Age shaming: cos’è e perché è importante riconoscerlo

Un fenomeno particolarmente diffuso sul posto di lavoro, che può influire su molteplici elementi, dalla situazione finanziaria alla salute mentale. I fattori negativi riscontrati possono limitare il sostegno sociale e suscitare il desiderio di l’isolamento

di AMBRA NARDI -
7 agosto 2024
age shaming

Nel mondo del lavoro pè sempre più frequente la discriminazione basta sull'età

L’age shaming, ovvero la discriminazione basata sull'età nelle candidature di lavoro, è un fenomeno sempre più comune. Sebbene non sia una novità, la crescente visibilità delle denunce online evidenzia un preoccupante trend. Secondo un’indagine del Work Force del 2018, il 19% degli over 55 percepisce discriminazioni legate all'età, mentre tra i 45 e i 54 anni la percentuale sale al 22%. La recessione economica e la pandemia di Coronavirus hanno aggravato questa situazione, con l’Italia che emerge come il Paese con i livelli più elevati di discriminazione per età. Le aziende tendono a preferire candidati junior, che costano meno e per i quali sono previsti sgravi fiscali, accentuando così il fenomeno della discriminazione verso i lavoratori più esperti.

Cos’è l’age shaming?

L’age shaming è la pratica di stereotipare o discriminare le persone in base alla loro età; può manifestarsi sia sul posto di lavoro che nella vita privata e colpire qualsiasi generazione. Questo tipo di discriminazione è profondamente radicato nella nostra società e si riflette sui media che ‘consumiamo’: molte pubblicità promettono di eliminare le rughe “antiestetiche” legate all’età, mentre alcuni programmi televisivi ritraggono gli anziani come sprovveduti e fragili.

Discriminazione sul posto di lavoro 

L'age shaming può essere particolarmente diffuso sul posto di lavoro e può influire su molteplici elementi, dalla situazione finanziaria alla salute mentale. Secondo un'indagine del 2020, il 78% dei lavoratori anziani ha assistito o ha subito discriminazioni legate all’età durante il lavoro.

Effetti sulla salute mentale

I commenti di age shaming, sia sul posto di lavoro che all’interno del nucleo familiare, possono far nascere sentimenti di inutilità e mancanza di sostegno sociale. Questa forma di discriminazione può indurre o aggravare episodi di depressione, al punto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che circa 6 milioni di casi di depressione possano derivare da tale discriminazione.

Inoltre, una percezione negativa dell'invecchiamento può influire sulle capacità mentali. L'interiorizzazione di stereotipi negativi può portare a un effettivo declino delle capacità cognitive, come la memoria, a causa della paura di confermare tali stereotipi. 

age shaming
L'age shaming: la pratica di stereotipare o discriminare le persone in base alla loro età

Effetti sul benessere sociale

I fattori negativi riscontrati con l’age shaming possono limitare il sostegno sociale e suscitare il desiderio di isolamento. La solitudine può poi portare a tutta una serie di problemi aggiuntivi, ad esempio:

  • Aumento dei livelli di stress
  • Riduzione della qualità del sonno
  • Sistema immunitario compromesso
  • Aumento del rischio di malattie fisiche
  • Esacerbazione delle malattie mentali
  • Aumento del declino cognitivo

Leggi e norme sull’ageshaming

In Italia, a salvaguardia degli individui colpiti da discriminazioni basate sull’età, interviene l’Art. 3 della Costituzione, che vieta qualsiasi forma di discriminazione basata sulle condizioni personali. In Europa se ne occupa invece la Carta dei diritti fondamentali, che ribadisce il divieto di ogni forma di discriminazione riferita all’età. 

Accuse di ageshaming: il caso di Madonna

Come spesso accade con questo tipo di fenomeni legati all’età, anche nel caso dell’age shaming, gli stereotipi di genere colpiscono prevalentemente le donne. Nel 2023, l’attenzione su questo fenomeno è aumentata dopo l’esibizione di Madonna ai Grammy.

madonna oggi
Madonna oggi

Quando le immagini della pop-star hanno iniziato a circolare sui social, molti utenti si sono indignati per il suo aspetto, deridendola e ipotizzando interventi di chirurgia estetica. Le critiche non sono arrivate solo dal pubblico, ma anche da figure di spicco come il conduttore britannico Piers Morgan, che ha condiviso sui suoi social una foto della cantante durante la serata con la didascalia: “Credevo che Halloween fosse a ottobre".

In una dichiarazione su Instagram, Veronica Ciccone, che ha vinto sette Grammy in quattro decenni di carriera, ha espresso il disappunto per il fatto che le polemiche sul suo aspetto abbiano oscurato un momento significativo della premiazione. Ha affermato: “Sin dall'inizio della mia carriera, sono stata oggetto di denigrazione da parte dei media, ma riconosco che si tratta di una prova. Sono felice di fare da apripista affinché le donne che verranno dopo di me possano affrontare una vita più semplice negli anni a venire”.