Un bimbo con due mamme: genitorialità sospesa

Il Tribunale prende tempo, la Procura ha chiesto l’annullamento dell’atto di nascita firmato dalle donne e i giudici attendono la pronuncia della Corte Costituzionale su un caso analogo

di MATTEO MARCELLO
11 dicembre 2024
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La Spezia, 11 dicembre 2024 – Sarà una pronuncia della Corte Costituzionale a indirizzare la decisione del Tribunale della Spezia sulla vicenda delle due donne unite civilmente che nei mesi scorsi avevano sottoscritto l’atto comunale di nascita del figlio – nato dalla gravidanza di una delle due – indicandosi entrambe come genitori. Una situazione che ha portato la Procura della Spezia, guidata da Antonio Patrono, a impugnare l’atto sottoscritto all’anagrafe di un comune dello Spezzino, chiedendone l’annullamento. Una storia che La Nazione aveva raccontato in esclusiva lo scorso ottobre, e che nei giorni scorsi ha visto il Tribunale civile della Spezia stabilire il rinvio al prossimo marzo con l’obiettivo di attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla questione di legittimità costituzionale di due articoli della legge in materia di procreazione medicalmente assistita e dell’articolo 250 del Codice civile – inerente il riconoscimento del figlio – sollevata la scorsa primavera dal Tribunale di Lucca. La Corte Costituzionale si dovrebbe riunire per la prima udienza proprio in questi giorni.

Una questione di “opportunità” quella di attendere la decisione della Corte Costituzionale, la cui definizione potrebbe tuttavia risultare rilevante, trattandosi di una questione analoga a quella sul quale deve pronunciarsi proprio il Tribunale spezzino. Il collegio ha contestualmente rigettato l’eccezione di incompetenza territoriale sollevata dal ministero dell’Interno – rappresentato e difeso dall’avvocatura distrettuale dello Stato – che riteneva essere funzionalmente competente sulla questione il Tribunale di Genova. Nel ricorso, la Procura per prima aveva evidenziato come “la giurisprudenza, in virtù del vuoto normativo esistente in materia e stante l’inerzia del legislatore degli ultimi dieci anni, ritiene correttamente non ammissibile la omogenitorialità, conoscendo la legge solo una madre di sesso femminile e solo un padre di sesso maschile. Si dovrà necessariamente fare ricorso, per il genitore cosiddetto intenzionale, all’unico strumento legale riconosciuto dall’ordinamento, l’adozione speciale”.