E vengo anch'io? (No, tu no!). Vengo anch'io? (No, tu no!). Ma vengo anch'io? (No, tu no!) Perché? (Perché no!).
E chissà se il ministero per la Prevenzione del vizio e la Diffusione della virtù del governo afghano, ha preso spunto dalla canzone di Enzo Jannacci per dire no e per congedare 281 membri delle forze dell'ordine.
Ora, se nel brano del cantautore italiano il motivo del diniego non viene mai specificato, in quello della dirigenza afghana è molto chiaro e anche un po' particolare: i membri del personale di sicurezza sono stati licenziati per non essere riusciti a farsi crescere la barba, come indicato nelle interpretazioni più severe della legge islamica.
Gli altri provvedimenti del governo talebano
Ma non c’è da stupirsi visto che lo scorso anno circa 13mila individui sono stati arrestati per aver presuntamente preso parte a attività immorali, anche se quasi tutti sono stati rilasciati dopo meno di 24 ore. E, sempre per rimanere in tema di musica, 21.328 strumenti musicali sono stati distrutti, dato che quest'ultima è vietata nel Paese.
I problemi ben più gravi per le donne
Ma chi c'è dietro queste leggi severissime? Dal 2021, al potere ci sono i Taliban, il gruppo radicale islamista che ha anche assunto il controllo dei locali del Ministero delle Donne a Kabul destando molte preoccupazioni da parte delle organizzazioni per i diritti umani a livello internazionale e le Nazioni Unite.
Queste hanno segnalato casi di ufficiali del ministero che arrestano donne per non aver aderito alla loro interpretazione specifica dell'abbigliamento islamico, come l’obbligo di indossare il burqa in ambienti pubblici. Tuttavia, i talebani hanno descritto le accuse come "prive di fondamento" e hanno affermato che le regole riflettevano la loro interpretazione della legge islamica e delle usanze afghane. Ecco che allora, come cantava il buon Jannacci, "si potrebbe poi sperare tutti in un mondo migliore", naturalmente senza barba. Ma non ditelo ai talebani.