I
russi fanno
causa a
Netflix. Dopo che
a marzo la piattaforma di film e serie tv in streaming ha annunciato di aver sospeso il suo servizio in Russia a causa della
guerra in Ucraina, adesso un gruppo di utenti ha avviato una
class action, citando in giudizio l'azienda con sede in California e chiedendo
60 milioni di rubli (poco meno di
700.000 euro) di
risarcimento. La notizia è stata diffusa dall'agenzia stampa russa
RIA ed è stata ripresa dalla
Reuters.
Gli utenti russi di Netflix fanno causa all'azienda di streaming per aver interrotto il servizio in Russia
La class action in Russia, chiesti 60 milioni di rubli di risarcimento a Netflix
Netflix conta
oltre 220 milioni di abbonati nel mondo.
In Russia solo
1 milione. Nonostante ciò, dopo la decisione della piattaforma di sospendere i suoi servizi e tutte le attività nel Paese in guerra con l'Ucraina, uno studio legale ha avviato un'azione legale collettiva contro Netlix per conto di utenti russi che ritengono che questa decisione sia
una violazione dei loro diritti. Gli abbonati russi di Netflix, che pagano per il servizio 599-799 rubli al mese (
6,69-8,92 euro), hanno chiesto un risarcimento di
60 milioni di rubli, pari al cambio attuale a
684.249,60 euro.
Lo studio legale: "Netflix ha violato i diritti degli utenti"
"Oggi uno studio legale che rappresenta gli interessi degli utenti di Netflix ha intentato un'azione legale collettiva contro il servizio americano Netflix presso il tribunale distrettuale Khamovnichesky di Mosca", ha scritto l'agenzia stampa russa
RIA, citando lo
studio legale Chernyshov, Lukoyanov & Partners. "Il motivo della causa era una
violazione dei diritti degli utenti a causa del
ritiro unilaterale di Netflix di fornire servizi in Russia", prosegue la nota dell'agenzia stampa. Netflix non ha ancora risposto - fa sapere la
Reuters - a una richiesta di commento.
In Russia oggi non ci si può iscrivere a Netflix
A inizio marzo Netflix ha deciso di sospendere l'intero servizio di streaming in Russia, come reazione all'invasione in Ucraina. Dopo aver fermato ogni produzione a fine febbraio, il gigante dello streaming ha interrotto anche ogni programmazione.
Dal 7 marzo scorso nessuno può iscriversi a Netflix in Russia, mentre la piattaforma aveva deciso di lasciare la possibilità agli abbonati di continuare a vedere film e serie tv fino al prossimo pagamento dell'abbonamento. È passato oltre un mese da quella decisione, e non sorprende che ora gli abbonati di Netflix citino in giudizio l'azienda. A fine febbraio poi l'azienda aveva annunciato che non avrebbe più diffuso sulla propria piattaforma di streaming i
20 canali russi di informazione e intrattenimento previsti obbligatoriamente in Russia. Secondo
la legge nota come Vitrina Tv (approvata a dicembre 2021), ogni piattaforma di streaming con più di 100mila iscritti operante in Russia deve pubblicare almeno 20 canali russi di informazione e intrattenimento. Netflix ha dunque deciso di non rispettare più questa legge, spiegando che: "Data la situazione attuale, non abbiamo in programma di aggiungere questi canali al nostro servizio", dichiarò a fine febbraio un portavoce di Netflix all'
Hollywood Reporter.
Non solo Netflix. Quali aziende hanno lasciato la Russia
Oltre a Netflix, sono tantissime le aziende che hanno deciso di abbandonare la Russia in seguito alla sua invasione in Ucraina. Tra i più grandi colossi operanti anche nel mercato russo, hanno deciso di chiudere i battenti sospendendo le attività anche
Coca Cola,
Mc Donald's,
Apple,
Nike,
H&M,
Ikea,
Visa,
Mastercard. Queste alcuni dei principali colossi che hanno deciso di lasciare la Russia. Tra le aziende tech, hanno preso provvedimenti bloccando i canali di informazione anche
Meta (cui fanno capo
Facebook,
Instagram,
WhatsApp,
Messenger) e
Twitter.
Google e
YouTube hanno poi interrotto ogni forma di introito derivante da pubblicità nel territorio russo. Sul fronte dell'automotive, ad aver fermato le attività in Russia, ci sono tra gli altri:
Volkswagen,
Toyota,
Bmw,
Mercedes e
Renault.