Pisa, 6 febbraio 2025 – Un fenomeno dilagante, con conseguenze talora molto gravi. Il cyberbullismo (fenomeno contro il quale venerdì 7 febbraio si celebra una giornata nazionale di sensibilizzazione) arriva a coinvolgere in Italia oltre un milione di giovani tra i 15 e i 19 anni: sono i dati che si leggono nello studio appena presentato dal laboratorio di Epidemiologia dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) di Pisa.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica internazionale “Societies” ed è stata condotta su un campione di 4288 adolescenti.
Numeri in crescita
Lo studio (ESPAD®Italia 2024) evidenzia che oltre un milione di studenti tra i 15 e i 19 anni (il 47% di questa fascia di età) nel corso del 2024 ha subito episodi di cyberbullismo. “Un fenomeno diffuso e senza distinzioni di genere – si legge nella nota – che, ogni anno, sembra registrare una crescita senza fine”.
Nel 2024 c’è stata una leggera inversione di tendenza rispetto ai periodi precedenti: se nel triennio 2021-2023 erano principalmente le ragazze a segnalare esperienze di vittimizzazione, oggi sono i ragazzi a subire di più.
Le diverse facce del bullismo online
Le modalità di aggressione variano tra i generi. La modalità aggressiva più diffusa, per entrambi, è l’invio di insulti in una chat di gruppo. I ragazzi, poi, tendono a ricorrere a minacce dirette e insulti pubblici sui social, esponendo la vittima a un pubblico più ampio. Le ragazze, invece, preferiscono forme di bullismo più indirette, come l’esclusione dai gruppi online e la diffusione non autorizzata di contenuti personali.
Cyberbulli-vittime, la condizione più critica
Quasi un quarto degli studenti (23% pari a quasi 600.000 ragazzi) si trova in un circolo vizioso: rivela di aver ricoperto il duplice ruolo di vittima e autore. Questa è una condizione particolarmente preoccupante perché è associata a ripercussioni più gravi, fra cui difficoltà nelle relazioni e altri comportamenti a rischio. Negli ultimi anni, il numero di cyberbulli-vittime è aumentato senza sosta, con una crescita che interessa entrambi i generi. Tuttavia, il fenomeno colpisce in modo più marcato i ragazzi (26%) rispetto alle ragazze (21%).
Il contesto: social e videogiochi
L'uso sempre più diffuso dei social media e dei videogiochi, comportamenti sempre in crescita tra gli studenti, sta contribuendo a intensificare il fenomeno, creando un ambiente in cui il cyberbullismo può proliferare più facilmente. Le piattaforme digitali offrono nuove opportunità per attacchi anonimi e per l’isolamento sociale, senza dimenticare l’influenza che questi spazi hanno sul comportamento offline.
L’effetto domino
Sempre secondo lo studio del Cnr, il cyberbullismo non è un fenomeno isolato, ma si intreccia con altri comportamenti problematici. Tra questi, l'uso eccessivo di Internet, fenomeni come il ghosting (chiudere una relazione sparendo dalla circolazione,) e il phubbing (snobbare qualcuno in un ambiente sociale), e una propensione al gioco d’azzardo. Chi è coinvolto in episodi di cyberbullismo – sia come vittima che come autore – mostra anche un uso più frequente di sostanze psicoattive illegali, aumentando i rischi per la salute mentale e fisica. Inoltre, il fenomeno può portare a forme estreme di isolamento sociale, come il fenomeno degli hikikomori, con gravi impatti sul benessere psicologico degli adolescenti.
Una dimensione che sta emergendo con forza è il legame tra cyberbullismo e violenza fisica tra i giovani. L’aumento del bullismo online – spiega il Cnr – sembra riflettersi in un contesto più ampio di violenza fisica tra gli adolescenti, con episodi di aggressione che spesso si verificano anche nei contesti scolastici e nei luoghi di ritrovo.
Strategie di contrasto
“Il cyberbullismo non è un fenomeno isolato, ma una problematica che coinvolge ampie dimensioni della vita sociale e psicologica dei giovani – afferma Sabrina Molinaro, dirigente di ricerca del Cnr e responsabile dello studio – Il nostro impegno è aumentare la consapevolezza pubblica e favorire, attraverso una comunicazione basata sull’evidenza scientifica, lo sviluppo di soluzioni concrete che promuovano ambienti online sicuri e inclusivi, portando avanti una cultura di rispetto e solidarietà tra le nuove generazioni L’obiettivo è favorire una cultura di rispetto e solidarietà tra le nuove generazioni”.
"I risultati evidenziano innanzitutto come il fenomeno sia capillarmente diffuso sul territorio nazionale: circa il 40% di questi giovani risultano coinvolti in episodi di cyberbullismo in qualità di attori, mentre una minoranza, pari al 5%, ha subito atti di violenza online come insulti, minacce o la diffusione non autorizzata di foto o video personali”, spiega Antonio Tintori, ricercatore dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche e referente del gruppo di ricerca Mutamenti Sociali, Valutazione e Metodi. “A queste due categorie si aggiunge quella delle vittime-attori, che riguarda gli adolescenti che subiscono e attaccano allo stesso tempo. Diversamente dal bullismo tradizionale, infatti, l’anonimato e la mediazione offerta dallo schermo offre un’opportunità di rivalsa alle vittime, allargando la platea di chi è coinvolto nel fenomeno. Le vittime-attori: circa il 15% degli adolescenti italiani, si configura come la categoria più vulnerabile dal punto di vista relazionale e psicologico”.