Disabilità e bullismo: uno spot per “riempire il vuoto”

Spesso i ragazzi e ragazze con disabilità rappresentano le vittime perfette dei bulli: l’agenzia Out of the blue, grazie anche al supporto di giovani con autismo, ha realizzato un video animato dedicato alla comunità educativa

di MAURIZIO COSTANZO
10 ottobre 2024

Da Out of the blue il video animato "Riempire il vuoto, insieme contro il bullismo"

I bambini e ragazzi con disabilità sono, purtroppo, le ‘vittime perfette’ di bullismo. Esiste infatti una corrispondenza stretta – nota, anche se poco esplorata – tra bullismo e disabilità. Lo dimostrano i dati, che sono allarmanti: circa un terzo di loro, a livello mondiale, ha subìto almeno un episodio di violenza di tipo fisico, emotivo, sessuale, psicologica o verbale. Sono generalmente associati ad una probabilità doppia di subire violenza e circa il 38% dei bambini subisce atti di bullismo o cyberbullismo da parte dei propri coetanei.

D’altra parte lo stesso ruolo del bullo è spesso la manifestazione di un disagio profondo, che può essere interpretato, a sua volta, anche da ragazzi con disabilità. In questo contesto la strada della contrapposizione e della punizione non sembra essere la migliore per prevenire e contrastare questo fenomeno. Un fenomeno che non riguarda solo gli attori principali, ovvero il “bullo” e la “vittima”, ma l’intero contesto e quindi, nel caso della scuola, anche il resto della classe e gli insegnanti.

Lo spot contro il bullismo

Le cause  sono varie, e tra queste c’è anche la distanza che si crea tra i ragazzi e l’assenza di una relazione significativa con gli adulti, a partire dagli insegnanti. Proprio per supportare i prof nel contrastare le forme di bullismo che affliggono i più fragili è nato “Riempire il vuoto – insieme contro il bullismo”. Si tratta di uno spot animato realizzato da Out of the blue nell’ambito di “Inclusi. Dalla scuola alla vita, andata e ritorno”, progetto triennale selezionato da ‘Con i Bambini’ nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che coinvolge 52 organizzazioni del Terzo settore in tutta Italia.

Professionisti con autismo 

Out of the blue è un’agenzia di comunicazione, nata all’interno del consorzio SIR, che fornisce servizi come la realizzazione di video, siti web, podcast e grafica, coinvolgendo persone con autismo che desiderano lavorare nel campo della comunicazione. Tutte le attività che hanno portato alla realizzazione dello spot – dallo storyboard all’ideazione dei bozzetti e degli sfondi, dalle animazioni al montaggio, fino al voice-over – sono infatti state eseguite da giovani con disturbo dello spettro autistico, sotto la guida di professionisti esperti.

“Nella comunicazione mediata – spiega Maria Vittoria Gatti, ideatrice e responsabile dell’agenzia – che include arte, fotografia, comunicazione digitale e altre forme espressive, le persone con autismo possono eccellere grazie alla loro sensibilità e capacità specifiche. Se adeguatamente supportate, queste abilità possono trovare un proficuo impiego in campo lavorativo”.

La storia di Simone e le altre voci degli studenti

Un pensiero in linea con il progetto Inclusi, che a settembre 2023 ha diffuso i risultati di un’indagine esplorativa nel campo della stretta corrispondenza tra bullismo e disabilità, condotta nelle scuole italiane (su un campione di 612 studenti di 10 scuole secondarie di primo grado e corsi di formazione professionale) e i cui risultati sono raccontati nello spot attraverso la storia di Simone, lo studente che spiega alla professoressa il suo gesto da bullo nei confronti del compagno Giovanni, più fragile.

Dall’indagine sono emerse le voci e le esigenze degli studenti, che credono che la soluzione per contrastare il bullismo nella scuola, in particolare quando coinvolge la disabilità, sia accorciare la distanza con gli insegnanti: sono loro che, in quanto educatori, possono e devono fare la differenza, utilizzando gli strumenti del dialogo e della condivisione, non delle punizioni. Questo il messaggio forte che emerge anche dallo spot, dove professori e adulti in generale sono chiamati a “riempire un vuoto”.

Alla fine, infatti, quando Simone e la professoressa stabiliscono un confronto, il ragazzo ammette: “Si vive tutti quanti insieme, se qualcuno fa una scemenza…”. La professoressa finisce la sua frase: “… la comunità di adulti si prende la briga di dirglielo, è così?”.

“Sì, credo sia meglio che la punizione. Prima della punizione bisogna capire e aiutarci a capire, riempire il vuoto insomma. Lei può farlo?”.

“Sì, io posso. E tu, puoi farlo?”. “Sì, anche io posso”.

A chi si rivolge lo spot 

Lo spot è rivolto alla comunità educativa della scuola con l’obiettivo di capire quali sono i comportamenti che possono contrastare in modo efficace le situazioni di bullismo e quelli che invece possono facilitarli, come conoscere le diversità e saperle includere.