No ai cellulari in classe fino alla terza media. L’idea di Valditara è fattibile?

Il ministro dell’istruzione invita a scoraggiare l’uso del cellulare almeno fino alla terza media e poi si sofferma su un dato preoccupante: “Ci sono 50mila ragazzi che vivono reclusi in casa, attaccati agli schermi”

24 giugno 2024
Smartphone a scuola, Valditara dice basta

Smartphone a scuola, Valditara dice basta

Smartphone e tablet fin da piccoli, molto piccoli. Nelle mani dei genitori, in braccio, attaccati ai passeggini o agli schienali in auto. Per mangiare, dormire, smettere di piangere. In questa era qui, con la tecnologia che non è più solo parte integrante delle nostre vite, ma padrona indiscussa, si prova a riprendere in mano il controllo. Almeno per quanto riguarda i giovani, che hanno più speranze degli adulti di sopravvivere a certe malsane abitudini. 

E’ il tentativo del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che vorrebbe si facesse un passo indietro almeno a scuola. “Il cellulare non aiuta nello studio perché diminuisce le prestazioni degli studenti e incide sulla capacità di memorizzazione e di attenzione – ha detto all’evento Salute Direzione Nord – sempre più diffusa la tendenza di lasciare i bambini con il cellulare in mano. La scuola da questo punto di vista deve cercare di scoraggiare l'uso del cellulare almeno fino alla terza media”.

"Direi che a livello internazionale tutte le agenzie hanno chiarito in modo indiscutibile che l'abuso del cellulare non fa bene ai nostri figli. Lo studio dice che può essere opportuno vietarlo nelle scuole però - ha aggiunto - dobbiamo anche ragionare con le famiglie perché se l'abuso continua a casa, la scuola può arrivare fino a certo punto”. E comunque “vi do questo dato preoccupante. In Italia - ha concluso il ministro - ci sono 50mila ragazzi che da sei mesi vivono reclusi in casa attaccati a un computer o a un cellulare. Una cosa veramente impressionante.”

Difficile immaginare un controllo serrato di questo tipo, visto che già altre volte in passato erano stati fatti ragionamenti simili, nobili sicuramente, ma complicati nell’attuazione. Sembra un controsenso, poi, se si guarda all’uso che la scuola moderna fa della tecnologia oggi, in campo educativo: tra lavagne interattive, registri e diario elettronici e quant’altro. Allo stesso modo è una grossa contraddizione, se non addirittura un palliativo, se poi non trova la sinergia della famiglia.