Giulia Tramontano, un anno dal femminicidio. Impagnatiello: “Le davo il veleno per farla abortire”

Il primo anniversario dalla morte della 27enne coincide anche con la prima udienza in aula di Alessandro Impagnatiello, che ha ammesso di aver avvelenato la compagna incinta e di averla assassinata con 37 coltellate.

27 maggio 2024

Giulia Tramontano avrà 27 anni per sempre. L’età in cui la sua vita e quella del figlio Thiago, che portava in grembo al settimo mese di gravidanza, è stata strappata per sempre da Alessandro Impagnatiello. Un anno fa, oggi, chiudeva gli occhi per sempre. 

“Ha ucciso Giulia e provocato l’interruzione della gravidanza?”. “Sì”, ammette per la prima volta quest’ultimo, confessando così apertamente per la prima volta di essere stato l’autore di quella tremenda uccisione. Risponde a domanda precisa ai giudici della Corte di Assise di Milano, dove il caso vuole che proprio nel primo anniversario dalla morte è iniziato il processo per omicidio a suo carico, al quale hanno assistito anche i familiari della vittima: tra i primi ad arrivare insieme ad alcuni parenti, i genitori, il fratello e la sorella in una giornata carica di dolore anche per la tragica ricorrenza dal delitto.

L’anniversario e l’inizio del processo

Giulia Tramontano è stata uccisa al settimo mese di gravidanza
Giulia Tramontano è stata uccisa al settimo mese di gravidanza

Il 27 maggio 2023 Tramontano e suo figlio venivano uccisi con 37 coltellate, ma già prima Impagnatiello aveva più volte avvelenato Giulia con un topicida. Il 27 maggio 2024 è stato il giorno dell’esame dell’imputato, che per la prima volta è stato sentito in aula. Coincidenze, casi del destino, un numero che torna in modo beffardo: il 27. L’età della ragazza, il giorno del femminicidio, la prima confessione del suo assassino che sceglie finalmente di dire la verità, dopo mesi di menzogne. 

Un momento liberatorio per lui, come afferma una delle avvocate della difesa fuori dal tribunale, ma che non scioglie i nodi di uno dei casi di femminicidio più drammatici degli ultimi anni.

“Nella mia testa si è creata una spaccatura tale che non capivo più nulla. Giravo per casa, sono uscito, vagavo attorno all'abitazione, fumavo cannabinoide, cercavo di mangiare ma non sono riuscito, mi sono fatto una doccia”. Il racconto dei momenti subito successivi all’uccisione della fidanzata che fa Alessandro Impagnatiello riaprono una ferita ancora sanguinante.

La verità di Alessandro Impagnatiello

Alessandro Impagnatiello in aula durante il processo per la morte di Giulia Tramontano
Alessandro Impagnatiello in aula durante il processo per la morte di Giulia Tramontano

Quel giorno Giulia si era incontrata con la ragazza con cui il compagno aveva una relazione parallela. Le due donne gli avevano chiesto di incontrarsi sul posto di lavoro, ma lui non volle assolutamente. “Chiesi di vederci il giorno dopo fuori dal lavoro, perché quello era un ambiente dove avevo responsabilità con i dipendenti, ci tenevo alla mia immagine. Sarebbe stata una umiliazione sul posto di lavoro che sarebbe scaturita dalla mia vita privata, e avrebbe fatto crollare la mia immagine. Era una cosa che non riuscivo a sopportare”.

Giulia Tramontano
Giulia Tramontano

Il progetto di liberarsi in qualche modo di quella ragazza, però, era già chiaro nella sua testa, da tempo. Anche se ai giudici dice: “Ho somministrato il veleno per topi a Giulia mentre dormiva, qualche chicco, per due volte nella prima metà di maggio. Ma non per farle del male, ma per provocare un aborto”. Un progetto criminale lucido, a cui non è riuscito però a credere fino in fondo: “Non è stata una cosa continuativa. È avvenuto a maggio è in due occasioni, a distanza breve”. Quindi la soluzione più drastica, quella definitiva, una volta capito che la doppia relazione era stata scoperta e che la sua reputazione era appesa a un filo. 

La sorella: “Anch’io avrò 27 anni per sempre, i soli trascorsi insieme”

Oggi ha ammesso le sue colpe. Ma non basta affermare che “La persona che ero in quel periodo non è quella di oggi. [...] Ora posso parlare della reale verità, oggi sono una persona lucida”. Niente e nessuno potrà riportare in vita Giulia e Thiago. 

Giulia e Chiara Tramontano
Giulia e Chiara Tramontano

Chiara Tramontano, sorella della vittima, prima dell’udienza ha condiviso su Instagram un ricordo del 2015, quando il 27 maggio aveva pubblicato alcuni versi di “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale” di Eugenio Montale. “Forse era destino che questa poesia fosse legata per sempre a noi – ha scritto nel commosso messaggio –. Così le pupille offuscate sono diventate le mie, non ho imparato a scendere da sola le scale, il mio viaggio è un sentiero lungo e buio, e confondo spesso la realtà con l’illusione di sentirti, toccarti, di scendere le scale insieme”.

“Breve è il stato il nostro viaggio – ricorda ancora –. 27 anni in cui ci siamo intrecciati come fili sottili a formare un nodo indissolubile fatto di segreti, condivisioni, ricordi, coincidenze ed inganni, come averti persa il 27 Maggio quando avevo 27 anni. Anch’io a mio modo avrò 27 anni per sempre, i soli che abbiamo trascorso insieme e vorrò ricordare”.