Il Napoli si inginocchia per Juan Jesus e il Maradona urla “No al razzismo”

Il caso Acerbi aveva fatto tuonare la società azzurra: “Non parteciperemo più a iniziative di facciata, faremo da soli”. E così hanno fatto.

di TERESA SCARCELLA -
30 marzo 2024
La squadra del Napoli in ginocchio contro il razzismo (Instagram)

La squadra del Napoli in ginocchio contro il razzismo (Instagram)

Detto, fatto. Dopo le perplessità espresse sul caso Acerbi-Juan Jesus, finito con un niente di fatto nei confronti del primo dopo le accuse di aver rivolto parole razziste al secondo, il Napoli scende in campo oggi e urla il suo “No”. Lo avevano detto che si sarebbero staccati dalle iniziative corali della Federazione, per fare da soli. “Il Napoli non aderirà più a iniziative di mera facciata delle istituzioni calcistiche contro il razzismo e le discriminazioni, continueremo a farle da soli, come abbiamo sempre fatto, con rinnovata convinzione e determinazione”.

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E così è stato. Dopo il video pubblicato il giorno stesso che è scoppiato il caso Acerbi, ecco che oggi, prima dell'inizio della partita contro l'Atalanta, i giocatori si sono inginocchiati sul prato del Maradona, adottando la “Taking the knee”, di origine Usa, per protestare contro il razzismo.

In campo anche tutta la panchina del Napoli. "Silence broken” scrivono sui social. 

Insieme a loro anche Marco D’Amore, noto attore di Gomorra (e non solo) e grande tifoso del Napoli: “Troppo hanno visto i nostri occhi, troppo hanno udito le nostre orecchie, troppo hanno taciuto le nostre labbra, ma non è più questo il tempo dell’indifferenza”, parole che – come ha ricordato lo stesso attore – arrivano da lontano e che hanno scatenato il Maradona. 

“Siamo rimasti delusi dalla vicenda - ha addetto il ds azzurro Mauro Meluso ai microfoni di Dazn - se devo dare un parere personale, dico che quando si sbaglia basterebbe chiedere scusa, questo è un mio pensiero personale”. 

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