
Diritti-afghanistan-scaled
Nella provincia nord-occidentale di Herat, in Afghanistan, i talebani hanno vietato alle donne e alle famiglie l'accesso ai ristoranti con giardini. Il nuovo divieto, entrato in vigore martedì 11 aprile, è l'ultimo di una lunga serie di misure che violano i più basilari diritti delle mogli e delle ragazze. Il regime talebano, instauratosi nel 2021 dopo il ritiro delle truppe Nato, ha tradito fin da subito le sue stesse dichiarazioni, nelle quali esprimeva la volontà di una più ampia tutela delle donne rispetto al passato. Una volta che i riflettori sullo Stato mediorientale si sono abbassati, la furia repressiva del regime ha iniziato a colpire per prime proprio le ragazze. Un funzionario governativo ha dichiarato che la misura è stata presa al fine di evitare la "mescolanza di genere", come richiesto da istituti e studiosi religiosi locali. Il divieto, ad oggi circoscritto ai "soli" ristoranti di Herat, è stato annunciato da Azizurrahman Al Muhajir, a capo del Ministero del Vizio e della Virtù: "I ristoranti con spazi aperti sono come parchi ma li chiamavano ristoranti e uomini e donne erano tutti insieme. Grazie a Dio ora è stato corretto. Inoltre, i nostri revisori stanno controllando tutti i parchi frequentati da uomini e donne".
I locali resteranno comunque aperti agli uomini, anche negli spazi esterni. Una chiara differenza di trattamento da parte del governo, da due anni ormai dedito alla negazione di ogni tipo di diritto ottenuto dalle donne durante il periodo della Repubblica Islamica dell'Afghanistan, crollata in seguito al ritiro delle truppe occidentali nell'agosto del 2021. Proprio nella provincia di Herat, durante la missione di peace keeping condotta dalle truppe Nato tra il 2001 e il 2021, erano stanziate le truppe italiane.

In Afghanistan si sono accese le proteste sul divieto all'istruzione per le ragazze
Il velo come simbolo delle proteste
Le autorità, inoltre, hanno affermato che le restrizioni sono state emanate perché le donne non indossano correttamente l'hijab, o il velo islamico. Una misura, dunque, orientata non solo al ridimensionamento dei loro diritti, ma anche alla soppressione dei tentativi di protesta delle ragazze afghane. Il regime talebano, con questo accelerato percorso di discriminazione, vuole ad ogni modo evitare che le manifestazioni locali riescano ad assumere la portata di quelle che da mesi sconvolgono il vicino Iran. Una misura correttiva che, nelle parole dei funzionari governativi, punta a sistemare un vuoto normativo insito nella legge emanata nel novembre 2022, che annunciava il divieto di accesso ai parchi pubblici per le donne. In quell'occasione, il regime si era detto "costretto alla decisione, perché il regolamento dei giardini, che prevedeva giorni e orari d'ingresso differenziati rispetto agli uomini, non veniva rispettato".
Una donna afghana passeggia in strada, nascondendo completamente il suo corpo