Bullismo, cyberbullismo e discriminazione: "Le vittime dell'odio potremmo essere noi"

A Firenze l'evento organizzato da Oscad. Presenti oltre 400 studenti, a cui si rivolgono gli ospiti sul palco: "Mettetevi nei panni del diverso, imparate rispetto e empatia per l'altro"

di MARIANNA GRAZI
1 dicembre 2023
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"Tutti noi siamo vittime di odio nel momento in cui finiamo vittime di discriminazione. Le forze di polizia, da oltre 13 anni, hanno un'osservatorio contro tutte le forme di discriminazione, non solo quelle che hanno una copertura normativa (l'odio etnico, nazionale, razziale e religioso), ma anche altre, come quelle rivolte alle persone disabili o coloro che hanno un orientamento di genere diverso". Bullismo e discriminazione da un lato, rispetto ed empatia dall'altro. Emozioni e comportamenti inconciliabili, che hanno però un punto in comune: hanno tutte a che fare con il sentimento d'odio, le prime perché se ne fanno forti, le altre perché lo sconfiggono. Le parole del prefetto Vittorio Rizzi, vice Direttore Generale Vicario della Pubblica Sicurezza e presidente dell'Oscad sono infatti emblematiche di questa stretta correlazione.

Gli eventi a Firenze per parlare di bullismo agli studenti

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Il prefetto Vittorio Rizzi, presidente Oscad e vice direttore generale vicario della Pubblica Sicurezza (New Press Photo)

Il 1° dicembre il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale per la Toscana ha presentato alle Cascine la campagna itinerante di educazione alla legalità "Una vita da social", un progetto formativo rivolto a genitori, studenti e insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo grado per sensibilizzare e prevenire rischi e pericoli connessi all'utilizzo della rete internet. "Costruiamo una cultura della non discriminazione per poterne costruire una di legalità e democrazia", aggiunge Rizzi parlando coi giornalisti prima di un altro evento di oggi, organizzato proprio dall'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori all'Auditorium Ridolfi di Firenze. Il titolo dell'iniziativa, rivolta ad una platea di 400 studenti fiorentini attenti e partecipi forse perché i primi ad essere coinvolti, era emblematico: "Le vittime dell'odio". Tra queste, sottolinea Rizzi, non si possono non citare le donne: "È una delle forme di cui come polizia ci occupiamo più spesso, anche perché ci sono fatti tragici di violenza di genere. Su questo fronte siamo impegnati da sempre, soprattutto grazie al contributo delle tante donne che lavorano nella Polizia e che ci aiutano a costruire una cultura del rispetto di genere. La legislazione in questo tema è estremamente performante; quella che dobbiamo invece costruire è una cultura a livello sociale, con le famiglie, la scuola e anche le forze di sicurezza devono are la loro parte".
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La Polizia di Stato incontra gli studenti per parlare delle insidie del web, di bullismo, cyberbullismo e discriminazione di genere (New Press Photo)

"Le vittime di odio"

Al prefetto Vittorio Rizzi, in qualità di Presidente dell'Oscad, insieme al Procuratore del Tribunale di Firenze, Filippo Spiezia, e a Ersilia Spena, Procuratrice del Tribunale per i Minorenni di Firenze, il compito di aprire l'evento, ospitato in una sede di Intesa San Paolo. L'iniziativa è stata impreziosita poi da alcuni interventi su casi specifici a cura della Squadra Mobile della Questura, dell'Arma dei Carabinieri e sempre del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale Toscana. Oltre alle scolaresche tra gli ospiti ci sono il papà di Valerio Catoia, 23enne con sindrome di Down nominato poliziotto ad honorem e Alfiere della Repubblica, la dottoressa Selvaggia Prevete del centro antiviolenza Artemisia e la rappresentante dell'Ufficio scolastico provinciale Francesca Cellai. Preziose anche le testimonianze video sul tema del bullismo e della discriminazione di genere: la prima, quella del giovanissimo rapper Alfa, vittima di bullismo in passato per il suo peso, poi quella di Linda Cerruti, nuotatrice artistica presa di mira dagli haters con commenti sessisti sui social. "L'odio si declina in varie forme e linguaggi, non c'è un solo modo di intenderlo", dichiara una delle due moderatrici del convegno, la caporedattrice della cronaca di Firenze de La Nazione Erika Pontini. "Le diverse forme discriminazione come un'erba cattiva infestano la nostra società", le fa eco Francesca Romana Capaldo, vice questore della Polizia di Stato.

Parole, giovani e diritti umani

Il primo a prendere la parola è il procuratore Filippo Spiezia, che cita la legge 71/2017, art. 1, in cui "c'è la definizione di cyberbullismo e di tutte le condotte in cui si declina. Un dato le accomuna tutte: il voler isolare minore o il gruppo di minori ponendo in uso un attacco, una loro messa in ridicolo". Inoltre "Tutte le modalità di cyberbullismo si sviluppano con l'uso della parola. Sono padre di adolescenti e osservando i miei figli mi sono reso conto che l'ambiente digitale è diventato per i giovani un ambiente naturale, vivono di 'pane e tablet'. E questo - spiega - porta un impoverimento di linguaggio e della parola, tanto che le manifestazioni di odio che hanno sdoganato nuova professione (quella di hater) sono caratterizzate proprio da questa povertà nelle espressioni. Ma dove c'è povertà vocabolario c'è povertà di pensiero", conclude.
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La procuratrice del Tribunale dei Minorenni di Firenze Ersilia Spena (New Press Photo)

Per questo l'invito è proprio alle centinaia di ragazzi e ragazze delle scuole superiori presenti nell'auditorium, a cui si rivolge la procuratrice del Tribunale dei Minorenni facente funzione Ersilia Spena: "Il fulcro siete voi. Perché i reati d'odio sono insiti in noi, si commettono nonostante si sappia che è una condotta sbagliata. Quindi cosa ci porta a farlo? Nel nostro ordinamento - continua - nel 2018 si è sentita la necessità di inserire un reato e alcune aggravanti, che riguardano tutto quello che viene fatto ad un altro soggetto perché diverso. Azioni compiute senza tenere conto dell'impatto sull'altro. Quello che vedo - chiosa - è che manca empatia, intesa come capacità di mettersi nei panni degli altri. C'è avversione per il diverso: ma ognuno è diverso dall'altro, può essere vittima e non più agente di odio". Spena ha quindi invitato tutte le persone in platea a prendersi per mano, a guardare in faccia il/la vicino/a e "a pensare se fareste del male a chi guardate negli occhi". Un momento davvero sentito, chiuso con un lungo applauso.

La mission dell'Oscad

La mission dell'Osservatorio è ben esplicata nel video "Lucy" in tema di bullismo e cyberbullismo, realizzato dall'Oscad e presentato per la prima volta a Torino in occasione dell'Eurovision Song contest: l'obiettivo è quello di prevenire e contrastare crimini e discorsi odio, ma di recente si è aggiunta anche la  promozione dei diritti umani. Il presidente Oscad Vittorio Rizzi sul palco si rivolge ai partecipanti spiegando che "L'odio è un'emozione difficile da declinare in termini diritto. Nella criminologia esiste da sempre, comprese le parole per declinarlo (più o meno conosciute, es. misoginia, omofobia, aporofobia, aboliamo). Quindi con gli articoli 604 bis e 604 ter si è trasformata questa emozione in legge".
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Oltre 400 studenti presenti all'Auditorium Ridolfi di Firenze per il convegno "Le vittime dell'odio" (New Press Photo)

L'odio è qualcosa di strettamente legato a un fenomeno culturale e di conseguenza va storicizzato, non preso come estemporaneo o legato al momento. "Nell'illuminismo Diderot dice che non esiste un paradigma di 'normalità', alla base della natura umana c'è la diversità - precisa Rizzi -. E ancora, la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo è del 1948. Qui si sancisce che i diritti spettano a tutti, ma la realtà ci dimostra che è rimasta inascoltata". Nel corso della mattinata c'è stato spazio anche per due interventi artistici: il monologo di Tiziano Ferro "Le parole hanno un peso", a cura di Duccio Berlucchi, direttore artistico del "Teatro d'Almaviva", e quello di Massimiliano Bruno e Paola Cortellesi, "Mi chiamo Valentina e credo nell'amore", magistralmente interpretato da Silvia Cristinziano e Andrea De Mattia.