Presentazione del libro di Acanfora sulla disabilità, ma il luogo non è accessibile in sedia a rotelle: il paradosso di BookCity Milano

All’evento doveva partecipare anche l'attivista Valentina Tomirotti, ma le scale e l’assenza di pedana gliel’hanno impedito: “Non è accettabile”. La presentazione è stata annullata.

di GIULIA DE IESO
18 novembre 2024
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Fabrizio Acanfora e Valentina Tomirotti, in piccolo le scale del luogo dove era prevista la presentazione

Si sarebbe dovuta tenere sabato 16 novembre la presentazione del libro di Fabrizio Acanfora "L'errore. Storia anomala della normalità disabilità", un talk con le attiviste Valentina Tomirotti e Irene Facheris dal titolo "Cos'è la normalità? Storia di una società piena di caselle da riempire" a cura di BookCity Milano. L'evento però è stato annullato dagli stessi protagonisti a causa della non accessibilità del luogo dell'evento, la Rotonda del Pellegrini: la stessa Tomirotti è in sedia a rotelle.

La prima a denunciare quanto accaduto è stata l'attivista Valentina Tomirotti, attraverso un lungo post sul suo profilo Instagram che raccoglie gli scatti delle varie scale, senza pedane o ascensori: "Organizzare un evento pubblico in uno spazio inaccessibile è già di per sé una discriminazione. Ma farlo per presentare un libro che denuncia proprio i meccanismi di esclusione della ‘normalità’ è un paradosso crudele, uno schiaffo a tutte le persone con disabilità", scrive Tomirotti. "Mi sono sentita dire le solite scuse abiliste: ‘avevamo segnalato la non accessibilità’, ‘abbiamo fatto tesoro di questo disguido’. Ma segnalare che un luogo non è accessibile non è una scusa. È una resa. È dire alle persone con disabilità: ‘Sappiamo che non potete partecipare, ma va bene così’. No, non va bene così. Non è mai accettabile". 

"BookCity Milano, una manifestazione che dovrebbe celebrare la cultura, si è dimostrata discriminatoria in ogni fase del processo. Nessuna attenzione alla fruibilità degli eventi: nessuna LIS, nessun sottotitolo, barriere architettoniche ben presenti. E poi, la toppa peggiore del buco: scuse frettolose e abiliste che confermano il modello sistematico del nostro Paese. Non veniamo previsti come persone. Quando scoppiamo a protestare, ci viene chiesto di accettare scuse generiche. E magari, alla fine, ci fanno sentire colpevoli di essere un ‘peso’", continua l'attivista. "Milano, capitale della cultura? Dell’inclusione? Solo a parole. Ancora una volta, l’accessibilità viene trattata come un’opzione, non come un diritto. Ma per chi vive l’esclusione, l’accessibilità è la differenza tra partecipare e restare fuori. Non si può parlare di inclusione lasciando qualcuno sulla soglia. È ora di cambiare davvero".

La reazione dell'autore Fabrizio Acanfora: "Quanto accaduto è stato grottesco"

Lo stesso autore, Fabrizio Acanfora, ha commentato sullo stesso social quanto accaduto: "Parliamo di abilismo. Ad andare storto è stato che siamo andate a sbattere frontalmente contro un muro che per la maggior parte delle persone è a prima vista invisibile, un vero e proprio quadro culturale che prende il nome di abilismo, e che si manifesta come uno dei modi in cui nella nostra società normocentrica, una parte della popolazione esercita il proprio potere su una minoranza, sulle persone disabilitate. Nello specifico, ieri sera abbiamo deciso di annullare la presentazione perché il luogo in cui era stata programmata non è accessibile a chiunque utilizzi una carrozzina (...)". 

"Valentina ieri si è sentita in colpa per quanto stava accadendo", continua Acanfora, "come se la causa del problema fosse lei e non il sistema che la stava escludendo. E con lei ci siamo sentite in colpa anche io e Irene, colpevoli di aver dovuto annunciare (noi, non l'organizzazione che ha temporeggiato per più di un'ora prima di confermarci che non c'era modo di recuperare una pedana) alle persone presenti che la presentazione era annullata (...). Si parla tanto di inclusione (termine che ormai è risaputo non condivido proprio in quanto espressione di un paternalismo inaccettabile), si parla di indipendenza delle persone disabilitate, ma questi discorsi rimangono isolati, sempre relativi a realtà specifiche, a soluzioni di emergenza". 

Irene Facheris: "Continuare ad avere cura"

Ad intervenire sui social è stata anche Irene Facheris, anche lei presente all'accaduto: "Una volta arrivat* sul luogo dell’evento ci siamo res* conto che Valentina non sarebbe potuta entrare. Scale ovunque, nessun ascensore, nessuna pedana. Circa le scene imbarazzanti dei responsabili del luogo che tuonano ‘la situazione va risolta, arriva una pedana in 5 minuti!’ (la pedana non è mai arrivata) e del portavoce di Book City che dice che la situazione è ‘orrenda ma anche meravigliosa’ e che lui “si porta a casa una lezione importante”, commenta Facheris.

"Quando abbiamo capito che Valentina non sarebbe potuta entrare, questo è diventato un problema anche mio e di Fabrizio. Non perché qualche persona l’abbia scaricato su di noi, ma perché era una questione politica e non si poteva fingere che non stesse accadendo", spiega l'attivista. "Ci siamo dett* che non saremmo entrat* senza Valentina, nonostante lei ci avesse detto di fare comunque la presentazione, per il bene del libro. In quel momento noi avevamo il privilegio di poter accedere alla sala e l’unica scelta possibile era usare quel privilegio per dire ‘no, io non entro se non possono entrare tutt*’”.