Irma Testa, la ragazza di Torre Annunziata cresciuta a pane e ring è la neo campionessa iridata: lei la prima azzurra del pugilato declinato al femminile a partecipare ai Giochi olimpici (Rio 2016) e capace poi di salire pure sul podio (bronzo) a Tokyo, ha incantato nella rassegna iridata di New Delhi, con un percorso che l’ha portata in finale da protagonista assoluta. E anche nel match che assegnava il titolo categoria 57 kg, la Butterfly della boxe italiana si è imposta sulla kazaka Karina Ibragimova con verdetto unanime (5-0). "Per conquistare questo titolo ho sacrificato tutta la mia adolescenza, tutta la mia vita", le sue parole.
"Ma se questi sono i risultati vorrei farlo per altri venti anni" ha urlato la sua gioia l’atleta campana che a 14 anni - due anni dopo aver iniziato con il pugilato - si era trasferita ad Assisi per assecondare il proprio talento: "Scappa, tu che puoi", le disse la madre. Classe 1997, nickname Butterfly - appunto - proprio per la sua agilità, nel 2019 Irma Testa aveva vinto l’oro europeo. Ora il salto tra le più grandi a livello mondiale, l’ennesimo riconoscimento per la campionessa della Fiamme oro, che ha iniziato ad allenarsi in palestra a 12 anni e a 14 già aveva cominciato a gareggiare. E non si è più fermata, facendo ogni volta un passo avanti, prima e coraggiosa. Anche quando dopo la medaglia olimpica ha fatto coming out: "Per molti l’omosessualità è ancora una imperfezione e ai campioni invece si chiede di essere perfetti, con questa medaglia mi sento più protetta. Ora che la Irma atleta è al sicuro, la Irma donna può essere sincera" aveva raccontato. Adesso il titolo mondiale, arrivato battendo la campionessa kazaka Ibragimova, che aveva già incontrato a dicembre nel match del suo esordio al professionismo e per il quale aveva ricevuto una borsa di 30mila dollari.
Adesso invece ne guadagnerà 100mila come premio per questa medaglia d’oro. In una giornata che ha regalato all’Italia anche l’argento super di Sirine Chaarabi: l’atleta nata in Tunisia, e diventata italiana dopo un percorso tanto desiderato quanto tormentato. Un argento che vale oro per la ragazza che vive da quando ha due anni in provincia di Caserta e che ha inseguito il sogno di diventare prima italiana e poi indossare la magli azzurra. Nella finale, dopo un mondiale da n.1, nella categoria 52 kg, Charaabi si è arresa alla cinese Wu, più esperta (28 anni contro i 23 dell’azzurra). Ma sul podio il sorriso di Sirine la dice lunga della felicità per il traguardo raggiunto. "Sono davvero emozionata e contenta per il percorso che ho fatto in questo mondiale - le sue parole - Sono cresciuta sia come atleta che come persona. Questo risultato non nasce dal nulla ma è frutto del lavoro di un intero staff. La finale mi ha lasciato un pò di amaro in bocca ma non mi posso lamentare perché sono sulla strada giusta per ottenere grandi risultati". Quanto a Irma Testa, dopo aver aperto la strada a tutte, ora resta un grande obiettivo: il gradino più alto del podio a Parigi. Ma nemmeno l’oro mondiale la spedisce di diritto ai Giochi (Iba e Cio sono da tempo ai ferri corti e i mondiali non vengono riconosciuti come qualificazione olimpica), la campionessa campana dovrà affrontare come primo appuntamento utile gli Europei di Cracovia a giugno prossimo. Ci proverà a modo suo, volteggiando da regina del ring. Anzi, da vera farfalla.