California, donna uccisa per aver esposto la bandiera arcobaleno fuori dal suo negozio

Si chiamava Laura Carleton, la 66enne ammazzata per aver appeso il drappo con i colori del Pride. L'omaggio di tutta la comunità Lgbt+: "Era come una seconda mamma per noi"

di EDOARDO MARTINI -
22 agosto 2023
Laura Carleton è stata uccisa per aver esposto una bandiera arcobaleno fuori dal suo negozio (Instagram)

Laura Carleton è stata uccisa per aver esposto una bandiera arcobaleno fuori dal suo negozio (Instagram)

Uccisa una donna a causa dell'esposizione della bandiera arcobaleno fuori dal suo negozio. E' successo in California, dove Laura Carleton è stata ferita da un proiettile di un uomo di 27 anni al quale non piaceva che lei avesse una grande drappo del Pride appeso fuori dalla sua attività, prima di essere dichiarata morta. Il sospettato ha fatto "osservazioni sdegnanti" sulla bandiera arcobaleno prima di sparare alla vittima. Successivamente gli agenti lo hanno rintracciato e dopo un conflitto a fuoco, quest'ultimo ha avuto la peggio.
 
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Il saluto del suo grande amico

Sulla vicenda è intervenuto il regista Paul Feig, che attraverso un post su Instagram, ha voluto congedare la sua grande amica: "La nostra meravigliosa amica Lauri Carlton è stata uccisa a Lake Arrowhead da un uomo di 27 anni a cui non piaceva che lei avesse una grande bandiera del pride appesa fuori dal suo negozio. L'ha strappata e quando lei l'ha affrontato, le ha sparato e l'ha uccisa". Il regista di Bridesmaids ha aggiunto di essere "devastato" per la sua famiglia e per la comunità Lgbt+, della quale Carlton era una vera alleata. Poi si è scagliato contro coloro che odiano la comunità Lgbt+: "Questa intolleranza deve finire. Chiunque usi un linguaggio pieno di odio contro la comunità Lgbt+ deve rendersi conto che le sue parole hanno un peso, che possono ispirare violenza contro persone innocenti e amorevoli. Continuiamo ad andare avanti con tolleranza e amore. Non lasciamo che la tragica morte di Lauri sia vana". In un tweet, l'uomo ha anche aggiunto che la 66enne era una "persona meravigliosa" che ha fatto molto per la comunità Lgbt+ e per la società in generale. "Quello che le è successo è una tragedia assoluta. Se pensate che la retorica anti-gay e trans non sia pericolosa, ripensateci", le sue parole.
 
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"Tutta questa retorica anti-Lgbt+ ha un prezzo"

Anche la star di Somebody Somewhere, Bridgett Everett, ha voluto rendere omaggio a Carleton, sottolineando che non era la prima volta che la proprietaria del negozio incontrava qualcuno contrario alle bandiere che esponeva. "In passato, quando qualcuno toglieva la sua bandiera o la vandalizzava, lei ne metteva un'altra", ha scritto la donna su Instagram. E aggiunge: "L'ultima volta che ho visto Lauri è stato proprio al Lake Arrowhead pride, sia alla parata che a una festa. Tutta questa retorica anti-Lgbt+ ha un prezzo. E ora il marito di Lauri, Bort, le sue figlie, i suoi amici e la comunità sono devastati. Ma per quale motivo?".
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L'omaggio della cittadina verso la donna definita dalla comunità Lgbt+ come una "seconda mamma" (Instagram)

L'omaggio verso la donna definita come una "seconda mamma"

Anche il mondo della politica ha voluto rendere omaggio alla donna uccisa ingiustamente. Prima ci ha pensato il candidato democratico al Congresso Derek Marshall definendola come una "seconda mamma" per le persone all'interno della comunità Lgbt+.
Poi è arrivato il turno della consigliera di Los Angeles Nithya Raman, che dopo lo shock per la morte ha dichiarato: "Era un'alleata in tutto e per tutto e viveva con orgoglio seguendo i suoi valori". "Dall'elevazione della comunità Lgbt+ alla raccolta fondi per la Women's March Foundation, passando per il sostegno alle sopravvissute di violenza sessuale, Lauri ha vissuto la sua vita senza scuse sostenendo un mondo migliore e più uguale per tutti".

"In passato, quando qualcuno toglieva la sua bandiera o la vandalizzava, lei ne metteva un'altra", tutta la determinazione di Carleton nelle parole della star Everett (Instagram)

Chi era Laura Carleton

La donna, secondo il sito web aziendale, ha iniziato la sua carriera nella moda quando era solo un'adolescente.
E' entrata a far parte di Kenneth Cole quasi agli inizi dell'apertura della casa di moda ed è rimasta lì per oltre 15 anni come dirigente trascorrendo la maggior parte delle sue giornate viaggiando con team di design in Italia e Spagna. Insieme a suo marito ha attraversato gli Stati Uniti, l'Europa e il Sud America, il che ha alimentato il suo amore per il design e la moda ma anche per il cibo, le belle arti e l'architettura.