"Siamo tutti uguali sulla linea di partenza": il progetto per promuovere la pratica sportiva tra persone disabili

L'iniziativa è stata lanciata dal comitato organizzatore dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano-Cortina del 2026. Parla a Luce! l'ex campionessa Diana Bianchedi, Games Project Director di Fondazione Milano-Cortina

di EDOARDO MARTINI
12 ottobre 2022

Para Hockey su ghiaccio

Un progetto per promuovere l'aumento della pratica sportiva tra le persone con disabilità, attraverso corsi e campus dedicati. È questa l’iniziativa lanciata dal comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano-Cortina del 2026: Olimpiadi previste dal 6 al 22 febbraio mentre le Paralimpiadi sono in programma dal 6 al 15 marzo. La Fondazione Milano Cortina 2026, in collaborazione con il Comitato Paralimpico Italiano (CIP), la Federazione Italia Sport Ghiaccio e la Federazione Italiana Sport Paralimpici Invernali ha avviato un percorso che prevede la formazione di nuovi istruttori di sport Paralimpici, la creazione di ulteriori professionalità nel campo dell'accoglienza e del turismo sportivo accessibile e il rafforzamento della cooperazione tra le associazioni sportive dilettantistiche che si occupano di questo tipo di discipline. In aggiunta alle attività di promozione e formazione, il comitato organizzatore dei Giochi contribuirà, d’intesa con il Cip e le federazioni, alla fornitura dell'attrezzatura sportiva necessaria per l’avviamento agli sport invernali. Perché lo sport insegna che non ci sono scorciatoie: siamo tutti uguali sulla linea di partenza, l’importante è che si diano pari opportunità a tutti nell’accesso alle discipline sportive.

Diana Bianchedi alla presentazione dell'evento

E chi può rappresentare meglio lo sport di Diana Bianchedi, due ori nel fioretto a squadre a Barcellona 1992 e Sydney 2000 e ora Games project director di Fondazione Milano Cortina?

Diana, nella vita ha ricevuto tantissimi riconoscimenti. Qual è per lei il più importante? "Ho un ricordo bellissimo della mia prima vittoria alle Universiadi di Duisburg del 1989. Quando inizi a fare l’atleta e vinci le prime gare, l’idea di arrivare alla massima competizione e rappresentare il tuo Paese è qualcosa che riempie di entusiasmo le nottate e le giornate. Sognare di essere sul podio Olimpico mi ha accompagnata sin da piccola, niente è paragonabile. Atlanta è stata l’Olimpiade che mi ha emozionato di più e lì il mio ricordo più bello non è legato a un successo, ma a un infortunio: mi ruppi il tendine d'Achille e quando in carrozzella andai alla premiazione tutto il palazzetto applaudì, a partire dalle mie avversarie. Mi veniva riconosciuto l'impegno, la correttezza, il sacrificio. E poi la laurea in Medicina, con la specializzazione in medicina dello sport, con una tesi sul doping. Lo sport mi ha insegnato le sfide e a rispettare i meriti".

Adaptive Winter Sport è un progetto impegnativo: da quanto tempo lo state programmando? "Promuovere l’aumento della pratica sportiva tra le persone con disabilità è uno degli obiettivi fondativi della Fondazione Milano Cortina 2026. Si tratta di un’iniziativa che ci accompagnerà fino al 2026 e sarà una grande occasione per promuovere concretamente una società più inclusiva e rafforzerà la collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico, con le Federazioni degli sport paralimpici invernali e con i Territori. Tra i primi obiettivi del progetto c’è la promozione dei campus sportivi invernali: durante queste giornate i bambini, ragazzi e adulti con disabilità potranno apprendere i fondamentali delle sei discipline presenti alle Paralimpiadi di Milano Cortina 2026: Para Alpine Skiing, Para Biathlon, Para Cross Country Skiing, Para Ice Hockey, Para Snowboard e Wheelchair Curling".

Diana Bianchedi, due ori nel fioretto a squadre a Barcellona 1992 e Sydney 2000 e ora coordinatrice del progetto olimpico e paralimpico

In quale modo credete di avvicinare più pubblico possibile a questo evento, definito come il più sostenibile, inclusivo e del cambiamento? "Mantenendo gli impegni presi. Con il 93% di sedi di gara già esistenti o comunque temporanee, Milano Cortina 2026 ha messo il tema della sostenibilità al centro del proprio progetto sin dalla fase di candidatura. Inoltre, siamo impegnati già da ora per rendere partecipi le persone nel percorso che ci accompagnerà alle Olimpiadi e Paralimpiadi del 2026: il logo di Milano Cortina 2026 e l’inno sono stati scelti proprio dalle persone, con una votazione aperta a tutti. Coinvolgeremo tutto il Paese, valorizzando al massimo la creatività, la passione e l’innovazione italiane per mostrare lo spirito Olimpico durante i Giochi. Questi momenti memorabili fungeranno anche da piattaforma per ispirare le generazioni future ad impegnarsi nello sport e utilizzare lo sport come strumento per offrire molti e più ampi benefici per le nostre comunità".

Avete avviato un percorso che prevede la formazione di nuovi istruttori di sport Paralimpici. Sperate che questo sia un modello anche per altri settori? "È fondamentale lavorare sulle competenze ed è fondamentale fare gioco di squadra: questo percorso formativo verrà sviluppato in collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico e con le Federazioni della neve e del ghiaccio. Creare competenze è un passo indispensabile per creare cambiamento: nello sport ma non solo".

Crede veramente che lo sport possa rappresentare una vera e propria rivoluzione culturale? Se sì in quale modo? "Lo sport oltre ad essere una straordinaria metafora di vita ci insegna fin da piccoli il rispetto delle regole, il gioco di squadra e ci stimola a spingerci sempre più avanti, fino a raggiungere i nostri personali obiettivi. Favorisce la socialità e aiuta a superare i limiti e le barriere culturali. Svolgere attività sportiva, secondo una ricerca svolta dall’Istat, migliora di molto la qualità della vita percepita dalle persone con disabilità".

La campionessa sorridente per l'ottimo lavoro svolto

 Queste Olimpiadi, visto il 47% di partecipazione femminile, si possano definire come le più "gender balanced" di sempre? "Assolutamente sì. Sono stati aggiunti otto nuovi eventi al programma, con una forte attenzione alla parità di genere in termini di eventi e quote di atlete donne. Con il 47% di atlete quelle di Milano Cortina 2026 saranno le Olimpiadi Invernali più gender balanced di sempre. È un obiettivo molto importante che ci dà ulteriore carica in vista dei Giochi".

Siete riusciti a dare una grande mano all’economia pubblica visto che questi saranno i primi Giochi invernali a costo zero. Quanto siete soddisfatti di questo incredibile traguardo? "La Fondazione Milano Cortina 2026 svolgerà tutte le attività di organizzazione, promozione e comunicazione degli eventi sportivi e culturali relativi allo svolgimento dei XXV Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali del 2026. Abbiamo unito le nostre forze per realizzare un’edizione dei Giochi memorabile, sostenibile e capace di ispirare le generazioni future, dando vita ad una legacy duratura a beneficio del Paese. Milano Cortina 2026 rappresenta una sfida e una opportunità per Milano, per Cortina, per i territori coinvolti, ma anche per tutto il nostro Paese: lo sport è un importante vettore di innovazione e i Giochi rappresentano una nuova fase di rilancio per l’Italia. L'impegno è quello di organizzare un evento che lasci soprattutto una legacy sociale importante: un’Olimpiade e una Paralimpiade non solo sostenibili economicamente, ma anche la costruzione di un nuovo futuro.