Uno stile ribelle e un respiratore “fighissimo”: Francesca Giannetti dimostra che la bellezza non ha un formato universale

Content creator su Instagram, ha 19 anni e una missione: ribaltare i canoni della moda e normalizzare ogni forma di diversità. Spoiler: ci sta riuscendo benissimo

di CLARA LATORRACA
12 aprile 2025
Francesca Giannetti, su Instagram fra_ribelleincarrozza

Francesca Giannetti, su Instagram fra_ribelleincarrozza

Francesca Giannetti ha 19 anni, è piena di determinazione e ha una visione del mondo che spazza via pregiudizi e barriere. Francesca vive con la miopatia nemalinica, una malattia rara che, insieme a un grave incidente medico avvenuto durante l’infanzia, ha segnato profondamente il suo corpo. Ma non la sua voglia di vivere, né la sua capacità di trasformare la fragilità in forza. Da quell’errore che le ha causato un pneumotorace bilaterale all’età di otto anni, Francesca si muove in carrozzina e utilizza un respiratore, che definisce con orgoglio “fighissimo”.

Oggi è content creator e modella, ma soprattutto un punto di riferimento per chi cerca rappresentazione, autenticità e coraggio in un mondo che spesso esclude chi è fuori dagli schemi. Franci – il nome che ha scelto sul suo profilo Instagram – ha deciso di raccontarsi sui social: nei suoi contenuti parla di disabilità, identità di genere (si identifica come persona non binaria), inclusione, moda... E di tutto ciò che rende la diversità un valore da celebrare.

Il racconto della sua esperienza e della sua quotidianità vuole accendere la consapevolezza. Il suo messaggio è chiaro: si può vivere pienamente, amare, ridere, sognare, lottare ed essere fuori standard. E nonostante tutto, farlo col sorriso di chi sa che il cambiamento inizia da sé – e si costruisce ogni giorno, anche un post alla volta. Abbiamo parlato con lei di coraggio, di sogni, di sguardi che feriscono e di altri che curano, ma soprattutto della libertà di essere se stess*, sempre.

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Partiamo dalle presentazioni: ti va di raccontarci chi sei e qual è il percorso che ti ha portat* fin qui?

Sono content creator e modell* disabile. Nel mio profilo parlo dei miei momenti di quotidianità, ma anche di disabilità, diritti LGBTQ+, inclusività, moda,... E condivido anche video divertenti. Racconto la storia della mia vita. Il mio obiettivo è abbattere i pregiudizi e gli stereotipi legati alla bellezza tradizionale e alla mia condizione e parlare di normalizzazione della diversità. Voglio anche trasmettere il messaggio che la moda può essere un linguaggio universale, accessibile a tutti, senza alcuna discriminazione. Vivo con la Miopatia Nemalinica, una malattia rara caratterizzata da debolezza muscolare e ipotonia, che mi accompagna da quando ero piccol*. La mia vita è cambiata radicalmente all'età di 8 anni, quando un errore medico durante un trattamento quotidiano mi ha causato un pneumotorace bilaterale, segnando in modo profondo il mio percorso. I mesi in ospedale mi hanno fatto perdere tutta la muscolatura che mi permetteva di stare in piedi che avevo guadagnato con anni di fisioterapia. Da quel giorno mi muovo con la carrozzina. Quei ricoveri mi venne una grave rotoscoliosi che non mi permette più di respirare da sol*, perciò uso un fighissimo respiratore polmonare. Inoltre, mi identifico come persona non binaria, e questo significa che non mi rivedo in nessuno dei due generi tradizionali - né uomo né donna. E parlo anche di questo sui miei profili. Non credo che debba esserci solo un modo giusto di essere, e non c'è una casella predefinita in cui tutti devono rientrare. Parlare della mia identità è importante per me, perché credo che sia giusto rappresentare chi sono davvero, senza paura di essere etichettat* o limitat*. La mia identità non è un accessorio, è parte di me. Voglio che chi mi segue sappia che può essere se stesso, senza dover scegliere tra ciò che il mondo vuole che sia e ciò che sente nel cuore. La bellezza sta nella libertà di essere autentici, e il mio messaggio è: fai di te stesso la tua verità, senza compromessi. In uno dei tuoi contenuti hai detto di non aver vissuto da subito la tua condizione come una diversità. Ci racconti meglio cosa intendi?

Crescendo, la mia vita è stata sempre divisa tra ospedali e casa. E la scuola non è mai stato un punto di socializzazione per me. La mia carrozzina non mi ha mai fatto sentire diversa dalle altre persone. Ho sempre pensato: "C’è chi cammina con le ruote e chi con le gambe". Certo, ho subito discriminazioni, delusioni e sguardi di giudizio, ma in qualche modo credo che la disabilità mi abbia protetto da persone tossiche. Quando la mia disabilità non era così evidente le persone si approcciavano in maniera diversa, mentre ora la maggioranza sembra che parli con un alieno o un neonato. Questo fa male – molto male –, però ho imparato a capire che esse non riescono a vedere oltre.

"Chi ha detto che eleganza e forza non possono andare a braccetto?" (Foto di Emanuele Menduni)
"Chi ha detto che eleganza e forza non possono andare a braccetto?" (Foto di Emanuele Menduni)

Quando hai deciso di condividere la tua vita sui social e cosa ti ha spint* a farlo?

Ho iniziato a condividere la mia vita sui social un anno fa: mostravo i miei outfit e creavo foto con il mio cane. Poi ,quando ho capito che la mia storia poteva ispirare e incoraggiare altre persone, ho deciso di applicarmi di più nella creazione di contenuti. Ora sto piano piano crescendo. Il motivo per cui ho deciso di farlo è stato proprio perché vorrei creare una community che vada oltre le barriere sociali, una comunità unità per celebrare l'autenticità e l'inclusività. Condividere la mia vita è diventato un modo per raccontare che siamo tutti diversi, ma che queste differenze ci rendono unici e speciali.

Com’è andata questa esperienza? Hai ricevuto supporto? Ci sono stati anche lati negativi?

L'esperienza che sto vivendo è estremamente positiva: ricevo tanto supporto da chi mi segue e questo mi da una grande forza. Tuttavia, come spesso accade sui social, ci sono anche aspetti negativi, come commenti cattivi o pregiudizi. Ma sono stat* vittima di molto cyberbullismo ma fin da piccol* e ho imparato a non farmi influenzare da chi offende, ma a focalizzarmi su chi apprezza ciò che faccio. Alla fine, l’amore e il supporto che ricevo superano di gran lunga gli aspetti negativi. Anzi, mi dispiace per i leoni da tastiera che non hanno nulla da fare se non danneggiare il prossimo per stare meglio.

C’è stato un momento, tra quelli vissuti grazie alla tua visibilità online, che ti ha colpit* in modo particolare?

Il momento più bello per me è quando ricevo messaggi da altre persone, soprattutto da genitori, che mi chiedono cosa si prova nelle mie condizioni o cosa potrebbe provare il loro figlio. Questi messaggi mi fanno sentire davvero bene perché significa che sto facendo qualcosa di importante. Sentire che la mia esperienza e la mia visibilità possono aiutare gli altri - soprattutto chi sta vivendo situazioni simili - mi dà una grande forza. È un riconoscimento che la mia voce e il mio percorso possono fare la differenza per qualcuno, e questa connessione umana è davvero speciale per me. Per tanti anni mi è stato detto che non sarei stat* abbastanza, che non avrei mai potuto realizzare i miei sogni. Mi hanno fatto sentire inutile in famiglia, a scuola, e nella società in generale, come se non avessi valore solo per la mia disabilità. Questo mi ha ferito profondamente, ma allo stesso tempo mi ha spinto a dimostrare a me stess* e agli altri che sono molto più di quello che pensavano. Oggi, quando ricevo quei messaggi, capisco che tutto ciò che ho vissuto mi ha reso più forte e più consapevole del mio valore.

Oltre a essere content creator, sei anche un* modell*. Come hai fatto il tuo ingresso in un ambiente, come quello della moda, che spesso sembra poco inclusivo?

All'inizio non è stato affatto facile: le agenzie di moda mi rifiutavano ripetutamente, dicendo cose come: “La disabilità è un problema per noi, lavoriamo solo con normodotati”, oppure “Amore, se stai male, forse dovresti pensare a un altro lavoro, questa è una cosa seria”. Ma non mi sono mai fatta fermare. La moda tradizionale ha sempre avuto i suoi canoni ristretti, ma io sono troppo punk per seguire quelle regole! Invece di mollare, ho deciso di prendere il controllo e fare quello che volevo. Ho cominciato a contattare fotografi che pensano fuori dagli schemi, che non hanno paura di sfidare il sistema e di vedere la bellezza in ogni forma. Ho iniziato a scattare foto di moda, ho costruito il mio stile e il mio messaggio e ho dimostrato che non c’è niente di ‘normale’ nella moda. E che la bellezza può avere tante forme. Oggi sono qui e nessuno può dirmi che non ho il diritto di far parte di questo mondo. Non mi arrendo.

Hai delle figure di riferimento che ti ispirano, nel mondo della moda o nella tua vita personale?

Nella vita, purtroppo o per fortuna, il mio unico punto di riferimento sono sempre stat* io stess*. Mi sono sempre fidat* della mia voce, delle mie scelte e di quello che voglio trasmettere al mondo. Per quanto riguarda la moda, non mi ispiro tanto a modelli tradizionali del settore, ma piuttosto a cantanti che hanno sempre sfidato le convenzioni e hanno portato il loro stile in modo unico. Mi ispirano artisti come Yungblud, Avril Lavigne, i My Chemical Romance o i Paramore: loro sono la vera definizione di ribellione, energia e autenticità. La loro musica e il loro stile sono l'espressione di libertà e non conformità ed è proprio questo che mi dà il coraggio di essere me, di osare con la moda e di non preoccuparmi di ciò che gli altri pensano. Sono questi artisti che mi spingono a mostrare il mio vero io, senza paura di essere divers*.

Qual è il messaggio che vorresti arrivasse più forte dai tuoi contenuti a chi ti segue?

Il messaggio che voglio mandare è semplice: la diversità è normalità. Non voglio più sentire parlare di ‘diversi’ o ‘normali’, perché non esistono categorie per chi è umano. Ognuno di noi ha la propria storia, il proprio corpo, la propria identità. E voglio che tutti capiscano che non c’è nulla di strano nell’essere chi siamo. Se non ti pieghi ai giudizi, se fai quello che ti fa stare bene, se rispetti il prossimo, sei già una rivoluzione. Non c’è nulla di più punk che essere se stessi senza scusarsi. Così come il punk ha sempre rotto le regole, voglio che anche noi, con le nostre diversità, rompiamo gli schemi, lasciamo che il mondo veda la bellezza nella nostra unicità. Il messaggio è chiaro: sii te stesso, sempre. Senza paura e senza compromessi.

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