
pillola-aborto
Una donna nel Regno Unito è stata condannata per un aborto illegale. Attivisti e parlamentari hanno reagito con indignazione alla decisione a più di due anni di carcere per essersi procurata farmaci per indurre un'interruzione di gravidanza oltre il limite legale.
L'imputata, madre di 3 figli, era finita a processo per aver assunto pillole abortive oltre il limite massimo di 10 settimane di gestazione consentito dalla legge britannica per interrompere la gravidanza. L'episodio risale al 2020. La donna – il cui nome riservato per ragioni di privacy – era all'epoca incinta già di 32-34 settimane, secondo quanto ricostruito nelle indagini. In Inghilterra, Scozia e Galles, l'aborto è generalmente legale fino a 24 settimane, ma viene praticato in ospedale o in clinica entro le 10.
Quindi, una volta preso i medicinali nelle dose indicate, si è sentita male e ha chiamato un'ambulanza sostenendo di essere alle prese con un parto prematuro.
È tormentata dal senso di colpa e ha sofferto di depressione. Riconosco anche che lei aveva un legame emotivo molto profondo con il suo bambino non ancora nato e che è tormentata da continui incubi e flashback". Infine ritiene che se la donna avesse ammesso la colpevolezza alla prima occasione, la pena detentiva avrebbe potuto essere sospesa. Nelle sue osservazioni il magistrato ha fatto riferimento a Sarah Catt, che nel 2012 era stata originariamente condannata a 8 anni di prigione dopo aver abortito il feto a una settimana dalla data di scadenza, ma la sua pena era stata ridotta a tre anni e mezzo in appello.
Secondo il BPAS, negli ultimi tre anni è aumentato il numero di donne e ragazze che affrontano inchieste e minacce di ergastolo in base alle attuali leggi sull'aborto. Nel 2022, una gestante che ha assunto farmaci nel tentativo fallito di interrompere la gravidanza è stata denunciata alla polizia dal suo team medico. Dopo la sentenza, la direttrice generale Clare Murphy si è detta "scioccata e sconcertata" dalla condanna e ha detto: "Nelle sue osservazioni sulla sentenza, il giudice ha chiarito che le donne saranno protette dall'accusa solo se i parlamentari porteranno avanti una riforma legislativa. Non c'è mai stato un mandato più chiaro per l'azione parlamentare, e la necessità non è mai stata così urgente".
La condanna: superato il limite per l'aborto
A comminare questa (rara) pena – come riportano oggi in evidenza i media britannici – è stato un giudice della Stoke-on-Trent Crown Court, in Inghilterra centro-occidentale, nei confronti di una 44enne.
Una donna di 44 anni ha abortito attraverso farmaci prescritti per via telematica intorno alla 32^/34^ settimana di gestazione
L'accusa: "Ha mentito al Bpas"
Stando alla pubblica accusa, la signora avrebbe falsamente attestato di essere in attesa da 7 settimane per farsi prescrivere i farmaci dai medici del British Pregnancy Advisory Service, dopo aver cercato online come poter abortire senza assistenza per "perdere" un feto di 6 mesi. La madre ha ricevuto il farmaco nell'ambito del programma "pillole per posta", introdotto durante la pandemia di Covid per le gravidanze indesiderate fino a 10 settimane, dopo una visita da remoto.
La 44enne si è rivolta ai medici mentendo sulla reale durata della sua gravidanza, per usufruire del servizio "Pillole per posta"
Il giudice: "La sua colpa era grave, ora tormentata dal rimorso"
La donna, 44 anni, si è dichiarata colpevole a marzo 2023 in base all'Offences against the Person Act, una legge che risale al 1861, e sconterà metà della sua pena (28 mesi) in custodia cautelare e il resto in regime di libertà vigilata. Inizialmente si era invece dichiarata innocente. Il giudice Pepperall ha dichiarato che la signora provava un "profondo e genuino rimorso". "Questo caso riguarda la tragica e illegale decisione di una donna di ottenere un aborto tardivo – ha aggiunto –. A mio giudizio la sua colpa era grave... perché sapeva benissimo che la sua gravidanza superava le 24 settimane, e ha deliberatamente mentito per ottenere l'accesso ai servizi di telemedicina.
Il giudice Pepperall ha dichiarato che la signora provava un "profondo e genuino rimorso"
La richiesta di attenuazione della pena
Il difensore, Barry White, ha replicato che la sua assistita aveva bisogno di "famiglia e sostegno" piuttosto che di una pena detentiva. Nell'aprile 2023 è stata inviata alla giuria una richiesta di attenuazione della pena firmata da gruppi di medici tra cui il Royal College of Obstetricians and Gynaecologists e il Royal College of Midwives. "Chiediamo a Vostro Onore di prendere in considerazione la clemenza... Temiamo che se il caso in esame dovesse ricevere una sentenza detentiva, potrebbe essere un segnale per le altre donne che accedono ai servizi di aborto telematico, o che affrontano un parto a gestazione avanzata, che rischiano il carcere se si rivolgono a un medico".
Nel Regno Unito è aumentato il numero di donne e ragazze che affrontano inchieste e minacce di ergastolo in base alle attuali leggi sull'aborto