La sua storia ha commosso il mondo. Nathalie Moellhausen, spadista 38enne italo-brasiliana, a queste Olimpiadi ha voluto esserci a tutti i costi. Nonostante il dolore per un tumore benigno al coccige che nelle ultime settimane l'aveva costretta a ricoveri in ospedale e dosi massicce di morfina. Nei giorni scorsi, durante la sfida con la canadese Ruien Xiao, si è accasciata in pedana nel corso dell’assalto ed è stata immediatamente soccorsa dallo staff medico. Ma Nathalie non si è fermata e ha voluto riprendere la gara, nella quale è stata poi sconfitta. Oggi, per lei, era previsto l’intervento, già programmato vista la situazione delicata.
La campionessa del mondo è nata a Milano da padre italo-tedesco (figlio di un console) e madre italo-brasiliana, la stilista Valeria Ferlini, e dal 2010 vive a Parigi insieme al marito. È stata allenata prima dalla stella transalpina Laura Flessel-Colovich, poi dal maestro Daniel Levavasseur e ora da Georges Karam al Levallois Sporting Club. L'atleta, che ha vinto un oro mondiale con l'Italia e uno storico con il Brasile è anche un’artista poliedrica, ballerina e sceneggiatrice, ma si è ritrovata a fare i conti con questo scherzo del destino nella marcia di avvicinamento alle Olimpiadi. “A causa di un serio problema di salute – hanno detto dal suo staff – è stata ricoverata d'urgenza in ospedale ed è uscita solo una settimana fa. La sfida per recuperare in tempo per la competizione olimpica è stata enorme. È salita in pedana come lei aveva sognato e senza aspettative”.
In pedana l'italo-brasiliana si è sentita male e ha avuto bisogno di cure mediche: al termine della sfida, Moellhausen è apparsa scossa e si è limitata a dire “non sono in condizione” e che parlerà solo dopo l'intervento di quest’oggi. I medici ma anche il comitato olimpico brasiliano sono in ansia per le condizioni di salute dell'atleta, perché temono che i dolori accusati nella bassa schiena possano colpire anche altre parti del corpo. Ma Nathalie ha sfidato la sofferenza, la paura, salendo in pedana onorando il vero spirito olimpico: a lei bastava esserci.
Dopo Tokyo aveva pensato di mollare, ma l’esito negativo di quelle Olimpiadi l’aveva convinta a cambiare idea, anche per assecondare un principio insegnatole dal padre, ovvero di vivere sempre nel presente.
E infatti Nathalie non ha mollato, a Parigi ha voluto esserci nonostante la malattia. Ora si prepara ad affrontare la partita più importante, in bocca al lupo campionessa.