Cosa è e perché si festeggia Eid-al-Adha, la Festa del Sacrificio per i musulmani

L'episodio da cui trae ispirazione risale ad oltre 4mila anni fa ed è narrato nel libro della Genesi. In Italia sono oltre 2,5, i milioni di fedeli che parteciperanno alla ricorrenza

di EDOARDO MARTINI
28 giugno 2023

Eid al-Adha, la Festa del Sacrificio per i musulmani (Ansa)

Il 28 giugno migliaia di musulmani si riuniscono in preghiera per celebrare la Festa del Sacrificio di Abramo, la cosiddetta Eid-al-Adha, con l'avvistamento della luna nuova, durante la quale come da tradizione si fa visita agli anziani e si fanno regali ai bambini.

La seconda ricorrenza più importante per i fedeli di Allah

Questa ricorrenza è la seconda più importante per i fedeli di Allah dopo il mese del digiuno, ossia il Ramadan, che evoca il celebre episodio riportato nel Corano. Per Eid-al-Adha dalle 7 del mattino i fedeli stenderanno i tappeti e per circa un'ora pregheranno all'aperto guidati dall'Imam. A quel punto si darà il via ai festeggiamenti, con lo scambio di doni tra i più piccoli.
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Per questa ricorrenza, molti musulmani, durante la fase di preghiera, indosseranno degli abiti lunghi bianchi (Ansa)

Secondo l'usanza i musulmani indosseranno abiti lunghi bianchi, per rievocare il contestuale pellegrinaggio alla città sacra, e di colori vivaci, in segno di festa. Eid Al Adha coincide, secondo gli islamici, con la fine del pellegrinaggio alla Mecca, in Arabia Saudita: un'esperienza interamente dedicata ad Allah, della durata di 12 giorni, che almeno una volta nella vita tutte le persone di fede islamica hanno l'obbligo di vivere, come recita il Corano.

Le celebrazioni in Italia

L'Unione della Comunità Islamiche d'Italia ha augurato una felice Eid Al-Adha agli oltre 2,5 milioni di musulmani dislocati lungo tutto lo Stivale. Sono oltre 2 milioni i fedeli giunti alla città santa de La Mecca (Arabia Saudita), provenienti da oltre 160 Paesi del mondo, che stanno ultimando il Pellegrinaggio (al-Hajj). Come afferma il presidente Yassine Lafram: "L'Unione delle Comunità Islamiche d'Italia augura a tutti i fratelli e le sorelle una felice Festa del Sacrificio. In questo tempo di incertezza caratterizzato da conflitti chiediamo all'Altissimo di alleviare le pene di chi soffre nel mondo".
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Alcuni fedeli durante la preghiera per la Festa del Sacrifico (Ansa)

L'origine della Festa del Sacrificio

L'episodio da cui trae ispirazione la "Festa del sacrificio" risale ad oltre 4mila anni fa ed è narrato nel libro della Genesi, il dell'Antico Testamento della Bibbia. Si tratta della prova di fede imposta da Dio ad Abramo, capostipite della sua dinastia e patriarca delle tre grandi religioni monoteiste, con la richiesta di sacrificare il proprio figlio Isacco (chiamato Ismaele nel Corano), immolandolo su monte Moriah come segno inequivocabile della sua fedeltà al Creatore.

Come si festeggia

Così come ad Abramo fu permesso di sacrificare un montone al posto di suo figlio, la festa Eid al-Adha è tradizionalmente celebrata con il sacrificio simbolico di una pecora, di una capra, di un vitello o di un cammello. Gli animali non devono superare una certa età e vanno macellati in maniera rituale, dopo la grande preghiera, in macelli approvati dalle autorità pubbliche. Il sacrificio non è un obbligo, ma una raccomandazione per i musulmani che lo vogliono e possono permetterselo.
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Di solito questa festa viene celebrata con il sacrificio simbolico di una pecora (Ansa)

La tradizione vuole che questa festa sia all'insegna della condivisione e della generosità. La carne risultante dai sacrifici è divisa in tre parti: un terzo per la famiglia, un terzo per i vicini e un terzo per i bisognosi. Nella società tribale dei tempi del Profeta Muhammad, la carne era infatti una merce rara. Essenzialmente la dieta degli arabi del deserto nel VII secolo era costituita da latte di cammello. Sacrificare un animale e offrirne la carne ai più poveri era quindi un atto di carità. Oggi molti preferiscono donare una somma di denaro in beneficenza. Eid è una festa gioiosa e di famiglia. Dura tre giorni, durante i quali i musulmani fanno visita a parenti e amici, si scambiano regali e saluti. Vanno anche nei cimiteri per rendere omaggio agli antenati.

Gli altri modi per celebrarla

Ma non si tratta dell'unico rituale compiuto tra i fedeli. Ad esempio nella valle di Mina, nei pressi della Mecca, i pellegrini eseguono la rituale "lapidazione del diavolo", che consiste in un lancio di pietre contro una parete a simboleggiare l'affermazione della propria fede. Anche a Gerusalemme, altra città santa dell'Islam, la festa è molto sentita: fin dalle prime ore dell'alba, migliaia di fedeli si riuniscono per pregare nella Moschea di Al Aqsa e celebrare così quelli che i musulmani definiscono "i giorni della gioia".