Una donna ogni 3 giorni perde la vita e molte altre subiscono violenza. Un dato che deve far riflettere. Un nuovo uxoricidio si è consumato a Livorno nella tarda serata di sabato. Un uomo di 83 anni,
Enrico Chiellini, ha ucciso con una coltellata che ha raggiunto organi vitali la moglie di 76 anni, Franca Franchini. È accaduto in via Inghilterra, nel quartiere della Scopaia. A scoprire l’orrore è stato il figlio della coppia, che è stato chiamato dal padre dopo l’omicidio. Gli ha raccontato, in stato confusionale, cosa era successo. L’uomo ha afferrato un coltello e ha colpito due volte la moglie al torace. Sconvolto, ha poi chiamato al telefono il figlio che ha subito allertato il 112 e al 118. A quel punto è andato all’appartamento e ha scoperto cosa era accaduto. I medici hanno tentato la rianimazione della donna ma senza riuscire a salvarla, troppo grave la ferita. Il marito, in stato di choc, è stato portato in caserma, dove ha ammesso le sue responsabilità. L’uomo
non ha però saputo spiegare i motivi del gesto. L’uomo si trova ora
ai domiciliari in una struttura protetta. Sotto choc gli inquilini del palazzo di via Inghilterra, al terzo piano, dove la coppia abitava. A indagare sono i carabinieri del Nucleo Radiomobile di Livorno, che cercano di capire il movente del delitto. Ascoltato anche il figlio della coppia.
L’83enne intanto è agli arresti domiciliari. Durante la notte sono state raccolte diverse testimonianze che hanno permesso agli investigatori dei carabinieri di ricostruire il quadro di una vicenda che avrebbe sullo sfondo la condizione di salute della donna, che era accudita quotidianamente proprio dall’anziano marito. I due vivevano da soli. Nell’appartamento è stato ritrovato il coltello usato per l’omicidio.
I Carabinieri sono stati allertati dal figlio:il quarantenne giunto in casa, dopo essere stato avvertito dal padre di quanto avvenuto, ha fatto intervenire i Carabinieri. I militari della Compagnia di Livorno si stanno occupando delle indagini insieme con i colleghi del nucleo investigativo, coordinati dai militari del reparto operativo, anche se le dinamiche sono chiare, nella loro drammaticità: i sanitari hanno potuto solo constatare il decesso di Franca Franchini.
I precedenti
Sotto choc Scopaia per il terribile dramma familiare, che segue a due analoghi casi verificatisi nelle scorse settimane, due casi di femminicidio -
sono stata 117 i casi nel 2021 - che hanno occupato la cronaca. Uno è avvenuto a
Gradara, in provincia di Pesaro e Urbino, l’altro a Casalbordino, in provincia di Chieti. In entrambi i casi i protagonisti della triste vicenda sono una coppia di anziani e anche il copione è molto simile: il marito uccide la moglie, per poi costituirsi e confessare alle forze dell’ordine. La differenza, volendo fare un giusto processo alle intenzioni, è proprio nel movente. Nel primo caso, a
Gradara, Vito Cangini, pensionato incensurato di 80 anni, ha accoltellatola moglie Natalia Kyrychok, di 61, poiché convinto che la donna lo tradisse con il titolare del ristorante dove lavorava. Il giorno dell’omicidio, l’uomo ha confessato l’accaduto proprio al ristoratore, il quale incredulo ha avvertito i carabinieri, che hanno poi scoperto l’accaduto. Nel secondo,
a Casalbordino, Angelo Bernardone, ex operaio metalmeccanico 74enne, ha ucciso sua moglie Maria Rita Conese, due anni più giovane, spingendola giù da un ponte sul fiume Osento, dove i militari, chiamati dall’uomo, hanno trovato il cadavere. La ragione del gesto lascia senza parole: l’uomo non riusciva più a sopportare la condizione della moglie, da tempo malata di Alzheimer.
Cause opposte
In entrambi i casi si tratta di una tragedia immane, che vede le donne come vittime in uno schema reiterato, in cui il carnefice è proprio la persona più vicina e che più dovrebbe proteggerle. Ma mentre, nel primo esempio, la motivazione del gesto è un’irrazionale gelosia (ancora più sorprendente consideratal ’età) che oggettifica e sminuisce le donne al ruolo di semplice proprietà , nell’altro è la sofferenza di vedere una persona cara decadere e scomparire di fronte a sé, in un contesto di totale impotenza. Per spiegarla con un esempio, Isaac Asimov, padre dell’odierna fantascienza, una volta disse: “quando la gente credeva che la Terra fosse piatta, aveva torto. Quando credeva che fosse sferica, aveva torto. Ma se tu credi che ritenere la Terra sferica sia altrettanto sbagliato che ritenerla piatta, allora il tuo punto di vista è più sbagliato di tutti e due i precedenti messi insieme”. Non tutti gli errori sono uguali, anche a parità di risultato. Tempi nuovi impongono domande nuove. Mai come oggi nella storia si era presentato, in modo così attuale e pressante, la necessità di decidere come porre fine alla propria vita biologica.
L’uxoricidio di Amelia
È di pochi giorni fa un altro caso analogo,
sempre un uxoricidio avvenuto ad Amelia, in provincia di Terni, in cui un medico 80enne, Roberto Pacifici, ha sparato alla moglie, Emanuela Rompietti, anche lei affetta da una malattia neurodegenerativa in stadio avanzato, provocandone la morte. La donna, in un momento di lucidità, avrebbe chiesto al coniuge di aiutarla a morire. Il caso, come prevedibile, ha suscitato sconcerto e diviso l’opinione pubblica. Referendum sull’eutanasia Nessuno vorrebbe giustificare l’omicidio, meno che mai di una donna e di una persona cara, ma forse sarebbe di aiuto separare i piani e capire che le persone non possono essere lasciate sole con un dolore e una responsabilità tanto grande. È necessario creare le condizioni per cui il peso della sofferenza non ricada esclusivamente sui singoli, con il rischio di farli diventare giudici dicasi in cui non dovrebbero essere loro a decidere, come per la vita degli altri. Ad oggi il tema del fine vita, tanto odioso perché ribadisce la nostra temporaneità in un mondo che nega costantemente la morte, torna prepotentemente nell’agenda politica e mediatica, con un disegno di legge fermo in Parlamento dopo l’approvazione alla Camera, e un referendum sull’eutanasia che aspetta solo una data di svolgimento.
Relazione in Senato
Giovedì prossimo, 13 gennaio, verrà presentata in Senato la Relazione della Commissione giuridica e della Commissione per i diritti del Parlamento europeo “Sull’impatto della violenza da parte del partner e dei diritti di affidamento su donne e bambini”. All’incontro saranno presenti Valeria Valente (Partito Democratico), Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere; Luisa Regimenti (Forza Italia), europarlamentare, relatrice del provvedimento al Parlamento Europeo; Brando Benifei (Partito Democratico), europarlamentare, relatore del provvedimento per il Gruppo dei Socialisti e Democratici; Licia Ronzulli, Presidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza.