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Coppia gay, il padre biologico muore, tribunale impone il riconoscimento dell'altro papà

Il bambino, 8 anni, nato negli Stati Uniti, rischiava di restare orfano. Crocini (Famiglie Arcobaleno): "Sindaci sottraetevi dalle disposizioni insensate del governo"

di ILARIA VALLERINI -
1 giugno 2023
Coppie gay, manifestazione contro stop registrazione dei figli

Coppie gay, manifestazione contro stop registrazione dei figli

Ha rischiato di perdere entrambi i papà. F. (nome di fantasia), figlio di una coppia gay e nato negli Stati Uniti, alla morte improvvisa del padre biologico si è trovato di fatto a non avere genitori.

Per lui, però, le giudici dell'Ottava sezione del Tribunale di Milano - a cui si è rivolto l'altro papà seguito dal legale Michele Giarratano - hanno deciso che il genitori in vita venisse nominato tutore d'urgenza.

Ma non solo. Hanno deciso che il Comune di Milano trascriva l'intero atto di nascita statunitense con doppia paternità per il bambino di 8 anni nato in California.

Coppia gay, il padre biologico muore all'improvviso

Paradossalmente, spiega il padre, "ho potuto ottenere il riconoscimento di padre del mio bambino solo grazie alla morte di mio marito".

"La tragedia ci ha dato un appiglio legale, visto che per la stepchild adoption serve il consenso del genitore biologico, nel nostro caso ormai impossibile da ottenere" aggiunge.

L’avvocato Giarratano parla di "risultato molto soddisfacente", alla luce del fatto che solo un paio di mesi fa anche il Comune di Milano – tra quelli più all’avanguardia – "si è visto costretto a bloccare la registrazione all’anagrafe dei figli delle famiglie arcobaleno dopo lo stop imposto dalle prefetture".

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Manifestazione de I Sentinelli, Famiglie Arcobaleno e Cig Arcigay

"Mio marito – racconta il papà  – è mancato nell’estate dell’anno scorso. Lui stava rientrando da solo in auto a Milano per un impegno di lavoro al termine delle vacanze, mentre io e nostro figlio ci saremmo trattenuti ancora qualche giorno al mare. Ha avuto un infarto e se n’è andato all’improvviso".

"Non pensi mai che proprio la tua famiglia possa essere travolta da una tragedia simile, così quando ho ricevuto la telefonata dei carabinieri ho avuto un’istante di incredulità. Era davvero lui? Erano sicuri?" aggiunge il vedovo.

"Disuguaglianza formale e sostanziale per questi bimbi"

"Sono storie come queste - commenta Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno - che ci danno la misura di quanto sia difficile la vita per le famiglie omogenitoriali in Italia".

"Nonostante piaccia al governo raccontare la menzogna che in Italia ogni bambino e bambina ha gli stessi diritti, dobbiamo ricordare che per le nostre figlie e i nostri figli esiste una disuguaglianza formale e sostanziale" commenta ancora.

"Nel caso specifico - aggiunge - la buona notizia è che il papà ha avuto il pieno appoggio della famiglia del marito venuto a mancare. Ma sappiamo bene che non è sempre così. Questa è una storia di dolore che meriterebbe essere vissuta nel privato e che per necessità diventa pubblica".

Crocini, quindi, tuona: "Siamo stanchi e stanche di dover aspettare che accadano incidenti, lutti, separazioni, malattie affinché ci si renda conto di quanto è grave la totale mancanza di diritti per i bambini e le bambine delle famiglie arcobaleno".

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Un momento della manifestazione di Milano del 18 marzo scorso, "Giù le mani dai nostri figli e dalle nostre figlie" (Ansa)

Secondo la presidente di Famiglie Arcobaleno "in Italia serve una legge sul riconoscimento alla nascita che superi questa vergogna tutta italiana. Faccio ancora una volta appello alle sindache e ai sindaci perché si sottraggano alle disposizioni insensate del governo italiano, come ha annunciato nei giorni scorsi la sindaca di Piacenza. Questa sentenza dimostra che siamo nel giusto. Serve una nuova Resistenza".

"La parte migliore del Paese è dalla nostra parte"

“Ancora una volta sono le aule del tribunale a decidere delle nostre vite e delle nostre famiglie" commenta Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli. "Un processo doloroso indegno di un Paese che voglia dirsi civile, che viene reso necessario dall'assenza di una legislazione specifica sul riconoscimento alla nascita che tuteli le coppie omogenitoriali” aggiunge.
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Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli (Facebook)

“Per fortuna possiamo contare sul supporto delle sindache e dei sindaci di tutta Italia che si stanno schierando contro la sempre più violenta follia ideologica del governo: sta nascendo un grande movimento politico che si oppone all'imposizione del modello di famiglia tradizionale ormai fuori dal tempo e che ci supporta nella nostra battaglia. Continuiamo a lottare insieme, consapevoli che la parte migliore del Paese è dalla nostra parte” conclude.