Dopo
la sentenza della Corte Suprema con cui è stato
abolito il diritto all'aborto negli Stati Uniti, diverse
aziende e società americane hanno rilasciato dichiarazioni in cui affermano il loro impegno ad aiutare le proprie dipendenti ad accedere ai servizi sanitari che potrebbero non essere in grado di avere nel loro Stato. Ovvero, molte aziende hanno deciso di pagare le spese di viaggio alle proprie lavoratrici per poter accedere all'
aborto. Dopo lo stop della Corte Suprema infatti
milioni di persone in cerca di qualcuno che possa garantire loro l'interruzione di gravidanza potrebbero essere costrette a viaggiare attraverso i confini statali. E per moltissime persone questo si tradurrebbe in costi difficilmente sostenibili. Per questo motivo tante aziende hanno deciso di concedere alle proprie dipendenti una copertura per le spese di viaggio da affrontare. Ecco alcune delle più delle grandi aziende che offriranno assistenza alle lavoratrici.
Netflix
Netflix offre alle proprie dipendenti e le persone a loro carico una copertura per il rimborso di viaggio per accedere ai servizi sanitari, incluso l'aborto. L'azienda, così ha dichiarato un portavoce di Netflix alla
Cnn, fornirà un'indennità di 10.000 dollari a ciascun dipendente (o alle persone a loro carico).
Microsoft
Microsoft ha esteso i suoi sostegni finanziari anche ai servizi per accedere all'aborto. L'azienda, dopo lo stop della Corte Suprema degli Stati Uniti, ha fatto sapere che garantirà la copertura per le spese di viaggio per tali servizi.
Apple
Il pacchetto di
benefits di Apple consente ai propri dipendenti di viaggiare fuori dallo Stato di lavoro per cure mediche se non sono disponibili nel loro Stato di provenienza. Così ha riferito un portavoce di Apple alla
Cnn.
Meta
Meta, l'azienda che comprende tra l'altro Facebook, Instagram, WhatsApp, intende offrire il rimborso spese "nella misura consentita dalla legge" per le dipendenti che cercano assistenza sanitaria, compreso l'accesso all'aborto, fuori dallo Stato in cui lavorano. Un portavoce di Meta ha rilasciato scritto in una nota: "Stiamo valutando il modo migliore per farlo, date le complessità legali coinvolte".
Disney
Secondo un portavoce dell'azienda Disney, i dipendenti che non sono in grado di accedere alle cure mediche in un luogo riceveranno una copertura delle spese per accedere alle stesse cure in un altro luogo. Tali
benefits comprendono i servizi relativi alla gravidanza.
Uber
I piani assicurativi statunitensi di Uber coprono già i benefici per la salute riproduttiva, incluso l'aborto e le spese di viaggio per accedere all'assistenza sanitaria. Secondo un portavoce di Uber, la società rimborserà anche tutti i conducenti citati in giudizio ai sensi della legge statale che provvederanno a trasportare nelle cliniche le donne che necessitano interrompere la gravidanza.
Levi's
La società di abbigliamento Levi Strauss ha dichiarato attraverso la Levi Strauss Foundation che sta fornendo sovvenzioni al Center for Reproductive Rights, Afiya Centre e ARC-Southest, associazioni e gruppi che forniscono assistenza diretta alle donne e alle comunità bisognose di cure. In precedenza l'azienda aveva affermato che nell'ambito del suo piano di
benefits, i dipendenti potranno essere rimborsati per le spese di viaggio per servizi non disponibili nel loro Stato di origine, compreso l'aborto.
Nike
La società di abbigliamento sportivo Nike ha dichiarato che coprirà le spese di viaggio e di alloggio alle proprie dipendenti in situazioni in cui i servizi sanitari non sono disponibili vicino a casa. "Non importa dove si trovino i nostri compagni di squadra nel loro percorso di pianificazione familiare - dalla contraccezione e dalla copertura dell'aborto, alla gravidanza alla maternità surrogata e all'adozione - siamo qui per supportare le loro decisioni", si legge nella dichiarazione rilasciata venerdì da Nike.
Gucci
In Italia, Gucci si impegna a proteggere la salute e il benessere dei suoi dipendenti negli Stati Uniti, incluso il diritto di accedere all’assistenza sanitaria riproduttiva. Quando fondò ’
Chime for change’ nel 2013, la Maison si impegnò nella lotta globale per la promozione della parità di genere. Quasi dieci anni dopo, Gucci non ha smesso di combattere per questa missione, nonostante le nuove sfide emerse in tutte le fasi del percorso. Al centro di queste iniziative c’è
l’impegno di Gucci a favore dell’inclusione, concetto che veicola un senso di appartenenza e garantisce che ogni individuo sia valorizzato, trattato in modo equo e libero di esprimere la propria personalità.