fare attività agonistica ho trovato la forza di continuare a frequentare il Centro per insegnare ai miei ragazzi". La malattia l'ha costretta a uno stop, ma la passione per quel mondo era troppo grande per farle abbandonare l'equitazione. E così ha scelto di trasmettere tutte le sue conoscenze, l'esperienza accumulata, agli allievi più giovani. E anche così, piano piano, dopo il buio è tornata finalmente la luce. "Un anno fa, dopo i vari interventi e i controlli l’équipe medica di Careggi, che ringrazio per l’amore e la professionalità con cui mi ha seguita, mi ha dato l’ok per ricominciare a montare, e sono ripartita". E se le si chiede cosa sia cambiato da allora ad oggi, risponde sicura: "Ho capito che è importante dare valore anche ad altre cose e soprattutto fare ciò che più mi piace: ho ripreso con le lezioni a tempo pieno e ho preso la patente per fantino di galoppo: non l'avrei mai pensato in vita mia".
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Guya Maddii in sella durante un concorso di salto a ostacoli

La ricerca del cavallo giusto

Guya è tornata a saltare, ma "per farlo ai livelli più alti - spiega - sono ancora alla ricerca del cavallo giusto". Il suo precedente partner di gara, Indigo, "col quale formavamo un binomio perfetto", non sarebbe potuto restare fermo nel periodo della sua malattia, quindi era arrivata la dolorosa decisione: "Sono stata costretta a venderlo a un inglese col quale mi mantengo in contatto per avere sue notizie". Intanto continua a procedere a piccoli passi verso il ritorno alla normalità. "Sono fiera di quello che ho fatto, il percorso è ancora lungo ma sto già raccogliendo dei frutti, grazie alla mia famiglia, agli amici, a tutti i bambini e genitori del Centro e soprattutto a Marco, il presidente, e a Irene che è come una sorella. Senza di loro forse non ce l’avrei fatta".