Disforia di genere: a Careggi non c'è stata psicoterapia per tutti i casi in cui si è usata triptorelina

Queste le prime informazioni che emergono dall'audit effettuato dagli ispettori del ministero della Salute la settimana scorsa

di MARIANNA GRAZI
31 gennaio 2024
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Non per tutti i casi di disforia di genere pediatrici trattati all'ospedale Careggi di Firenze sarebbe stato effettuato il percorso preliminare indicato di psicoterapia prima della somministrazione del farmaco triptorelina, che blocca la pubertà nei pre-adolescenti. Un fulmine a ciel sereno, la notizia che tutti temevano e che si concretizza nelle informazioni che emergerebbero, secondo quanto apprende l'Ansa, dai primi dati relativi all'audit effettuato dal team di esperti del ministero della Salute nell'ospedale fiorentino il 24 e 25 gennaio scorsi. Informazioni sommarie ma che al momento confermano i peggiori timori espressi in prima battuta dal senatore Maurizio Gasparri, che avevano portato agli accertamenti.

Le razioni politiche

La cui reazione alla notizie dell'audit trapelate sull'Ansa non si è fatta attendere: "Ovviamente attendiamo le risposte ufficiali" annuncia il presidente dei senatori di Forza Italia, aggiungendo poi che se "un'agenzia seria", dice che "non in tutti i casi di disforia, ovvero cambiamento di sesso, si è fatto un adeguato ricorso alla psicoterapia vuol dire che la mia osservazione era fondata", dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia.
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il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri

Gli fa eco Diego Petrucci, consigliere regionale toscano di Fratelli d'Italia e componente della commissione sanità: "Se quanto emerge dalle prime indiscrezioni sulle ispezioni ministeriali al centro per la disforia di genere dei minori a Careggi, saremmo di fronte a fatti gravissimi - dice -. Attendiamo le conclusioni ufficiali degli ispettori del Ministero della Salute, ribadiamo la necessità di fare la massima chiarezza sulla vicenda". "Aspettiamo i risultati ufficiali ma sui primi dati relativi all'audit effettuato dal team di esperti del ministero della Salute a Careggi, viene da pensare che i nostri dubbi poggiassero su basi solide" sostiene anche il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale Marco Stella. "Pertanto chiediamo al presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale della Toscana di convocare con procedura d'urgenza in audizione non solo il direttore generale di Careggi, ma anche e soprattutto i medici del Centro per la disforia di genere". "Avevamo ragione noi - aggiunge - a chiedere l'audizione in Terza Commissione dei medici del Centro per la disforia di genere dell'Azienda ospedaliera universitaria fiorentina, ma purtroppo ieri il Pd in aula ha bocciato la mia mozione che lo chiedeva".

Caso Careggi: dall'interrogazione agli ispettori

Nel testo di un'interrogazione parlamentare il forzista scrisse di aver saputo che al Centro specializzato in disforia di genere minorile di Careggi la triptorelina venisse usata senza rispettare le procedure richieste dell'AIFA, ovvero senza che ai bambini e alle bambine, anche giovanissimi, venisse fornito un supporto psicologico e psicoterapeutico. Il farmaco serve a bloccare temporaneamente alcuni aspetti dello sviluppo puberale, ed è utilizzato per accompagnare le esperienze di incongruenza di genere durante l’infanzia e l’adolescenza, per dare tempo ai minori di comprendere quale sia la scelta giusta da fare per risolvere quel senso di forte disagio psicologico e fisico che generalmente si manifesta all'apparire dei primi segni di sviluppo dei caratteri sessuali tipici femminili o maschili.

L'ospedale Careggi di Firenze sotto la lente del ministero della Salute

Secondo Gasparri, il problema era che la triptorelina viene somministrata "ai bambini di età media di 11 anni" e che il Centro non fornirebbe loro "assistenza psicoterapeutica e psichiatrica" obbligatoria per legge e imposta anche dall'Agenzia italiana del farmaco per il trattamento con quel farmaco. Questo perché nell'ospedale stesso "il reparto di neuropsichiatria infantile proprio non esiste". A tali affermazioni, la struttura ospedaliera - pur mantenendo il massimo riserbo e un silenzio stampa tombale - aveva risposto con una relazione dettagliata inviata al ministero, ma il ministro della Salute Schillaci, anche rispondendo a una richiesta dei consiglieri regionali di centrodestra, aveva comunque invaiato gli ispettori per accertare che i casi di minori così giovani a cui è stato somministrato il medicinale sarebbero molto pochi, con procedure già ben avviate dalle famiglie e soprattutto seguendo pedissequamente l'iter sanitario e psicologico previsto.

Il caso che divide la società

Il caso, ovviamente salito alla ribalta della cronaca anche per il delicato ma scottante tema trattato (minori, identità di genere, utilizzo di farmaci, trattamenti medici e psicologici e chi più ne ha più ne metta), aveva diviso immediatamente l'opinione pubblica tra favorevoli all'accertamento perché contrari al trattamento per l'affermazione di genere di minori (o più in generale per i più intransigenti detrattori dell'ideologia gender), e decine di famiglie che invece, portando alla luce la storia dei loro figli e figlie, sostenevano invece la trasparenza e la liceità del percorso seguito a Careggi. Solo negli ultimi giorni, ad esempio, c'era stato lo scontro a distanza tra associazioni femministe e Lgbt+ che chiedevano al ministro di vietare l'uso della triptorelina sui minori, "i cui effetti nocivi sulla salute a medio e lungo termine sono per ora sconosciuti", e invece un pool di medici, neuropsichiatri, endocrinologi e pediatri di 12 associazioni (Acp, Ait, Ame, Onig, Siams, Sid, Sie, Siedp, Sigis, Sima, Sinpia - sezione di psichiatria - e Sipps), che invece sostengono come il farmaco sia un vero salva-vita per gli adolescenti transgender. "A molti purtroppo sfugge la natura assolutamente transitoria e largamente reversibile del trattamento con GnRHa, il cui obiettivo non è la 'castrazione chimica' o influenzare le scelte dei giovanissimi o delle famiglie ma, al contrario, dar loro tempo per poter effettuare scelte più mature e ponderate".

Come funziona la triptorelina

La triptorelina porta alla sospensione dello sviluppo puberale in casi di pubertà precoce o quando somministrata a pazienti con disforia di genere. In generale è indicata limitatamente a soggetti di età inferiore a 8 anni nelle bambine e inferiori a 10 anni nel bambino (prescrizione a carico del Servizio Sanitario Nazionale), su diagnosi e piano terapeutico di strutture specialistiche.
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Al centro della polemica l'utilizzo della triptorelina nei minori per bloccare lo sviluppo puberale

L'utilizzo negli adolescenti con disforia di genere, per bloccare una “pubertà fisiologica”, è considerato off label, cioè al di fuori delle indicazioni specifiche del farmaco. Con la determina n. 21756/2019, infatti, l’AIFA ha inserito la triptorelina nell'elenco dei medicinali erogabili a totale carico del SSN, ai sensi della legge 648/96, per l’impiego in casi selezionati di disforia di genere, con diagnosi confermata da un'équipe multidisciplinare e specialistica e in cui l'assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non sia risolutiva. L'uso di GnRHa per le persone adolescenti transgender e gender diverse (Tgd), spiegano nella nota gli specialisti sanitari delle 12 sigle, "è stato approvato negli standard di cura delle principali associazioni scientifiche mondiali che si occupano di queste problematiche" per ridurre il "disagio psicologico e fisico" degli adolescenti transgender e gender diverse e per "guadagnare tempo e dare la possibilità all'adolescente stesso di esplorare ulteriormente il proprio percorso di affermazione di genere".