Pontedera, 7 gennaio 2025 – Lo scorso 25 novembre il consiglio d’istituto del liceo Montale di Pontedera ha approvato il regolamento per l’attivazione di una identità alias. “Nell’ambito delle azioni tese a eliminare situazioni di disagio e forme di discriminazione legate al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere, nonché al fine di favorire il successo formativo – si legge nel regolamento – si garantisce la possibilità di vivere in un ambiente di studio sereno, inclusivo, attento alla tutela della dignità umana, del diritto fondamentale all’identità personale e della privacy, affinché i rapporti interpersonali siano improntati al riconoscimento e al reciproco rispetto delle libertà e dell’inviolabilità della persona”.
Ma cos’è la carriera Alias? Si tratta di una procedura che prevede la possibilità di modificare il nome anagrafico con quello di elezione, scelto dalla studentessa o dallo studente, nel registro elettronico, negli elenchi e in tutti i documenti interni alla scuola aventi valore non ufficiale. Si attiva con la richiesta della famiglia per i minorenni che non si riconoscano nel sesso assegnato alla nascita, oppure direttamente dallo studente se maggiorenne.
“Questa scelta solleva gravi preoccupazioni – commentano dall’associazione Pro Vita e Famiglia attraverso la referente regionale Donatella Isca – non solo riguardo alla tutela del benessere psicologico degli studenti, ma anche per le implicazioni legali e etiche di tale approccio”.
La possibilità di cambiare nome all’interno del mondo scolastico è una pratica già attiva in diversi istituti della provincia. Il sito Genderlens fornisce un elenco aggiornato a novembre 2024 in cui sono riportate le seguenti scuole: il comprensivo Leonardo da Vinci di Castelfranco di Sotto, i licei pisani Buonarroti, Carducci, Dini, Galilei Pacinotti e Santoni, il Russoli di Cascina, il Marconi di Pontedera e il Carducci di Volterra. “Quello che davvero dovrebbe fare la scuola – continua Isca – piuttosto che incoraggiare l’adozione di un nome e una carriera che non corrispondono alla realtà biologica, è accompagnare questi ragazzi nel loro percorso di crescita. Insegnare loro ad affrontare le incertezze, a capire se stessi e a sviluppare un’identità sana, ancorata alla realtà del corpo umano. L’associazione Pro Vita Famiglia sottolineando la gravità di tale procedura, ha già inviato diffide agli istituti che hanno adottato la Carriera Alias, esponendo le ragioni per cui assegnare un nome diverso a uno studente in base a una mera autopercezione di genere, senza una diagnosi di disforia di genere, non solo è dannoso per la sana maturazione psico-fisica dell’individuo, ma è in aperto contrasto con le normative vigenti in campo amministrativo, civile e potenzialmente anche penale”.