Donne soldato: i sogni in divisa delle giovanissime spengono i pregiudizi

Nel 2022 sono state 5.748 le domande presentate dalle giovani donne per entrare nelle accademie militari e cresce l’interesse per una carriera in precedenza ancora fortemente maschile

21 agosto 2024
Donne soldato

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Maestra? Impiegata? Commessa? No, soldato o agente delle forze dell’ordine. Sono state infatti 5.748 le domande presentate dalle giovani donne nel 2022 per entrare nelle accademie militari, 639 per i ruoli speciali e 18.544 quelle per diventare marescialli.

Cambia la società e cambiano le aspirazioni delle ragazze, non più votate alla casa e alla famiglia ma a prendere in mano la propria esistenza e a mettersi a disposizione degli altri. E il resoconto delle domande verso queste professioni traccia un ritratto di giovanissime e di sogni che cambiano con loro e con la storia della Difesa italiana: adesso sin da bambine è pacifico poter coltivare desideri di professioni che prima erano appannaggio dei soli uomini.

Dall’ultima relazione contenuta negli Atti parlamentari 2022 della Camera dei deputati “Sullo stato della disciplina militare e l'organizzazione delle Forze Armate” presentata dal ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani e trasmessa alla Presidenza il 7 dicembre 2023, risulta che sono 20.652 le donne nelle Forze Armate, incluse Carabinieri e Capitanerie di Porto, mentre scendono a 12.587 le sole arruolate nelle Forze Armate per una percentuale che oscilla tra il 7,48% e il 7,74% sull'intero organico.

La legge 380 sul servizio militare femminile

Un po’ sopra a quel 6% che risultava a 20 anni ‘tondi’ dalla legge 380 del 1999 che ha segnato un passaggio epocale nel mondo della Difesa con l'introduzione del servizio militare femminile, allineando così l'Italia alla legge degli altri paesi della Nato. Il campo ‘macho’ per eccellenza, tutto mimetica e azione, veniva letteralmente stravolto da questa legge che andava di pari passo con la professionalizzazione di un settore che avrebbe abbandonato ufficialmente, dopo un iter iniziato sempre nello stesso anno, il servizio di leva arrivando allo stop definitivo con la legge Martino del 2005.

Donne soldato
Donne soldato

Una congiuntura particolare l’anno 2000 perché sempre allora il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite approvava all'unanimità la risoluzione 1325 su “Donne, Pace e Sicurezza”, che per la prima volta valorizzava il contributo femminile nella risoluzione dei conflitti. Una funzione di dialogo ed empatia sul campo, a contatto con popolazioni e culture diverse che rischiava di appiattire le donne sul consueto stereotipo che la guerra sul campo, i combattimenti, fossero un affare per soli uomini. Per questo, abbattendo i muri del pregiudizio, sono diventate pilote di caccia, comandanti di navi, meccanici di elicotteri, radariste, tiratori scelti nei teatri operativi, conducenti di lince, fucilieri, palombare. Non amano parlare di come conciliano la vita professionale con quella privata, non distinguendosi anche in questo da quanto farebbe un uomo. Se lo fanno, sono molto pragmatiche.

Le domande di arruolamento femminili

Nel 2022 in totale le donne hanno presentato 44.708 domande di arruolamento (di cui 2.436 quelle effettivamente accettate), tra scuole, accademie e volontarie in ferma prefissata, 54 le domande come volontarie in ferma prefissata di 4 anni come atlete e 14 quelle effettivamente entrate – riporta sempre la relazione 2022 della Camera dei Deputati – 759 giovanissime si sono candidate per le scuole militari di cui solo 87 ce l'hanno fatta.

La presenza del personale femminile arruolato in Italia è ancora lontana dal 12% fissato nei Paesi Nato e in questa direzione le Forze Armate sono impegnate con tutta una serie di strumenti orientati a facilitare la conciliazione vita privata e professionale: dai congedi, agli asili nido e ludoteche, all'interno delle basi militari.

Esiste poi tutta una formazione con specifiche tutele di genere: il Capo di Stato Maggiore della Difesa si avvale del Consiglio Interforze sulla Prospettiva di Genere, organo consultivo sulle materie di pari opportunità, divieto di discriminazione, integrazione del personale maschile e femminile, contrasto al mobbing, stalking e molestie.

Com’è cambiato il volto delle caserme e delle scuole militari

Il percorso di arruolamento è stato graduale anche per le necessarie modifiche di logistica e organizzazione che hanno dovuto cambiare il volto di scuole e caserme. Dopo il reclutamento di ufficiali a 'nomina diretta', già in possesso di titolo di laurea, destinate a percorsi di formazione militare di durata inferiore ai 12 mesi, sono state ammesse percentuali contingentate di donne nelle accademie per ufficiali e nelle scuole per sottufficiali e truppa.

Ancora, dopo questa prima fase nel 2006 il reclutamento è stato esteso anche all'Arma dei carabinieri, eliminando qualsiasi limitazione sulle percentuali di reclutamento. Dal 2009 anche le scuole superiori militari hanno ammesso le allieve (Nunziatella e la Teuliè per l'Esercito, Morosini per la Marina e Douhet per l'Aeronautica).