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Sinner, lezione dentro e fuori dal campo: "Grazie ai miei genitori, mi hanno sempre lasciato libero di scegliere"

Il campione azzurro, di tennis e di umiltà, lancia un bel messaggio e una lezione di vita dopo la vittoria agli Australian Open: "Auguro a tutti i bambini di avere la libertà che ho avuto io"

di SOFIA TULI -
28 gennaio 2024
Leggenda Sinner, in Australia vince il suo primo slam

Leggenda Sinner, in Australia vince il suo primo slam

"Ringrazio tutte le persone che stanno seguendo da casa, soprattutto la mia famiglia. Vorrei che tutti avessero dei genitori come i miei, mi hanno permesso sempre di scegliere, non mi hanno mai messo sotto pressione e auguro a tutti i bambini di avere la libertà che ho avuto io". Sono le prime parole intrise di emozione per lui, ma anche per chi le ha ascoltate, di Jannik Sinner. Il giovane campione di tennis che oggi ha fatto la storia, sua e dell'Italia.

L'impresa di Sinner

Dopo un match sofferto e un'incredibile rimonta, ha conquistato gli Australian Open 2024 battendo il russo Daniil Medvedev, numero tre del mondo, grazie a un’incredibile rimonta. Una conquista personale, per lui si tratta del primo Slam, ma anche nazionale: è il terzo italiano di sempre a imporsi in un Major e il primo a trionfare in Australia. "Devo ringraziare il torneo e tutti coloro che rendono l'evento speciale. E' fantastico giocare qui, a casa mia sta nevicando. E' stato un torneo incredibile, è una vittoria speciale”. Sono le prime parole di Jannik Sinner a fine partita dopo il trionfo agli Australian Open 2024.

Il bel messaggio dopo la vittoria

Un discorso iniziato con i complimenti non di rito al grande sconfitto Medvedev: "Daniil mi congratulo con te, hai disputato un torneo eccezionale. Abbiamo giocato diverse finali ma in ogni incontro dimostri qualcosa per cui dovrò migliorare. Hai fatto uno sforzo eccezionale in questo torneo. Ti auguro di sollevare questo trofeo prima o poi, e il meglio per il resto della stagione". Poi il ringraziamento speciale ai genitori. Parole che confermano quello che tutti, guardando in volto il 22enne, hanno modo di vedere: ovvero il bravo ragazzo, umile, prima ancora del mito. Parole, poi, che lasciano intravedere una fraterna cura nei confronti tutti i ragazzi che lo seguono, sportivi e non, ma soprattutto regalano una bella lezione di vita a chi ha l'arduo compito del genitore. Lasciare i propri figli liberi di scegliere, che vuol dire anche liberi di sbagliare e quindi di imparare. Senza caricarli del peso delle proprie aspettative, che spesso sono sinonimo non solo di pressioni, ma anche di limiti e gabbie, oltre che di insicurezze.