Una legge per introdurre il reato specifico di femminicidio. La Croazia si muove spedita verso questa direzione, fino ad oggi intrapresa prima solo da altri due paesi europei: ovvero Malta e Cipro. Ad annunciarlo è stato il primo ministro croato
Andrej Plenkovic, di centrodestra: nei prossimi giorni il suo governo presenterà in parlamento una legge per emendare il codice penale e introdurre il nuovo reato, che dovrebbe entrare in vigore all’inizio del 2024 prevedendo
pene di minimo 10 anni. Al contempo verranno aumentate quelle per lo stupro e per le altre violenze di genere.
Le novità della legge
Tra le novità c'è anche la detenzione in caso di violazione delle misure protettive e l'informazione alla vittima del rilascio dell'autore del reato, nonché una maggiore tutela dei minori coinvolti in episodi di violenza domestica.
Andrej Plenkovic, primo ministro della Croazia (Ansa)
"La priorità è
punire più severamente la violenza e rafforzare i diritti delle vittime", ha detto il primo ministro Andrej Plenkovic. "Abbiamo deciso di inviare un messaggio chiaro e inequivocabile a tutti i segmenti della società: è inaccettabile uccidere una donna perché è una donna. Per questo motivo stiamo introducendo un reato speciale: l'omicidio aggravato di una donna, il femminicidio, che sarà punito con una pena detentiva da almeno dieci anni fino alla reclusione a lungo termine", ha detto Plenkovic.
L'iter e i dati in Croazia
Le modifiche alla legge saranno sottoposte all’udienza pubblica fino alla fine della prossima settimana per essere adottate all’inizio del 2024. Le associazioni civili e il Garante per l'uguaglianza di genere croato hanno accolto con favore le misure annunciate. Nella Macedonia del Nord, dal 2019 ad oggi sono stati avviati 17 procedimenti penali per femminicidio, in cui sono state uccise 19 donne. Secondo l'ultimo rapporto, nella maggior parte dei casi la donna è stata vittima dell'ex o partner o coniuge e gli omicidi sono avvenuti per lo più tra le mura domestiche.
Reato di femminicidio in Italia
In Italia
non c'è ancora vera e propria legge contro il femminicidio. Che il fenomeno sia ampiamente diffuso nel nostro Paese, non è una novità, considerato che se ne parla tutti i giorni. E non perché non c'è altro da dire, ma perché tutti i giorni accade qualcosa che mantiene aperta la questione e la ferita.
Campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne
Da un punto di vista prettamente normativo la violenza di genere, in questi anni, è stata trattata attraverso diverse disposizioni legislative. Come la cosiddetta
"Legge sul femminicidio" (legge n. 119/2013) che diversamente dal nome non considera il reato specifico, ma introduce l'aggravante, al reato di omicidio volontario, del rapporto di parentela o convivenza con la vittima di sesso femminile. Inoltre sono state rafforzate le pene per i reati di maltrattamenti in famiglia, stalking e violenza sessuale. Nel 2019, quindi solo 4 anni fa, è stata approvato il
Codice Rosso, che ha portato con sé nuove misure, come una procedura di urgenza, quindi riduzione delle tempistiche di azione, nei casi di violenza domestica, maltrattamenti familiari, stalking. A novembre dello scorso anno è nata la
commissione bicamerale di
inchiesta sui femminicidi e su ogni forma di violenza di genere. L’ultimo
disegno di legge sulla violenza di genere è stato presentato a giugno scorso dal governo
(qui il comunicato stampa), ma ad oggi non è stato ancora discusso e, soprattutto, ha suscitato perplessità nel mondo delle associazioni che lavorano quotidianamente al fianco delle donne.
Il tema della violenza di genere in Europa
La tematica della violenza di genere è affrontata anche a livello europeo. La direttiva 2011/99 Ue, per esempio, si occupa della protezione delle vittime di reati, tra cui appunto la violenza di genere e stabilisce quelli che dovrebbero essere gli standard minimi per i diritti, il supporto e la protezione delle vittime, e prevede misure per la prevenzione e la lotta contro la violenza domestica. Poi c'è la famosa
Convenzione di Istanbul: strumento chiave che, in primis, fornisce una definizione ampia di violenza di genere e stabilisce gli obblighi per gli Stati membri.