Nuova denuncia contro Enrico Varriale, una donna lo accusa: “Picchiata e minacciata”

Il noto giornalista sportivo Rai, già sotto processo con l’ex compagna a causa di maltrattamenti, ora deve fare i conti con le dichiarazioni di una nuova presunta vittima, con cui ha avuto una relazione sentimentale

di Redazione Luce!
10 gennaio 2025
Enrico Varriale, a processo per stalking e lesioni aggravate sulla ex compagna, è accusato di violenze anche da una seconda donna

Enrico Varriale, a processo per stalking e lesioni aggravate sulla ex compagna, è accusato di violenze anche da una seconda donna

C’è un secondo caso di accuse di violenza contro Enrico Varriale, già vicedirettore di Rai Sport e noto volto giornalistico della tv di Stato. Già imputato a Roma per stalking e lesioni, dopo la denuncia della ex compagna, ora un’altra donna con cui ha avuto una relazione lo ha accusato di averla “picchiata, perseguitata e minacciata”.

Sono due, quindi i procedimenti a carico di Varriale, tanto che la Rai ha deciso di sospenderlo dalle trasmissioni video (e lui, in risposta, ha portato in tribunale viale Mazzini); da parte sua lui ha ammesso di aver colpito una delle vittime ma ha negato sputi e minacce. Intanto davanti ai giudici è comparsa una presunta seconda vittima: “Mi ha dato uno schiaffo a piene mani che mi ha fatto cadere” ha raccontato in Aula, descrivendo la violenza del giornalista.

L’aggressione violenta

Le sue parole sono state riportate su Repubblica, nell’edizione romana. “Gli attacchi di panico sono cominciati dalla sera stessa. Quando volevo scappare e lui mi ha chiusa a chiave, ho iniziato ad avere questa sensazione, ho capito che era panico: era una sensazione di pericolo, soffocamento, tremore”, ha aggiunto.

Al palazzo di giustizia capitolino, nell’ambito del secondo procedimento a carico del 64enne, la teste ha ricostruito quanto accaduto nella sera del 7 dicembre 2021, dopo la quale ha ammesso “non riesco più a uscire da sola, non riesco più a farmi una passeggiata da sola, a camminare per strada, mi guardo sempre intorno. Quando vado a lavoro sono sempre accompagnata”. La paura, anche a distanza di anni, non l’abbandona, segno che quell’episodio ha lasciato un segno profondo nella sua psiche.

“Mi hanno trovata in posizione fetale”, ha detto descrivendo le conseguenze degli attacchi di panico dopo l’aggressione durante la lite  con il noto volto di Rai Sport, in cui quest’ultimo l’avrebbe afferrata sbattendola contro la porta e dandole un ceffone. “Non riesco più a farmi toccare il viso – dice ancora con tristezza –, mi ha lasciato segni, perché dopo qualche giorno ho iniziato ad avere aderenze sulla parte sinistra. Mi ha preso in pieno con tutta la mano. Io peso 47 chili, è facile mandarmi giù con uno schiaffone”.

Ancora oggi la donna sarebbe costretta a sottoporsi a cure mediche mensili: “Con una cannula devono entrare e scollare i tessuti perché si formano queste aderenze dovute al trauma”. Ma oltre alle ai segni sul corpo, quel trauma si concretizza soprattutto a livello psicologico: “Ho visto pochi giorni fa una macchina come quella del Varriale – ha proseguito – e mi prende il panico ogni volta che ne vedo una, ho la fobia, mi sono nascosta dietro a un’altra auto”. 

Le minacce: “Se mi denunci, ti ammazzo”

Dopo quel tremendo episodio, che l’ha lasciata sotto choc, la donna ha lasciato Roma: “Sono dovuta andare via il 19 dicembre perché già ero devastata, terrorizzata dall’8 dicembre. Da quel giorno continuava a mandarmi messaggi, a mandarli ai miei figli, a fare telefonate e venire sotto casa, a citofonare”. Una vera e propria persecuzione, utilizzando anche i mezzi più biechi.

Il giornalista si sarebbe servito del telefono di lavoro, come si legge nel capo di imputazione: Varriale contattava la vittima “minacciandola, utilizzando l’utenza della Rai Radio Televisione spa oscurando il numero chiamante… pronunciando con voce contraffatta nel corso della telefonata una frase del tipo ‘Morirai’”.

Dopo la denuncia lo stalking è cessato: “Ho preso le mie precauzioni: cerco di evitare qualsiasi cosa che mi possa mettere in pericolo”.