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>>>ANSA/ ISRAELE ALLA SBARRA ALL'AJA CON L'ACCUSA DI GENOCIDIO
Dopo mesi fa male riconoscersi insensibili, abituati all’orrore, a scorrere sul telefono video di bambini morti fra le macerie, donne gambizzate, uomini e animali sterminati, quartieri fantasma, ospedali e scuole bombardate. E’ la realtà di Gaza: impensabile, disumana, così insopportabile che fa male anche solo pensarci, e invece va avanti da tre lunghi mesi: è iniziata quando ancora faceva caldo e ancora a Natale le famiglie palestinesi nella Striscia non avevano altro per lavarsi se non la fredda acqua salata del Mediterraneo. Così vicini a noi, eppure in un altro pianeta. Da cui non possono uscire. Una situazione difficile da ignorare, presa in mano dal Sudafrica, che ha portato Israele per la prima volta di fronte alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja, accusandola di aver infranto la convenzione sul genocidio. Dopo la giornata di giovedì 11, dedicata alle accuse da parte del Sud Africa, è stato Tal Becker, consulente legale del Ministero degli Affari Esteri israeliano, ad aprire la sessione del 12 gennaio, sottolineando il diritto del suo Paese di difendersi e accusando il Sud Africa di "ignorare" gli eventi del 7 ottobre.
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Tal Becker, consulente legale del Ministero degli Affari Esteri israeliano, in aula (Photo by Remko de Waal / ANP / AFP)
Il procedimento, Israele al banco degli imputati
Le accuse del governo sudafricano riguardano l’aver ucciso i cittadini palestinesi della Striscia, aver causato danni fisici e mentali alla popolazione e aver inflitto ai civili condizioni di vita tali da provocarne la distruzione fisica, infrangendo così la Convenzione sul genocidio delle Nazioni Unite, di cui Israele è firmataria. Durante il proprio discorso Becker ha insistito sulla necessità di misure provvisorie contro il Sudafrica, accusandolo di mantenere stretti legami con Hamas. Ronald Lamola, Ministro della Giustizia sudafricano ha ribadito la posizione sudafricana, sostenendo anzi che Israele non ha saputo confutare in modo adeguato la tesi presentata dal Sudafrica. La comunità internazionale è ora chiamata a riflettere sulla gravità delle accuse e sulle possibili implicazioni per i diritti umani, mentre si attende una sentenza del Tribunale internazionale in un processo che potrebbe durare anni. La prima decisione si concentrerà sulla richiesta del Sudafrica di misure di emergenza, che impongano la sospensione delle azioni militari israeliane a Gaza.
L'esercito israeliano prosegue azioni nel centro e a sud di Gaza (Photo by AFP)