L'inclusione fra le nevi: gli atleti e le atlete Lgbtq+ ai Giochi invernali di Pechino

di MARIANNA GRAZI
7 febbraio 2022

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Sono trascorsi pochi mesi, ma quelle dell'estate scorsa saranno di sicuro ricordate come le Olimpiadi non solo del Covid-19 – che ne ha addirittura rinviato di un anno lo svolgimento, condizionandone poi tutta l'organizzazione – ma soprattutto come quelle più inclusive di sempre. Ai Giochi estivi di Tokyo infatti, hanno partecipato tantissimi atleti e atlete Lgbtqia+ (secondo un conteggio di OutSports erano almeno 161, provenienti da 25 Stati). Insomma, nell'estate sportiva del 2021, il cielo nipponico è stato illuminato da un arcobaleno di colori, storie e vittorie dei campioni e delle campionesse omo-bi-pan sessuali e trans*.

Amber Glenn, pattinatrice artistica su ghiaccio del Team Usa 

Ma se l'occasione, per così dire, è stata ghiotta, non si può certo trattare di un unicum nel suo genere. E infatti, dal caldo giapponese, pochi mesi dopo, la torcia dell'inclusione illumina anche i Giochi Olimpici Invernali di Pechino, che hanno preso il via il 4 febbraio scorso. Anche tra le nevi e i ghiacci della capitale cinese però, sono tant* sportiv* queer, pronti a farsi onore puntando ovviamente ad un sogno chiamato medaglia. Sempre secondo il sito Outsports, che si occupa di dare visibilità agli/lle atlet* Lgbtq+ che rendono pubblico il loro orientamento sessuale (cosa ancora non comune nel mondo dello sport) sono almeno 35 quell* che sono presenti alle Olimpiadi Invernali 2022. Praticamente il doppio di quelli che hanno gareggiato nel 2018 a Pyongyang. Un primato infranto già prima dell'inizio delle gare, un passo in avanti verso un mondo più inclusivo anche nello sport. Che si tinge di arcobaleno tra le nevi di Pechino e che porta l'orgoglio Lgbtq+ sulle vette più alte dell'olimpo.

Lo sport per l'inclusione

Nove le discipline dove ci sarà almeno un atleta queer, con i numeri più alti nell'hockey (basti pensare alle sette giocatrici della squadra canadese) e nel pattinaggio artistico. Dei pattinatori, otto sono uomini, uno è non-binary e uno è pansessuale. Tra i nomi più noti presenti nella lista qui sotto c'è quello della snowboarder Sarka Pancochova, Campionessa Olimpica in carica che ha usato i suoi titoli e la notorietà per far luce sulla lotta per l’uguaglianza matrimoniale in Repubblica Ceca. "È sempre un onore poter rappresentare il mio paese alle Olimpiadi, rappresentare anche la comunità Lgbtq e spingere per il matrimonio egualitario in Repubblica Ceca. È stato costantemente nella mia mente!”, ha detto poco prima della partenza per Pechino. C'è poi chi la sfida ce l'ha in casa: un esempio sono le due campionesse di skeleton Kim Meylemans (olandese) e Nicole Silveira (brasiliana), rivali sulla pista ma una coppia nella vita. "Parliamo molto di come questa sia una situazione davvero unica. Dove stiamo effettivamente gareggiando nello stesso sport ma una contro l’altra. È divertente e stimolante allo stesso tempo”. E poi c'è chi riconosce il potere di essere un atleta olimpionico che ha fatto coming out: “È un privilegio sentirsi parte di una comunità che sta spingendo (avanti) i confini come nessun altra – ha detto il pattinatore artistico del Team britannico Lewis Gibson Gibson –. Ogni quattro anni i numeri salgono alle stelle, ed è così bello da vedere e così bello farne parte. Le Olimpiadi sono un’eredità e far parte di questo gruppo di persone è anche questo”. Amber Glenn, pattinatrice artistica, ha 22 anni e si identifica sia come bisessuale che come pansessuale: rappresenterà il Team USA per la competizione del singolo femminile e ad oggi è l’unica pattinatrice artistica apertamente Lgbtq+ a farne parte. Il suo coming out risale al 2019: "Non voglio sbattere la mia sessualità in faccia alle persone, ma non voglio neanche nascondere chi sono", aveva dichiarato.

Sarka Pancochova con la moglie Kaileen

Gli/Le atlet* Lgbtq+ a Pechino 2022

Biathlon: Megan Bankes (Canada) Curling: Bruce Mouat (Gran Bretagna) Pattinaggio artistico: Filippo Ambrosini (Italia) Kevin Aymoz (Francia) Jason Brown (Stati Uniti) Guillaume Cizeron (Francia) Lewis Gibson (Gran Bretagna) Amber Glenn (Stati Uniti, riserva) Timothy LeDuc (Stati Uniti) Paul Poirier (Canada) Simon Proulx Sénécal (Armenia) Eric Radford (Canada) Hockey su ghiaccio: Brianne Jenner (Canada) Erin Ambrose (Canada) Ebba Berglund (Svezia) Alex Carpenter (Stati Uniti) Emily Clark (Canada) # Mélodie Daoust (Canada) Anna Kjellbin (Svezia) Aneta Lédlová (Repubblica Ceca) Jamie Lee Rattray (Canada) Jill Saulnier (Canada) Ronja Savolainen (Finlandia) Micah Zandee-Hart (Canada) Skeleton: Andrew Blaser (Stati Uniti) Kim Meylemans (Belgio) Nicole Silveira (Brasile) Salto con gli sci: Daniela Iraschko-Stolz (Austria) Sci: Makayla Gerken Schofield (Gran Bretagna) Gus Kenworthy (Gran Bretagna) Sandra Naeslund (Svezia) # Snowboard: Belle Brockhoff (Australia) Sarka Pancochova (Repubblica Ceca) Pattinaggio di velocità: Bretagna Bowe (Stati Uniti) Ireen Wüst (Paesi Bassi)

Eric Radford primo gay a vincere l’oro l’olimpico ai Giochi invernali del 2018

Il 'caso' LeDuc

"Ci saranno persone che non capiranno o mi catalogheranno molto rapidamente. Vedranno la barba, le mie caratteristiche fisiche diranno: 'Sei un ragazzo, comportati come un ragazzo. Cosa stai facendo?'". Il campione statunitense di pattinaggio artistico  Timothy LeDuc, ha raccontato la sua storia a My new favorite Olympian, il podcast Nbc sui Giochi di Pechino 2022, prossimi all'avvio. Una vicenda subito rimbalzata sui siti pro e anti Lgbt. Pochi giorni fa il 31enne ha battuto un record del campionato di pattinaggio artistico degli Stati Uniti, a Nashville, e sta per diventare la prima persona non binaria a partecipare alle Olimpiadi. Dopo il coming out come bisessuale a 18 anni, LeDuc era stato oggetto delle accuse degli haters e dell'ostracismo della chiesa evangelica di cui faceva parte, e questo lo spinse a dedicarsi al pattinaggio su ghiaccio di coppia. La federazione di skating Usa, invece, lo ha sempre difeso per "la sua positiva influenza come membro della squadra olimpica americana". "Vorrei che la gente non dicesse 'ecco il primo non binario ai Giochi' – ha detto LeDuc a Nbc –, ma che ragionasse sul fatto che un atleta queer può tranquillamente partecipare e vincere come gli altri. Perché noi ci siamo sempre stati".