Chiede il divorzio al marito violento, ma scopre che l’ha ripudiata “perché poco sottomessa”

Il caso è esploso ad Ancona: i due coniugi bengalesi erano sposati con un matrimonio combinato e si erano trasferiti in Italia; secondo l’uomo, che lei aveva denunciato per maltrattamenti, non lo aveva trattato come invece stabilito dalla regola islamica

15 giugno 2024
Giovane bengalese chiede il divorzio dal marito violento, lui l'ha ripudiata l'anno prima

Giovane bengalese chiede il divorzio dal marito violento, lui l'ha ripudiata l'anno prima

Ripudia la moglie perché non si sottometteva abbastanza. Non è uno scherzo, anzi. Anche perché la donna, con cui il personaggio in questione viveva in Italia da anni, l’ha scoperto dopo un anno, quando ha deciso di avviare le pratiche del divorzio

La richiesta di divorzio e la scoperta del ripudio 

Sembra assurdo, ma la vicenda è successa davvero ad Ancona, dove la donna, poco più di 30 anni, bengalese, si è rivolta allo studio legale degli avvocati Andrea Nobili e Bernardo Becci per chiedere di mettere definitivamente la parola fine al matrimonio col marito. Da tempo, infatti, la giovane si trova in una struttura protetta, con i figli minorenni, dopo aver denunciato il coniuge per maltrattamenti e lesioni (lui è al secondo processo per questi reati). I due si erano sposati nel 2008 in Bangladesh, poi hanno vissuto ad Ancona. Erano, neanche a dirlo, nozze combinate.

Ovviamente non aveva idea del ripudio da parte di quest’ultimo. “Lo abbiamo appreso ieri, andando a prendere gli estremi del matrimonio in Comune, all'ufficio anagrafe – spiega l'avvocato Nobili – dove abbiamo trovato un documento bengalese che attesta che non sono più sposati e quindi sono liberi entrambi. È stata ripudiata secondo il rito islamico. Una pratica che non ha valore qua in Italia. Abbiamo predisposto un ricorso al tribunale di Ancona, sezione civile, per il riconoscimento dei diritti della signora e dei suoi figli minorenni evidenziando l'inesistenza, per il nostro ordinamento giuridico, di una sentenza islamica contraria a norme imperative di legge e ai diritti fondamentali in quanto deriva da forme di oscurantismo”.

La moglie non è abbastanza sottomessa

Nel documento trasmesso dal Bangladesh e depositato all’anagrafe di Ancona, il cui atto si è scoperto risalire addirittura a maggio 2023, l’uomo, operaio 41enne connazionale della moglie, ha indicato i motivi del ripudio. Dopo il matrimonio la donna non si sarebbe comportata come questo si sarebbe aspettato secondo i dettami dell’Islam: nell’atto si legge che “non mi ha trattato da marito, non mi ha dato il pieno rispetto che di solito si dà al marito, è stata insubordinata (è venuta meno all'obbedienza degli ordini, ndr), ha commesso adulterio”. 

L’uomo ha spiegato come secondo lui la moglie avrebbe preferito vivere la sua vita senza prendersi cura di lui come questi avrebbe voluto. Pensando quindi alla sua “vita futura” il marito ha risolto “nel modo islamico, divorziando da lei pronunciando la triplice formula del ripudio”.