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Stretta di mano mancata tra l'arbitro Sacchi e la collega Di Monte: sessismo o gogna?

L'Aia prova a placare le polemiche, nate dopo che il video è diventato virale: "Solo un gesto involontario e male interpretato". L'assistente: "Nessuna mancanza di rispetto". Ma Rocchi lo sospende per un turno

di CAMILLA PRATO -
9 ottobre 2023
Arbitro non stringe mano alla guardalinee, Aia 'involontario'

Arbitro non stringe mano alla guardalinee, Aia 'involontario'

Non salutare la collega donna, passando oltre la mano tesa da questa sotto il suo sguardo allibito, non è sessismo, piuttosto un gesto involontario. Una superficialità. O almeno così dice l'associazione arbitri, che prova a dissolvere la bufera che si è scatenata prima della partita di Serie A tra Lecce e Sassuolo. Montato o meno il caso fa discutere, per una volta non di quello che è successo in campo. Insomma il buon vecchio detto "Nel bene o nel male purché se ne parli" di Dorian Gray è sempre attuale.

La stretta di mano mancata

L'arbitro Juan Luca Sacchi non ha stretto la mano all'assistente donna Francesca Di Monte nel tunnel subito prima dell'ingresso in campo e un video dell'episodio è diventato virale sui social. Ma dall'Aia minimizzano: "È assolutamente da escludere un gesto sessista - spiegano fonti interne - e, ovviamente, anche uno sgarbo personale. Il problema per noi non esiste, è stato solo un gesto involontario e male interpretato. I due tra l'altro hanno dimostrato grande feeling in campo e il loro rendimento è stato ottimo. Stupisce piuttosto - concludono - che si parli di sessismo all'interno di un'associazione che ha fatto dell'abbattimento di ogni barriera di genere uno dei suoi principali traguardi raggiunti". Sono in molti, in realtà, a considerarlo un caso montato sul nulla, anche perché generalmente il direttore di gara, in quel momento, non stringe la mano agli assistenti, limitandosi invece a salutare i capitani delle due squadre, come in effetti Sacchi si vede fare. Intanto, però, visto che la polemica non accenna a placarsi, il designatore arbitrale Gianluca Rocchi ha deciso comunque di sospenderlo per un turno.
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Francesca Di Monte allunga la mano per stringere quella del collega arbitro Juan Luca Sacchi

Sessismo? Piuttosto un fraintendimento

"Mi dispiace che sia stato definito un caso un semplice gesto di fraintendimento: ho letto parole grosse verso un collega che non ha avuto nessuna mancanza di rispetto e verso un gesto istintivo che invece è stato definito sessista". Francesca Di Monte, l'assistente alla quale l'arbitro Sacchi non ha stretto la mano, racconta all'Ansa la sua verità. Che, tra l'altro, coincide proprio con quella del direttore di gara: "Con lei ho un rapporto splendido, a fine gara abbiamo riso insieme dell'episodio. È incredibile come sia nato un caso da questo episodio. Né io e né lei ci saremmo immaginati queste reazioni. Ovviamente, non ho visto che Francesca mi stava dando la mano. Avevo appena salutato il capitano del Sassuolo e mi sono girato per fare altrettanto con quello del Lecce. Con gli assistenti e il quarto uomo ci eravamo già salutati e poi ci siamo stretti la mano dopo il sorteggio, come certificano le immagini". "Nel pre gara, ancora nel tunnel, l'arbitro saluta i capitani mentre noi abbiamo un nostro momento di saluto in campo prima del fischio d'inizio - continua Di Monte -. Il mio volto appare stupito e imbarazzato semplicemente perché sono stata colta di sorpresa e mi dispiace che venga strumentalizzato un breve video per toccare temi molto pesanti che invece richiedono una forma di rispetto e delicatezza diverse. Il tema della mancanza di rispetto e della violenza verso una donna - conclude l'assistente - mi sta molto a cuore ma non è questa la situazione".

L'arbitro: "Mai permesso di fare un gesto così odioso"

"Negare il saluto a un collega, che sia uomo o donna, è un gesto che assolutamente non mi appartiene - prosegue l'arbitro di Macerata - e sono molto dispiaciuto che si insinui il contrario. Sappiamo benissimo che sono tantissime le persone che ci guardano e che siamo sempre sotto esame, ma insinuare che in un contesto del genere mi sarei permesso di fare un gesto così odioso come negare il saluto a una collega, mi offende e lede la mia reputazione di uomo e di arbitro".
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Il direttore di gara stringe la mano al capitano del Lecce sotto lo sguardo stupito dell'assistente Di Monte

"È stato montato un caso dal nulla" rincara Katia Senesi, componente del Comitato nazionale dell'Aia, "dove le associate sono considerate al pari degli uomini perché si impegnano tanto ancor prima che essere donne da proteggere". Membro del Referee convention panel dell'Uefa si dice "molto dispiaciuta per dover leggere parole molto pesanti sui giornali, dove due nostri arbitri, due brave persone, due professionisti, sono finiti nel fango per un malinteso creato sui social. È spiacevole vedere come siano stati entrambi strumentalizzati senza pensare alle conseguenze. Il video spiega tutto bene, se si ha la voglia di guardarlo senza secondi fini: il saluto nel tunnel non è stato fatto a nessuno dei due assistenti, come da prassi. Dietro alla figura di un arbitro o di un assistente c'è una persona che fa sacrifici, ci sono famiglie e figli che ne soffrono. Questa gogna - conclude Senesi - rischia di alimentare rancori o rivendicazioni, mentre noi cerchiamo di farci conoscere per quello che siamo e facciamo ogni giorno".